Il governo non da sogno e la gestione (non da incubo) di un incubo vero

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La Grecia ci sbatte le frontiere in faccia. Vabbè. Però stavolta calmi, eh

Lettere Direttore 2 Giugno 2020 ilfoglio.it

Al direttore - Stante il giudizio di Famiglia Cristiana a voler organizzare riunioni di idioti si può arrivare solo secondi.

Giuseppe De Filippi

Al direttore - La Grecia ci sbatte le frontiere in faccia. Vabbè. Però stavolta calmi, eh.

Gino Roca

Al direttore - Dice Luca Ricolfi, che, pur di liberarci da chi si trova oggi al governo, vedrebbe bene persino “a capo del governo un contadino che ha fatto il classico”. E’ d’accordo?

Luca Martini

Con tutto il rispetto per il professor Ricolfi, che scrive sempre ottimi libri ma articoli non sempre all’altezza dei libri – “Il pachiderma europeo molto parlerà, molto si riunirà in videoconferenza, molto discuterà, ma poco deciderà nel breve periodo” (16 marzo); “Il collasso del sistema sanitario è una questione di giorni se non di ore” (16 marzo); “Contrariamente a quanto siamo portati a pensare basandoci sulle morti ufficiali per Covid-19, il Mezzogiorno non risulta affatto un’isola felice, relativamente preservata dal virus, ma ha numeri paragonabili a quelli del resto dell’Italia” (8 aprile) – il governo attuale non è il governo dei sogni, un governo con i grillini non potrà mai esserlo, ma rispetto a quello che hanno fatto altri governi in giro per il mondo occorre riconoscere che il governo non da sogno ha contribuito a evitare che l’incubo della pandemia potesse essere persino peggiore rispetto a quello che è stato.

Al direttore - Senza intenzione di accodarmi alla nutrita schiera dei complottisti di turno che a proposito della pandemia si attardano in scenari e letture buoni al massimo per qualche film o romanzo distopico, è però un fatto che esiste una sproporzione piuttosto netta tra il modo in cui la pandemia è percepita, e la realtà vera. Che sarà sicuramente tragica e drammatica, sotto molteplici profili a partire da quello sanitario. Ma gli stessi numeri che quotidianamente vengono forniti dagli organi ufficiali dovrebbero suggerire una reazione forse diversa. Stando all’Italia, nel momento in cui scriviamo i dati ufficiali dicono di 33.145 morti e 233.019 casi positivi: su una popolazione di oltre 60,36 milioni di abitanti, si tratta rispettivamente dello 0,055 per cento e dello 0,4 circa; a livello mondiale, i morti sono 371.176 e i casi positivi 6.057.853, rispettivamente pari allo 0,0048 per cento e allo 0,078 della popolazione. Nello stesso periodo, si sono avuti 3.433.500 morti a causa del cancro, 2.089.912 i morti per fumo, 1.045.879 i decessi per alcool e 564.336 incidenti mortali. Prevengo l’obiezione: si tratta di numeri relativamente bassi perché sono state attuate le misure di contrasto, a partire dal lockdown, senza le quali a quest’ora staremmo a discutere di altre cifre. Ma anche così resta il fatto che nel giro di pochi mesi la pandemia ha messo in circolo anche un altro virus . Gli storici sono concordi nel ritenere che fu a causa della decadenza interna, in primis morale che l’Impero romano cadde; sarà allora il caso che oltre a come far ripartire l’economia si rifletta se il gaio tandem nichilismo-relativismo su cui l’occidente ha impostato la sua way of life dopo aver decretato la morte di Dio, sia adatto a sorreggere gli uomini quando arriva la tempesta, o se per il futuro non ci sia bisogno di tornare a qualcosa di più solido.

Luca Dal Pozzo

L’occidente non è messo bene, ma mai come oggi, rispetto al resto del mondo, il suo tramonto inizia a somigliare a un’alba.