Lettere al Direttore Il Foglio 2.9.2015

Categoria: Rubriche

Ha senso un G20 in Italia? Appunti a Tlemonti sul 2011: fatti politici realizzati utilizzando il mercato?

1-Al direttore - L’idea di una presidenza italiana del G20 di fine 2016 è interessante e condivisibile. Non è, tuttavia, immaginabile che quella sia la sede per risolvere i problemi della crescita, alla cui soluzione si potrà dare certamente un contributo, ma poi vi è la parte che spetta al G7 e, prima ancora, all’Europa. Il G20 ha avuto il suo momento di riconosciuto apprezzamento quando a Londra, nel corso della crisi deflagrata nel 2008, riuscì a concordare nuove regole per le attività finanziarie, a cominciare dalla lotta ai paradisi fiscali. Tuttavia, alcune di quelle regole allora ipotizzate sono ancora inattuate. Ma è comunque sul terreno della regolamentazione delle attività economiche e finanziarie – ancora incompiuta e, come si è visto, alla base delle crisi, ivi compresa quella cinese – che questo gruppo può conseguire ancora qualche risultato utile. Il problema dell’ordine monetario internazionale o, più realisticamente, di un raccordo tra le principali aree monetarie è tuttora all’ordine del giorno. Il solo tornare ad affrontarlo, e non per un “certamen” oratorio o per “salvarsi l’anima” – o, peggio ancora, per l’esibizione di un protagonismo nostrano – darebbe un segnale importante.

Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

2-Al direttore - Mi chiamo Amos (in Di Michele), sono un gatto lettore del Foglio, di recente accasamento. Fin da quando ero cucciolo, e già un po’ teppista, mamma gatta mi avvertiva: “Fai il buono, sennò chiamo Langone”. A noi gatti, il sig. Langone ha sempre fatto un po’ impressione: come Napolitano a Travaglio, come il maggiordomo Edgar a Duchessa, come Renzi a Civati. Ieri sul Foglio ha scritto: “Sento il dovere di parlar male dei gatti” – ne sono rimasto impressionato (il dovere, nientemeno!) e, non Le nascondo, un filo compiaciuto, avendo di solito il sig. Langone altre gravose preoccupazioni quali: la mancanza di candele di cera in chiesa, i sodomiti che vogliono convolare a nozze, la scarsa odierna qualità delle maglie (come lo capisco, pure la qualità dei croccantini, signor mio!, non è più quella di una volta), la prevalenza delle femmine a capo dei musei, i misteri del vino biodinamico. Perciò, io sento piuttosto il dovere di parlar bene del sig. Langone e ringraziarlo per lo spazio che così spesso e con tanta generosità ci riserva, per la preoccupata attenzione che sempre mostra, e soprattutto chiedere scusa per il grande turbamento che possiamo procurare alle sue giornate. E ci creda, sempre caramente lo raccomandiamo nelle preghiere serali alla nostra protettrice, santa Gertrude di Nivelles. Ah, se poi ode miagolare di notte non si preoccupi: è solo quel mattacchione del gatto nero del sig. Poe. Tranquillo, Camillo! Con affetto felino.

Amos Di Michele

3-Al dilettole - Lispondo al Suo indovinello. Corriere della Sera, 30 aprile 2012. Nell’intervista al Corriere si ricordava l’ampio piano di deleghe previdenziali, assistenziali e fiscali presentato in Parlamento dal governo Berlusconi. I governi Monti-Letta hanno seguito un’altra strada ed hanno – inter alia – specificamente aumentato per una seconda volta l’aliquota dell’Iva. Non è dunque corretto quanto sostenuto nell’articolo “incliminato” secondo cui il governo Berlusconi avrebbe per due volte aumentato l’aliquota dell’Iva, i governi Monti-Letta nessuna!

Tanto coldialmente

P.S. Passando dal cinese all’italiano: Signor direttore, Lei è davvero convinto che i fatti dell’estate 2011 siano stati fatti di mercato con effetti politici o non piuttosto fatti politici realizzati utilizzando il mercato? Se vuole prove assolutamente indipendenti al proposito può leggere quanto scritto da J. Zapatero nel suo libro (“El dilema. 600 días de vértigo”, 2013). Grato per l’ospitalità, resto comunque disponibile per i prossimi indovinelli.

Giulio Tremonti

Caro professor Tremonti, conosco bene la sua tesi ma io ne ho un’altra e direi diametralmente opposta alla sua, rispetto all’estate del 2011. Capisco il suo punto di vista ma i fatti sono più semplici di come li descrive lei: un governo perde la sua sovranità economica quando non funziona e quell’estate, converrà anche Ella, il governo non funzionava più. E quando un governo non funziona e si indebolisce, i mercati – che non sono delle figure a tre teste, con dieci piedi e con sei mani ma sono semplicemente veicoli dei nostri risparmi – possono influenzare i governi in modo piuttosto incisivo. Qualcuno chiamerebbe questo fenomeno “golpe”. Qualcun altro – mi ci metto anche io – lo chiamerebbe in un modo più semplice: semplicemente politica. Grazie.

4-Al direttore - Leggo il suo editoriale del 31 agosto e penso che la minoranza dem dopo l’èra dell’antiberlusconismo si è subito rifatta, come vedete adesso, lo spettro e il boy scout invece Royal baby, fagocitato non so come da una sinistra che avrebbe messo al mondo un esemplare atipico della cultura del Nazareno. Quindi i Bersani & co si sono rimasterizzati e per non trovarsi impreparati a dover impostare un movimento con proposte, quindi costruttivo, e hanno coniato l’“anti renzismo”. Avanti sotto a chi tocca, non appena si aprirà la successione dell’“anti”.

Roberto Carletti

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