Pistoleri della bevuta

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Ora anche i sommelier si fregiano di soprannomi da gang di strada: è la sconfitta della lingua e l'intorbidarsi del vino

CAMILLO LANGONE 27.3. 2021 ilfoglio.it

In vino felicitas. Tutto scorre, anche il vino

Mi ha preso lo sconforto quando ho scoperto che Luca Gardini, il campione dei sommelier, adesso si fa chiamare Thewinekiller. E la paura: non è che tocca diventare astemi per mettere una distanza di sicurezza fra la propria bella persona e un vocabolario così orrendo? Non l’ha certo avuta Gardini l’idea del vino come competizione e sopraffazione: le guide di questo campano o campavano, coi loro tre bicchieri, coi loro novanta o novantacinque o cento punti, assegnati non da bevitori ma da degustatori, persone che spesso il vino poi lo sputano offendendo il vignaiolo e il dio. A Gardini, che pure non sputa e beve (perfino chardonnay: dobbiamo avere recettori diversi), tanto agonismo non bastava ed è andato oltre, mettendo i suoi punteggi dentro dei bersagli. Che angoscia: sfido che in Italia il consumo di vino continui a calare. Chi ama la vita non può non sentirsi respinto da un mondo di vini pesanti, di prezzi pesanti, di discorsi pesanti, e adesso pure di pistoleri. Chi ama la vita nel vino cerca leggerezza, spensieratezza, nel bicchiere piacere. “Il vino che allieta il cuore dell’uomo” dice il Salmista. Niente sparatorie.