Lettere al Direttore Il Foglio 28.8.2015

Categoria: Rubriche

Contro l’anarcosindacalismo de’ noantri. Panico, torna Marino1-

Al direttore - Ho letto con attenzione il brillante articolo di Roberto Della Seta (il Foglio di ieri).

Ovviamente, ogni studioso ha il diritto di formulare le tesi che ritiene più aderenti alla realtà storica, ma l’accostamento tra la coalizione sociale di Maurizio Landini e il sindacalismo rivoluzionario di Georges Sorel mi pare piuttosto temerario. La prima è una baggianata vivente, il secondo da noi è stato sepolto senza messa proprio da chi vi aderì giovinetto: Giuseppe Di Vittorio. Vederlo riesumato dal segretario della Fiom è come vedere in Susanna Camusso la transustanziazione di Rosa Luxemburg. Ma il punto che meno mi ha convinto del pur interessante scritto di Della Seta è un altro. E’ quel populismo che a suo giudizio costituirebbe il minimo comun denominatore tra Landini, Grillo, Salvini, Marine Le Pen, Pablo Iglesias e compagnia cantando. Premetto che per me populismo non è una “dirty word” una parolaccia. Però c’è populismo e populismo. E’ vero: il popolo dei movimenti populisti era il popolo dei “piccoli contro i grandi” (i contadini del buon tempo antico per i movimenti populisti russi e americani di fine Ottocento e del primo Novecento). Mentre per i movimenti populisti europei odierni sono i disoccupati, gli smarriti, i disorientati, gli impauriti dalle trasformazioni sociali. E’ anche vero che il populismo “è stato un servitore di molti padroni, progressisti e reazionari”, come lo ha definito il politologo inglese Paul Taggart. Tuttavia, se i nemici del populismo sono le élite al potere e la modernità che schiaccia gli “umili e i semplici” (ricordate Guglielmo Giannini?), qualche distinzione va fatta. Ad esempio, con i pentastellati ci troviamo su un pianeta completamente diverso. Il popolo al quale si appella il loro leader non è il popolo semplice e umile, ma è il popolo sofisticato del web, come hanno acutamente osservato Piergiorgio Corbetta e Elisabetta Gualmini (“Il partito di Grillo”, il Mulino, 2013). Insomma, il M5s non nasce dallo spaesamento di fronte alla modernità, ma dalla modernità stessa. Analogo discorso si potrebbe fare per alcuni partiti e i movimenti che si richiamano alla “Nouvelle Droite” di Alain de Benoist. Mi fermo qui. Non senza una raccomandazione a tutti noi: quando si usano concetti assai sdrucciolevoli e polisemici come quello di populismo, è meglio andarci con i piedi di piombo, e ricorrere a quella “analisi differenziata” dei fenomeni politici e sociali tanto cara anche a Lenin e Gramsci. Forse ne uscirebbe un ritratto più attendibile delle idee strampalate e demagogiche che sforna senza sosta l’opificio dell’anarcosindacalismo de’ noantri.

Michele Magno

2-Al direttore - L’assessore romano alla legalità, il magistrato Alfonso Sabella, è tornato precipitosamente dalla Transilvania per essere puntualmente a Roma in occasione di un Consiglio dei ministri in gran parte dedicato alla legalità in città. Tra Mafia Capitale e Giubileo l’amministrazione comunale sembra consegnata alla sovrintendenza premurosa del prefetto Gabrielli e dell’anticorruzione Cantone. Per l’assessore Sabella sembra vada bene così; quel che non si capisce è perché si vanti tanto che sia andata così.

Luigi Compagna

Come ripetiamo da diversi giorni sul nostro giornale, però, a proposito di vacanze, il problema di Roma, Sabella a parte, non è che il sindaco Marino sia in vacanza. E’ che purtroppo le vacanze di Marino prima o poi finiranno.

