Lettere al Direttore il Foglio 18.7.2015

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Nuovo fantastico reato in Sicilia: il concorso esterno in telefonata mafiosa

1-Al direttore - Indovinate chi ha scritto: “La mia prima motivazione circa la necessità di un’unificazione europea […] è

che essa rappresenta il tentativo che ha fatto i maggiori progressi riguardo alle strutture di governo e ai nuovi ordinamenti che anche il mondo globalizzato dovrebbe realizzare. Dunque, queste nuove strutture di governo e questi nuovi ordinamenti europei costituiscono anche un contributo a quella responsabilità che in quanto europei, considerando il ruolo storico-universale che abbiamo svolto nei secoli passati, non dovremmo sottovalutare”. Sono le parole di qualche padre fondatore dei Trattati di Roma, di Jacques Delors, di Giorgio Napolitano? No, sono le parole di quel cattivone di Wolfgang Schäuble (Frankfurter Allgemeine Zeitung, 12 gennaio 2013). Il ministro delle Finanze tedesco allora sprizzava un ottimismo forse eccessivo sulla possibilità di superare una crisi senza precedenti della legittimità del progetto europeista presso l’opinione pubblica. E’ però rimasto sempre fedele alla sua idea: l’unione politica del Vecchio continente non può non avere come modello di riferimento l’unico che abbia dato buona prova di sé dal punto di vista sociale e dell’efficienza economica, ossia quell’ordoliberalismo e quel federalismo solidale che un costituzionalista benvoluto a sinistra come Valerio Onida ha definito “l’esperienza più significativa di federalismo in uno Stato nazionale forte”. Il ruolo egemonico della Germania sta qui, e volerlo esorcizzare è un gioco puerile. Ma con la Grecia come la mettiamo?, obietteranno subito i Varoufakis de noantri. Con la Grecia la mettiamo così: “Non è percorribile la via di un ulteriore indebitamento – come ha detto Mario Draghi – perché in tal modo noi graviamo sulle generazioni a venire.Un aumento permanente della montagna di debiti sempre più alta non costituisce il fondamento per la giustizia sociale”. Anche l’Italia di Renzi dovrebbe averlo capito.

Michele Magno

2-Al direttore - Grazie all’affaire di Rosario Crocetta (il quale non ha avuto la prontezza di spirito di riattaccare la cornetta al momento giusto) i “professionisti dell’antimafia’’ (come li chiamava Leonardo Sciascia) hanno individuato una nuova fattispecie di reato: il concorso esterno in telefonata mafiosa.

Giuliano Cazzola

Chi di moralismo ferisce di moralismo perisce.

3-Al direttore - M. A. Rothschild disse: “Lasciatemi emettere e controllare la moneta e non mi importa chi scrive le leggi”: potrebbe essere, questo, l’esito di un non calibrato, entro limiti precisi, processo di depoliticizzazione della democrazia. Quanto a uno dei casi concreti del momento, il documento dei cinque presidenti europei, che propone di arrivare, come Cingolani ricorda, a un vero mercato unico dei capitali e a una politica fiscale comune, c’è da chiedersi: ci si può impegnare in un tale percorso senza avere riparato prima tutte le storture che l’architettura dell’Unione e dell’Eurozona sta evidenziando? O si pensa che passi avanti su versanti che non riguardano le falle e le incoerenze gravi rilevate in tanti anni, come per incanto, sanino anche queste? Come con l’illusorio effetto di trascinamento della moneta unica nel quale colpevolmente a suo tempo si confidò? Non c’è uno iato profondo tra la realtà e le intenzioni riformatrici? O i progettati progressi alla fin fine nascondono l’idea di un euro di serie A e uno di serie B ovvero a geometria variabile o a velocità di integrazione diverse?

Angelo De Mattia

4-Al direttore - Aveva cominciato Pannunzio con la storia degli “italiani alle vongole’’, poi il Padre Fondatore prese a ripeterla nelle omelie domenicali, fin a che il Foglio non ha tirato fuori la storia della “politica alle vongole’’. E pensavate che laggiù a Bruxelles non se la segnassero questa stranezza della ‘’politik zu dem Venusmuscheln’’, rimanessero indifferenti, non si incuriosissero? E invece è andata a finire che proprio sulle vongole si sono impuntati: quelle del vostro Adriatico hanno un diametro intorno ai 22 millimetri, sono fuorilegge perché violano i regolamenti della Comunità che parlano di un diametro di non meno di 25 millimetri. Quindi non le potete vendere. Con tutta la buona volontà comunitaria sarebbe pure un problema allargarle. Ma ci sarà pure uno Tsipras italiano che a Bruxelles, senza togliersi la giacca ma reggendo un fumante piatto adriatico di spaghetti alle vongole, riproponga la celebre frase in variante felliniana: “Gradisca, signor presidente’’. E, d’accordo con la Merkel che le vacanze le fa a Ischia, “spaghetti zum vongole, bitte’’, quelli cancellino quei millimetri maledetti che stanno mettendo in ginocchio i pescatori. Altrimenti ci toccherà fare un referendum.

Gino Roca

 

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