Lettere al Direttore Il Foglio 7-8-2015

Categoria: Rubriche

La stampa commenta con spavento le nomine Rai, ma va così male? - La minoranza dem ha di nuovo sbagliato. Non si strumentalizza, per finalità di lotta interna, una candidatura al cda Rai

1-Al direttore - Merlo parla del “cappellaio” Berlusconi con represso (ma non tanto) orgoglio, come se dire banalità e cambiare idea ogni giorno sia la misura di uno statista. Berlusconi oramai non c’è più e i numeri a effetto da saltimbanco servono giusto a riempire di ulteriori cazzate stampa e tv. FI è oramai un  baraccone pieno di sciacalli affamati di notorietà e il Cav. sembra non essere più in grado di gestire le proprie giravolte.

 Massimo Buonocore

2-Al direttore - Non so a lei, ma a me il fatto che quasi tutti i giornali abbiano commentato con spavento l’intesa politica “nazarena” che ha permesso le nomine Rai, fa quasi pensare che non sia andata poi così male.

Andrea Sallani

3-Al direttore - La minoranza dem ha di nuovo sbagliato. Non si strumentalizza, per finalità di lotta interna, una candidatura al cda Rai autorevole come quella di Ferruccio de Bortoli, facendogli prendere solo un paio di voti. Se volevano distinguersi bastava contrapporre Ghibellino Ghibellini a Guelfo Guelfi.

Giuliano Cazzola

4-Al direttore - Onde alte dieci metri. Aree desertiche in espansione. Ghiacciai che franano e calotte alla deriva. Code di auto su intrecci di autostrade. Smog. Incendi boschivi. Ciminiere che emettono fumi [inquinanti] in quantità. Frammenti di apocalisse proiettati in sequenza da un tg qualsiasi della sera. Il “la” arriva dal presidente Obama, bravissimo a cavalcare le paure congenite all’essere umano e a trasformarle in propaganda politica. In ogni caso la morte per estinzione sembra questione se non di ore al più di qualche anno: “Siamo l’ultima generazione che può intervenire” tuona il presidente. E’ necessario, sempre citando il capo degli Usa, ridurre le emissioni del 32 per cento, da qui al 2030. Gli fa eco il capo della chiesa cattolica che sembra avere assunto il tema dei cambiamenti climatici come punto cardine della propria agenda, nonché paradigma dell’azione pastorale. Ma le immagini mostrano una terra viva, che si muove al tempo del progresso e della natura. La consuetudine che, ahinoi, comprende terremoti, maremoti ed eruzioni vulcaniche. Un movimento che caratterizza il pianeta più o meno dalla notte dei tempi; con l’aggiunta di qualche fumo dalla (benemerita) rivoluzione industriale. Niente di nuovo o particolarmente allarmante. Eppure, ad ascoltare la fitta schiera dei profeti catastrofisti (comprendente perlopiù scrittori, politici e intellettuali dalla sciarpina al cashmere), siamo ormai a un punto di non ritorno: finimondo irreversibile. Forse siamo estinti e non ce ne siamo accorti? Poi, incuriosito e in preda a deliri da corsa alle scorte, figurando uno scenario da “La strada”, il romanzo di Cormac McCarthy, vai a vedere di quanto è aumentata questa benedetta temperatura nell’ultimo secolo e ti accorgi che l’asticella è ascesa mediamente di un grado. Un grado? Eppure condividiamo un destino che ci pareggia al leone delle caverne al dodo di Mauritius. Insomma, se è vero che i troppi gas serra, CO2 e compagnia varia certamente non aiutano la vita tout court, è altrettanto vero che gli allarmismi dell’accoppiata Usa-Vaticano non possono che apparire al più come aria fritta.

 Jori Cherubini

5-Al direttore - Dice Freccero che, pur di far dispetto a Renzi, è disposto a lavorare “gratis, in catene e frustato”. Lo zelo tipico del neofita.

Tommaso Ciuffoletti

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