Lettere al Direttore Il Foglio 16.7.2015

Categoria: Rubriche

Depoliticizzare, now. Ehi, il nuovo Tsipras ha un suo perché

1-Al direttore - Il dibattito sul Foglio a proposito dell’Opzione Benedetto è una di quelle cose che, da sole, valgono l’abbonamento

(che peraltro persisto a non fare per non ridurmi a dover dipendere dalle Poste, privandomi del gusto di acquistare il Foglio di prima mattina). Buon lavoro.

Giovanni De Marchi

Al direttore - Gesù Cristo è stato veramente crocifisso sulle falci e martelli del mondo comunista ed è simbolo dei milioni di morti-crocifissi.

Andrea Bartelloni

2-Al direttore - La Grecia fa come quella tartaruga che volendo vivere in una comunità di gazzelle ma certa di non poterle seguire, pretende di farsi portare in spalla da loro.

Mario Contini

E’ vero. Ma da quando Tsipras ha preso a schiaffi i populisti del suo partito, iscrivendosi al partito dell’Altra Europa con la Troika – e da quando ha cominciato a dire le cose come stanno, che l’euro è la migliore ancora di salvezza per i paesi in difficoltà, che fuori dall’euro c’è più austerity e non meno austerity di quella che tocca subire nella zona euro – da quando cioè Tsipras ha capito che per governare in tempi di crisi occorre essere più tecnici che populisti, più realisti che utopisti, il ragazzo, come dire, comincia ad avere un suo perché.

3-Al direttore - E’ già molto poter scrivere e poter leggere articoli diversi senza beccarsi un manico di piccone in testa e l’emarginazione. Non è sempre stato così, e comunque ci provano ancora (sono de coccio, è vero). A volte emerge anche “di qua” una vena di fanatismo – la perfezione non è di questo mondo e bisogna dire che quelli “di là” se la cercano ideologicamente. Secondo me il merito del Foglio è la funzione aggregatrice di letture e lettori di qualità, schierati ma non necessariamente schierati, a ridicolizzare la sempre pretesa superiorità antropologica dei guardiani della rivoluzione.

Guido Valuta

4-Al direttore - Gentile direttore, occorrerebbe approfondire quel concetto di  “depoliticizzazione della democrazia” riproposto da Ferrara in un recente articolo. Ricordo che quando agli inizi degli anni 70 mi recai a studiare negli Stati Uniti, rimasi colpito da come parole come “politica” non rivestissero da noi e da loro esattamente lo stesso significato: mi sembrava che da loro non si discutesse di politica nel senso di alternative ideologiche che la parola aveva per noi. Nel frattempo anche gli Stati Uniti si sono nel nostro senso politicizzati all’estremo; ma ho anche l’impressione che le opzioni in materia di economia si sono drasticamente ridotte, secondo quello che lei chiama il principio di realtà. Allora la sinistra non potendo offrire niente di particolarmente sinistrorso in economia, si butta sul culturale spinto, offrendo marriages pour tous ed altre amenità anti cristiane di questo genere. Se dunque “depoliticizzazione” c’è è solo in economia. Mentre sarebbe auspicabile, ma mi sembra una pia illusione, che ci fosse anche in altri campi.

Giorgio Salzan

Depoliticizzare significa togliere le etichette ad alcune idee che, specie durante gli anni di crisi, non possono essere considerate di destra o di sinistra ma sono semplicemente le cose giuste da fare, per quei partiti e quei politici che vogliono fare non solo caciara ma anche governare.