Lettere al Direttore Il Foglio 4.8.2015

Categoria: Rubriche

La nuova sinistra rinasce a Capalbio (meglio se nel weekend), e tutto torna

1-Al direttore - Nella raffinata Capalbio si è svolto, nell’ultimo weekend, un incontro culturale per la presentazione del  nuovo libro di Stefano Fassina

durante il quale egli ha annunciato che “in autunno partirà la fase costituente di un nuovo partito della sinistra alternativo al Pd di Renzi”. Pubblico scarso prevalentemente composto da esodati e da piccoli pensionati freschi del “bonus” per gli arretrati. Assenti i soliti personaggi del jet set e degli intellettuali stanziali che, da tempo, hanno scelto questa nostrana “piccola Atene” per passare le loro vacanze estive. Allo stato delle cose, sembrano incombere tempi duri per i nostri dissidenti pd: urge di conseguenza una strategia alternativa e soprattutto che la Madonna li accompagni.

Vincenzo Covelli

La nuova sinistra rinasce a Capalbio. Direi che torna tutto.

2-Al direttore - Eravamo in tanti venerdì mattina, alla basilica di San Giovanni dei Fiorentini, per l’ultimo saluto a Livia Danese, moglie di Giulio Andreotti. Fu signora civile ed elegante, con una sua dolcezza. Ma a un certo punto parve che il male che le si era fatto fosse irreparabile. Per molti versi si era congedata dalla vita terrena con largo anticipo, salvo continuare a dar di sé quell’irrinunciabile immagine di moglie e mamma affettuosa. L’ultima mancanza di rispetto l’aveva subita al cinema, quando un film di Sorrentino si era sentito in diritto di prenderla a bersaglio di una trama che presumeva di poter essere spiritosa, mentre era soltanto pretenziosa. Cronache ormai irrilevanti (anche ovviamente in termini cinematografici…). Del resto, quando era stata donna di successo e di fascino, nessuno l’aveva mai schiodata da una naturale trincea di discrezione e ironia. Poi quello che fu il combinato disposto fra Violante e Caselli (oggi impensabile, ma su Andreotti operoso) la travolse: che la sua storia e la sua persona fossero incapaci di contrastare quella “macchina da guerra” non era che la cifra della sua grandezza, eleganza, bellezza.

Luigi Compagna

3-Al direttore - La Costituzione del ’48 (art. 119) conteneva un esplicito riferimento al Mezzogiorno sciaguratamente cassato nel 2001 da un centrosinistra a caccia di voti leghisti. A questo punto, prima di strologare di miliardi da erogare, di coordinamenti da realizzare e di istituende agenzie, sarebbe più giusto – in costanza di modifica del Titolo V – restituire al sud quel che gli è stato sottratto, cioè il rango di obiettivo costituzionale di una rinnovata missione nazionale. Del resto, non c’è altra strada per capire se sul tema Renzi è altra cosa rispetto alla sinistra criptosecessionista e se Salvini è pronto a contendergli la leadership del governo anche sotto il Garigliano.

Mario Landolfi

La secessione, come scrive Maurizio Crippa, non è un’opinione, è un fatto drammaticamente reale. Ma la strada per evitare che la nostra Grecia finisca come la Grecia non è quella di dare più soldi, ma è quella di rendere più convenienti gli investimenti, e detassare, detassare, detassare. Soldi a pioggia anche stop, grazie.

4-Al direttore - Come minimo, adesso, Travaglio – improvvisatosi garantista: toh – meriterebbe di subire mesi di intercettazioni con pubblicazione finale di quelle più brillantemente piccanti, possibilmente tagliuzzate ad arte, e definitivo sputtanamento nazionale. Così magari capirà che bestia ha allevato per due decenni di mal-giornalismo.

Giovanni De Marchi

5-Al direttore - Paola Peduzzi sul Foglio di sabato scorso ci illumina sulla vicenda del salario minimo e conclude con, a mio parere, il risultato più azzeccato che è quello che anziché pensare e scervellarsi se sia meglio o meno immettere nel mercato il reddito minimo concentriamoci ad abbassare le tasse che aiuta tutti, chi lavora, chi lavora senza ammazzarsi, chi non fa nulla, chi non ha voglia di sbattersi, che vivrebbe lavorando, tutti contenti oserei dire un provvedimento super partes.

Roberto Carletti