ANDREA'S VERSION Foglio 17.9.2015

Categoria: Rubriche

La corte europea dei diritti dell'uomo ha respinto il ricorso del governo sul caso di Bruno Contrada, l'ex funzionario del Sisde condannato a dieci anni per cosa?

di Andrea Marcenaro | 17 Settembre 2015 ore 06:28

COMMENTA 3 |   | 

La corte europea dei diritti dell'uomo ha respinto il ricorso del governo sul caso di Bruno Contrada, l'ex funzionario del Sisde condannato a dieci anni per cosa? Concorso esterno alla mafia. Che onore ai magistrati de noantri. La Corte, ad aprile, aveva stabilito che l'ex poliziotto non avrebbe dovuto essere condannato, riconoscendogli un risarcimento di diecimila euro (perché non si dicesse poi che l'Europa non pesi il quattrino). Il ministero della Giustizia aveva presentato ricorso. Che molto onore anche ad esso. Ora. La curiosità relativa sarebbe certo di sapere come l'ha presa il ministro Orlando. Quella più pregante, è se sia vero ciò che le solite fonti nel palazzo di giustizia di Palermo riferiscono come assodato, e però non riesco a credere. Se ad Attilio Bolzoni, sia venuto un attacco di vaginite.

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COMMENTI

1-      Gesuino Mattana • 4 ore fa

E io pago!

2-      Maria Pia Banchelli • 8 ore fa

il reato di concorso esterno alla mafia esiste dal 1994. Contrada perciò sè stato accusato di un reato ancora non esistente all'epoca dei fatti. Che il ministero di Giustizia abbia fatto ricorso è l'ennesima figuraccia. In nome e per conto dei soliti teoremi palermitani e non solo. Sarà interessante vedere quanti altri imputati per lo stesso reato faranno ricorso. Dell'Utri in testa.

3-      honhil • 9 ore fa

La

Giustizia italica è un continente inesplorato. Dal quale la cosiddetta stampa

libera si mantiene molto alla larga. Per non essere fagocitata. Al ministro

Orlando, poi, subito subito si potrebbe fare un’altra domanda. Che, ovviamente,

resterebbe senza risposta. Così si passa direttamente alla notizia. Un giudice

condanna un padre a risarcire, in via civile, la famiglia dell’uomo che gli

molestò la figlia, allora quindicenne e morta suicida a pochi anni dalle

violenze sessuali. ‘Il violentatore è

già stato condannato a tre anni di carcere in Cassazione e sta scontando la

pena. Ma rischia di uscire più facoltoso di quando ha varcato la soglia della prigione.

Il processo civile per il risarcimento del danno, infatti, invece di colpire

chi la violenza l'ha perpetrata, ha visto accanirsi il giudice contro il padre

della giovane suicida. Ben 40mila euro di spese processuali e morali.‘ La legge diventa sicario. La legge condanna la

famiglia offesa e premia la famiglia dello stupratore e nessuna delle

Istituzioni se ne chiede il perché. Dal Quirinale al Csm e all’Anm, silenzio

assoluto. Il buonsenso grida vendetta! C’è anche da chiedersi, però, perché gli

italiani, quelli della zona, attraverso i social, non organizzino un sit-in

sotto le finestre di quel giudice? E ancora. Perché un gruppo di avvocati

onesti non prenda sotto l’ala della Giustizia questa anormale sentenza, per

studiarne i possibili interventi? Come si fa ad avere rispetto della sentenze e

della magistratura e delle Istituzioni, davanti ad una situazione del genere?