MANUALE DI CONVERSAZIONE. UBER

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Qualcuno lo usa regolarmente per sentirsi internazionale, qualcun altro lo snobba perché ce l’ha con il neoliberismo. E se non sapete cosa dire, ecco dei suggerimenti utilissimi

di Andrea Ballarini 21 Aprile 2017 alle 06:00 da Il Foglio.it

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UBER

• Sdegnarsi per l’arretratezza del sistema dei trasporti urbani. Dolersi che questo Paese si rifiuti pervicacemente di entrare nel ventunesimo secolo.

• Qualificare l’ostilità nei confronti di Uber come una battaglia di retroguardia. Valutare se evocare il luddismo.

• Osservare con piglio sociologico che l’innovazione tecnologica provoca sempre reazioni di chiusura. Quando hanno inventato la stampa ci si lamentava della scomparsa dell’arte dei miniatori; quando hanno inventato il telefono si profetizzava la morte della scrittura e così via. Esprimere forti dubbi che fra vent’anni si rimpiangerà l’estinzione del servizio taxi attuale.

• Affermare di servirsene in tutto il mondo da anni con grande soddisfazione suggerisce uno stile di vita internazionale e molto up-to-date.

• In puro spirito bipartizan comprendere la posizione dei tassisti che hanno sborsato un sacco di soldi per la licenza e ora si vedono aumentare la concorrenza, ma d’altra parte non è che questo Paese possa essere ostaggio di una categoria, no?

• Variante della precedente: Comprendere la posizione dei tassisti che hanno sborsato un sacco di soldi per la licenza e ora si vedono aumentare la concorrenza, ma d’altra parte poiché si è fatta una cazzata una volta non è che si possa continuare all’infinito così, no?

• Scagliarsi contro tutte le corporazioni.

• Non appena svegli chiedere: “Come siamo messi con Uber oggi? È ammesso? È bloccato? È riammesso? Cosa dice la Procura? E il Tar?”

• Esercizio di sadismo. Durante un tragitto in taxi chiedere al conducente cosa pensi di Uber. Si vince se si riesce a farlo bestemmiare.

• Rilevare che mediamente gli autisti di Uber sono più colti ed educati dei tassisti comuni. Aprire dibattito.

• Fare l’autista di Uber Pop come secondo lavoro per conoscere nuova gente è la nuova frontiera del dating online. Convenirne.

• Sentenziare che la legge che regola il sistema dei taxi è stata concepita quando non c’era internet, ma non è che si può mettere la testa nella sabbia e far finta che il mondo si fermi. Meglio dirlo con accento Milano-vicino-all’Europa. (Vedi seguente)

• Non è il digitale che deve adeguarsi alle leggi, sono le leggi che devono cambiare per venire incontro alla nuova realtà.

• Dai e dai vedrai che si riuscirà far scappare Uber dal nostro Paese. E poi non ci si meravigli se l’economia di questo Paese non decolla. Arabescare a soggetto in tono risentito.

• E comunque attraversare Milano con cinque Euro era una figata! Tuonare contro il blocco di Uber Pop.

•Usare Uber per darsi un tono. Deplorare.

• Ci si posiziona come intellettuali fuori dal coro perorando la causa dei tassisti. Affermare che da vent’anni a questa parte l’offensiva neoliberista ha precarizzato il lavoro dipendente. Ora l’attacco è ai lavoratori autonomi, ma la gauche-caviar di certe amministrazioni comunali, che si eccita per le piste ciclabili e l’arredo urbano, si dimentica di aver incassato i soldi per le licenze dei taxi cui dovrebbe garantire l’esclusiva del servizio.

• Da quando i taxisti hanno cominciato a menarla così tanto contro Uber avere rivalutato gli abusivi.

• "Saremo il vostro new Vietnam” Striscione di una manifestazione di tassisti contro Uber. Chic. (Fonte: Il milanese imbruttito, 19.5.2014)

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Commenti

pipage1

21 Aprile 2017 - 19:07

io tutto questo eccitarsi dei pro uber sinceramente non lo capisco, facciamo due conti, "attraversare Milano con 5 euro, una figata" ok avrà impiegato un'ora, se va su e giù da milano a 5 uro l'ora. ma stia pure a dormire a casa che è meglio.

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Rispondimaurizio guerrinimaurizio guerrini

21 Aprile 2017 - 15:03

Le ultime volte che frequentai Roma, dieci anni fa e ancor prima, ricorrevo all'uso degli NCC che offrivano, alle stesse condizioni dei taxi, un servizio limousine con giovani e gentilissimi autisti. Detto con tutta la simpatia per i tassinari, la loro è una battaglia di retroguardia, persa da tempo, per difendere comprensibili ma ormai ingiustificabili interessi corporativi.