Lettere al Direttore Il Foglio 17.7.2015

Categoria: Rubriche

Il Cagliari in B è colpa del liberismo. Spiacenti, la droga è droga

1-Al direttore - Ma se il Cagliari è retrocesso in serie B la colpa è, ça va sans dire, del liberismo?

Alessandro Spanu

Laura Boldrini le risponderebbe dicendo che certamente “se non ci fosse la finanza speculativa che succhia via ogni risorsa economica al calcio dei popoli ovviamente non sarebbe mai successo”.

2-Al direttore - Chi di intercettazioni ferisce, di intercettazioni perisce. Contro il centrodestra fu usato di tutto e di più. Poi la ruota gira e adesso vengono usate contro Renzi, appena il consenso cala. Si può persino aggiungere che anche Renzi ne fu favorito visto che gli permisero di disfarsi di Lupi. E che dire proprio oggi di Crocetta? Eppure basterebbe pochissimo, cambiando le sanzioni per i giornali da circa 0 a 1 milione di euro a intercettazione pubblicata. Epperò dato che torneranno sempre comodo in futuro, scommettiamo che Renzi non lo farà?

Giorgio Ippoliti

Il caso Crocetta, pur in tutte le sue sfumature tragicomiche, è l’esempio plastico di un Pd che usa le intercettazioni monnezza per fare quello che non ha il coraggio di fare con la politica.

3-Al direttore - Una volta il Pci aveva Togliatti, Longo, Natta, Berlinguer, Paietta, Peppone. Da dove saltano fuori tutte queste mezzeseghe che non sentono le telefonate, si sbagliano presentando due volte le note spese (a un’università americana, il genio!), perdono cittadine da nulla come Venezia nonostante tutti i favori del pronostico, della magistratura e dei media?

Guido Valota

4-Al direttore - L’ipotesi di Obama dice che è sempre la migliore visione quella che ti permette di controllare il tuo nemico stando dentro la sua casa piuttosto che fuori dalla porta. In questo modo si possono seguire meglio le vicende interne iraniane. Questo è invece per Israele solo un atto di autodistruzione che ci vedrà perdenti, sia noi occidentali che Israele in particolare perché il fine ultimo di questi ayatollah è l’eliminazione di questo stato, anacronistico per loro in un mondo arabo fermo culturalmente ai tempi di Maometto come se la storia avesse detto stop.

Gloria Turacchi

5-Al direttore - Sul piano etico e logico, l’abolizione del divieto di utilizzo di droghe dovrebbe provocare l’abolizione di una serie di divieti che gravano sulla vita dei cittadini (ciò non sarebbe un male!). A che scopo mantenere l’autovelox o l’etilometro se la droga è libera? Poi con quei soldi cosa ci farebbe lo stato? Finanziare campagne di lotta alla droga? A quel punto la lotta contro il narcotraffico potrebbe, paradossalmente, essere sanzionata dalla Corte di giustizia Ue per concorrenza sleale. Perché lo stato può vendere droga e la mafia no? In fin dei conti la seconda funziona meglio dello stato! E poi: La droga è simile o diversa dal tabacco, almeno nei suoi effetti? Io credo siano realtà assai diverse: la droga sballa, il tabacco no, l’alcol solo se supera una certa soglia. Chi ha fatto questi conti? Lo stesso Monti, già presidente di quella Commissione incaricata di controllare i conti greci? Battute a parte, il passaggio di un mercato dalla illegalità alla legalità è ricco di incognite. Sul piano pratico c’è da capire perché, ad oggi, lo stato non sia finora riuscito a tassare né il mestiere più antico del mondo né a trovare regole chiare per tassare chiromanti e variegati venditori di speranze. In conclusione: preferisco fidarmi della mia esperienza e dei miei giudizi di valore e continuerò a utilizzare come “droga”, ciò che la natura offre in abbondanza: buon cibo, buon vino e, soprattutto, il mistero e l’attrazione presenti in una Donna.

Davide Scarano

Su questo sono molto bacchettone, e sottoscrivo.

6-Al direttore - La critica è il sale del giornalismo, e per questo non la contesto mai. Ma se per criticare si gioca con i numeri (perché si manipolano o non si conoscono), allora non gioco più. Vorrei dunque informare Maurizio Crippa che io, con il mio “Ballarò”, non mi sono mai “sognato per un anno” lo share registrato martedì scorso da “Parallelo Italia” (per inciso, il 5,28 per cento). “Ballarò” ha infatti chiuso la stagione con una media di share del 6,72 per cento, ed è risultato il talk-show più visto di tutta la prima serata televisiva italiana (a seguire “Quinta Colonna” con il 5,8 per cento, “Servizio Pubblico” con il 5,4, “diMartedì” con il 4,9 e via via tutti gli altri). Aggiungo, a beneficio del giornalista disinformato, che da giugno in poi il nostro share è salito dal 7,3 al 9,2 per cento e si è attestato, nelle due puntate finali, rispettivamente al 10,3 e 10,4 per cento. E allora, cifre alla mano: tra me e Crippa, chi è il vero “sognatore”?

Massimo Giannini

Risponde Maurizio Crippa: “Uff, come la fai lunga”.

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