MANUALE DI CONVERSAZIONE. Tra Natale e Capodanno

Categoria: Rubriche

metà di un tour de force. Meglio pertanto avere qualcosa da dirne

di Andrea Ballarini 28 Dicembre 2018 alle 06:10

Tra Natale e Capodanno

• Il periodo in cui sai con certezza che anche il prossimo anno mangerai più di quello che vorresti. Di seguito notare che con il tempo le cose non migliorano.

• Ripromettersi di non ripetere più la pratica barbara del cenone-pranzo-cena-altro pranzo-altra cena. Dentro di sé sapere perfettamente che l’unica eventualità che potrebbe evitare l’iterazione del rituale per tutta la vita sarebbe il naufragio su un’isola deserta.

• Odiare il Natale. Cominciare a lamentarsene già ai primi di ottobre. Ripromettersi di organizzare una vacanza ai Caraibi in concomitanza con la ricorrenza. Non importa odiarlo veramente, l’importante è dirlo, perché il vero intellettuale rifugge dai riti della massificazione. E poi perché essere malmostosi fa comunque più fino che essere entusiasti.

• Avere trascorso quasi tutti i propri 27 dicembre in treno. Rammaricarsene.

• Pentirsi di avere stramangiato e promettere solennemente che l’anno prossimo mangerete solo un primo, un assaggio di secondo e il panettone. Proporre di dedicare un giorno a ridosso delle libagioni natalizie al coccodrillo.

• “Santo Stefano nella Bibbia era quello che comprava la citrosodina per tutti.” (Messaggio comparso la mattina di Santo Stefano 2018 nella casella mail dell’autore.)

• Realizzare improvvisamente che nonostante si abbia appena fatto per tre giorni tutto quello che non si sarebbe mai voluto fare, tra quattro giorni ci sarà il colpo di grazia.

• Ogni anno ridurre il numero di giorni in cui si tollera di mangiare gli avanzi del cenone e del pranzo di Natale.

• Il panino delle FS prosciutto crudo ossidato-formaggio fresco insapore-rucola è il contrappasso alimentare del Natale. Uno solo è in grado di annullare tutti gli antipasti preparati in Italia per il cenone del 24.

• Dopo quasi tre giorni di full immersion con i parenti a mangiare cose buonissime, vestiti formalmente, trascorrere quarantotto ore a spilluzzicare junk food davanti a Netflix è come togliersi delle scarpe strette dai tacchi alti. Molto liberatorio.

• Ogni anno anticipare il giorno in cui si gettano nella pattumiera, o si riciclano, i regali più deliranti ricevuti. Tuttora insuperato il set da parmigiano con tagliere di legno dipinto a motivi pseudodolonitici diviso in sei settori con altrettanti coltellini a goccia. Immancabile in ogni collezione veramente camp.

• Il segreto è rimandare di almeno una settimana il momento di riaffrontare la bilancia. Osservare che due chili in più il 27 sono: “Ho già preso due chili!”, mentre quattro chili il 6 gennaio sono: “Questa volta ho preso solo quattro chili.”

• A Natale sono tutti più buoni. È il prima e il dopo che mi preoccupa. (Lucy Van Pelt)