Lettere al Direttore Foglio 24.4.2015

Categoria: Rubriche

 Madia e i lavoratori di serie A e di serie B che esistono ancora.

Il grillismo è un fungo che cresce felice sulla muffa. Il buonismo è stato rottamato

1-Al direttore - Qualcosa nell’anchilosato mondo delle relazioni industrial-sindacali sembra muoversi.  Nelle ovattate stanze delle segreterie confederali si cominciano ad affrontare alcuni tabù: contratto unico dell’industria, ridefinizione delle strutture di rappresentanza; valorizzazione della contrattazione articolata. Per ora sono sussurri, ma è il segnale che c’è qualcosa di più di una semplice percezione forse è la consapevolezza che si può giocare da protagonista la partita delle vere riforme che servono al paese per incidere in termini significativi su competitività e occupazione. Ma è solo una faccia della medaglia, infatti se dal privato arrivano ancor deboli segnali di risveglio, nel pubblico siamo ancora drammaticamente fermi. Ferma la contrattazione, fermo il turn over. Beh nessuno s’illuda che stando fermi non si combinano guai. Vale per i sindacati, ma anche per la ministra della Funzione pubblica, che non sarà Marchionne però può cominciare a riflettere sui guasti del diritto Amministrativo, sull’introduzione del rapporto di lavoro privatistico, sul valore legale della laurea e altro ancora. 

Valerio Gironi

Qualcosa si muove, sì. Ma fino a che il lavoratore pubblico avrà privilegi che non spettano al lavoratore privato ci potranno essere tutti i jobs act del mondo ma il mercato del lavoro sarà sempre diviso tra lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. E non mi sembra che fosse questo il piano del governo.

2-Al direttore - Magistrale il pezzo di Maurizio Crippa su Sarkozy. Ma è voce che grida nel deserto…

Franca Pece

3-Al direttore - Di Battista piace; doloroso ammetterlo, impossibile negarlo. Piace al grillino tout court, quello che “né destra né sinistra”, post ideologico ma sempre preda di ideologico furore (anche per uno scontrino). Piace a molta gente de sinistra; ed è normale, perché la forma mentis del Dibba ricalca quella di un no global o di un comunista: nella sua visione della realtà, ogni male del mondo è da imputare all’occidente (avido, sfruttatore, guerrafondaio) e ogni questione ha (marxianamente) radici esclusivamente economiche, persino il fanatismo religioso dell’Isis. Quello che invece non mi spiego è che pure alcuni miei amici e conoscenti di destra (e non parlo della destra cazzona che scimmiotta la sinistra, ma della destra seria occidentalista e devota all’interesse nazionale) non siano immuni al suo fascino e questa fascinazione la rivendichino con orgoglio, persino. Mi piacerebbe un giorno, quando la sbornia pentastellata sarà passata e magari sarà passato pure il conseguente hangover, ripensare con loro a questo folle periodo; e assieme riderne, o almeno sorriderne, un po’.

Daniele Montani

Il grillismo è un fungo che cresce felice sulla muffa. Fino a che ci sarà muffa, ci sarà il grillismo. Non sia però così spietato con Di Battista. Che cosa vuole? Quando il tuo capopartito è un grande comico è naturale che si faccia di tutto per avvicinarsi a lui e per somigliargli il più possibile. E da questo punto di vista bisogna riconoscere i meriti di Di Battista: in due anni in Parlamento, in comicità, ha superato alla grande il suo maestro. Dunque, davvero, giù il cappello per Dibba.

4-Al direttore - I nostri governanti europei e caserecci dopo essere scesi da Mare nostrum e tornati sulla terra, benvenuti tra noi, oggi sento proprio dalle loro parole che sembravano a esclusivo dominio dei soliti razzisti: Guerra (ce ne siamo accorti da un bel pezzo), Azione militare (ma pensa un po’ te), Bombardare (quindi uso delle armi… intelligenti ovviamente), tutte trovate alla Salvini ma che in bocca ai potenti sembrano zuccherini. E pensare che sono quelli che dispensavano a piene mani lezioni di buonismo, come farebbe un navigato Dracula ai donatori di sangue. E allora caro Renzi – a proposito ma la Mogherini c’è ancora? – ci stai dicendo che c’è in atto un conflitto di dimensioni catastrofiche, oppure l’esodo di massa è solo propaganda dell’opposizione che vuol far cadere un governo di non eletti. Stiamo a vedere se l’Italia non affonda prima!

Enzo Bernasconi

Il buonismo è stato rottamato, se così si può dire, e in parte è vero. Ma questo non sarà vero del tutto fino a che si continuerà a pensare che il modo migliore per risolvere il problema dei migranti sia occuparsi solo di quello che succede in mare. E chi oggi dice che ritornare a Mare Nostrum è la soluzione a tutti i problemi del mondo dimentica che la radice dei problemi non è il mare ma la terra da cui si arriva. E dimentica che il problema di Mare Nostrum non erano i costi ma – come ha giustamente scritto ieri Bloomberg – “il timore, per la verità fondato, che la missione italiana stesse operando come un servizio di taxi per profughi e clandestini diretti in Europa”. Chiaro?