3-Al direttore - Non so se sia giusto liquidare il funerale del patriarca dei Casamonica come qualcuno mi sembra faccia. Non sono troppo sicuro che sia tutto rubricabile nel “folklore”, nella “tradizione”, nella “cultura”. La “sceneggiatura” ha previsto la presenza anche di un elicottero che ha potuto volare indisturbato sul cielo di Roma. Lo hanno sottolineato in molti: com’è possibile, in tempi di dichiarata “allerta terrorismo”, e con l’Anno Santo alle porte, che sia potuto accadere. Roma abbonda di “obiettivi “sensibili”: Quirinale, Vaticano, palazzo Chigi, Camera dei Deputati, Senato, Colosseo, Fontana di Trevi, ambasciata Usa, ambasciata del Regno Unito… Ma anche Milano non scherza: oggi c’è Expo, da sempre c’è il Duomo; anche Venezia con piazza San Marco andrebbe bene; per non dire di Firenze e Pisa… Tra l’altro qualcosa di simile è già accaduto: si ricorderà l’aereo decollato da Locarno e andato a fracassarsi sul Pirellone. L’allora presidente del Senato Marcello Pera parlò, nella concitazione delle prime ore, di possibile attentato terroristico, e ci fu un piccolo crollo in Borsa. Poi si accertò che terrorismo non era; ma quell’aereo, sul Pirellone comunque si fracassò.Il prefetto Franco Gabrielli dice che bisogna “lavorare” a monte: prima che l’elicottero o il velivolo decollino. Certamente va prestata un’attenzione maggiore di quanto se ne sia finora avuta; ma una volta che l’elicottero (o un altro velivolo) è in cielo, che cosa si fa, che cosa si può fare? Per essere più precisi: se l’elicottero (o un altro velivolo) dopo aver avuto la debita autorizzazione, “devia” con l’intenzione di scaricare qualcosa di meno innocente di petali di rosa, cosa si fa, si può e si deve fare? L’Aeronautica militare è autorizzata a fare cosa, mentre l’elicottero (o altro velivolo) sorvola la città? Mah!

Valter Vecellio

4-Al direttore - Ho sentito e letto molti servizi, dai toni commossi o indignati, sui morti, sui tempi massacranti di lavoro e sui salari da fame dei raccoglitori di pomodori in Puglia (ma non solo). Nemmeno uno invece su iniziative concrete dei sindacati (oltre alle solite denuncie verbali o a mezzo comunicati) che, come tutti nelle zone interessate al fatto, certamente conoscono i posti dove i “caporali” reclutano i lavoratori, e i padroni dei campi dove vengono portati a lavorare. Sanno inoltre che i padroni i soldi dei salari dei lavoratori (più o meno come da contratto nazionale) li passano ai “caporali”, che ne trattengono per sé i due terzi. Non ho memoria che i sindacati pugliesi (che contano decine di migliaia di iscritti e centinaia di dirigenti) abbiano organizzato per combattere questi scandali “presidi” nei luoghi di “reclutamento” dei lavoratori, e negli accessi ai campi dove vengono impiegati.

Nicola Guiso

5-Al direttore - Lei dice che l’obiettivo di Berlusconi è “che la legislatura duri il più possibile, per riorganizzarsi” e ricompattare il centrodestra. A me sembra che più tempo passa e più la coalizione dei cosiddetti moderati si disarticoli e perda pezzi e non si vede, a parte il cavaliere, chi possa essere in grado di assumere una convincente leadership del movimento in grado di competere per la guida della nazione, anche perché Salvini non viene accettato dai potenziali alleati che vedono in lui più un protagonista di lotta che di governo. E dalla stampa, voi compresi, il segretario della lega non risulta molto apprezzato: non so se a torto o a ragione. E il grave torto dell’ex premier è di avere pensato di poter durare in eterno nel massimo dello splendore, senza riuscire ad assicurarsi una degna e inevitabile successione. Tiriamo a campare, noi con loro!

Enrico Venturol