Lettere al Direttore Il Foglio 22.9.2015

Categoria: Rubriche

Tsipras ha ucciso la sinistra: meglio con Angela che con Yanis. “Il progetto dell’ex ministro delle Finanze [Varoufakis], un po’ avventurista e piuttosto velleitario,

1-Al direttore - Gran titolo su tutta la prima pagina del Fatto quotidiano: “Tsipras uccide la sinistra”. Quindi, a Roma, nella sede del Fatto, c’è un tribunale speciale che processa e condanna gli assassini della sinistra: i giudici, ovviamente, sono Travaglio, Padellaro e gli altri. Dopo le sentenze date sul territorio nazionale, ora il tribunale ha esteso la sua giurisdizione in Europa. Sarebbe interessante sapere se la signora Spinelli, eletta al Parlamento europeo in nome di Tsipras, partecipa al tribunale che condanna l’assassino Tsipras.

Emanuele Macaluso

La santa inquisizione quotidiana però ha ragione: Tsipras ha ucciso la sinistra. E le elezioni greche ci dicono una cosa semplice: meglio un’altra Europa con la Troika (e con Merkel) che un’altra Europa con Varoufakis.

2-Al direttore - “Il progetto dell’ex ministro delle Finanze [Varoufakis], un po’ avventurista e piuttosto velleitario, aveva questo sinistro ingrediente: essere in sintonia con l’ala più oltranzista dell’Europa, ovvero con quella del ministro tedesco Schäuble” (Vendola, la Repubblica di ieri). A Nichi, ma che stai a di’? Ccà nisciuno è fesso.

Michele Magno

3-Al direttore - Mio nonno, uomo da non più di duecento parole l’anno,  mi ammoniva spesso dal far domande sciocche perché le risposte non potevano che essere altrettanto sciocche (lo diceva in dialetto milanese e non nella forbita traduzione che ho dato). Oggi dovrebbe cominciare la trattativa tra sindacati e imprese sul nuovo modello contrattuale, spero che se non tutti almeno qualcuno dei protagonisti abbia avuto come nonno un operaio della Breda come il mio o che abbiano letto il Cingolani della scorsa settimana.

Valerio Gironi

4-Al direttore - A margine dell’esemplare inchiesta di Giulio Meotti sugli scandali dell’Onu, perché non impegnare occhi e orecchie pure sull’Onu di casa nostra, quella Fao insediata dal 1951 a ridosso delle Terme di Caracalla… Cordialmente.

Augusto Frasca

5-Al direttore - E’ fastidioso raccontare di se stessi, ma se ti costringono… Ha ragione Crippa: a 25 anni ero già vecchio, perché avevo iniziato a lavorare quando ne avevo 8 e, in quei 17 anni, avevo già capito sulla mia pelle cosa significhi lavoro minorile, lavoro nero e lavoro in fabbrica. Senza contare, poi, le successive minacce subite dalla mafia mentre difendevo diritti e tutele. La verità è che in Italia molti parlano di lavoro, ma tanti non sanno di cosa parlano. Anche quando si intrattengono su questioni sindacali. L’unità del 1972 è un modello: il passato non può rivivere, ma può dare tanti insegnamenti, soprattutto a chi ha l’umiltà di saperlo ascoltare. E l’unità sindacale rinnovata e aggiornata può essere la risposta a chi chiede un sindacato al passo con i tempi per difendere con più efficacia i lavoratori, i pensionati e i giovani. Noi abbiamo proposte moderne. La Uil, ad esempio, ha elaborato un modello contrattuale che elimina il vecchio richiamo all’inflazione e che, invece, si basa sul pil e sulla produttività, per restituire potere d’acquisto ai lavoratori e aiutare, così, la crescita del paese. Inoltre, abbiamo anche avanzato l’idea dello sciopero virtuale come strumento per manifestare le proprie rivendicazioni e per non arrecare danno ai cittadini. Ma, per l’appunto, non tutti hanno l’umiltà di ascoltare né la volontà di dialogare. Oggi impera il nuovismo che avanza a testa bassa e prova fastidio per le altre idee, ma così non vede dove va a finire. Un antico proverbio Masai dice: i giovani corrono veloci, gli anziani conoscono la strada. Una società che sia capace di mettere insieme queste due potenzialità, purtroppo, nessuno è stato ancora capace di costruirla.

Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil

Rispondere a un corsivo con una quasi-relazione congressuale è un altro tic molto da vecchio sindacato. Crippa ce l’aveva coi tic, non con lei. Mai prendersi troppo sul serio, anche se si è cominciato da piccoli.

6-Al direttore - Lei dice che il museo del fascismo a Predappio sarebbe sacrosanto “per dimostrare che il nostro paese oggi è abbastanza maturo per fare i conti con la sua storia, senza nasconderla”. Ma non è su questo giornale che è stato scritto del sigillo presidenziale (Mattarella) alla “Liberazione 2.0”? E dell’urgente relooking di una guerra di Liberazione divenuta “civile”, secondo il “doveroso revisionismo” di un Montanelli, da correggere perché “troppo ecumenico” (Bocca)? No, il nostro paese non è abbastanza maturo per queste iniziative: oggi ci vuole troppo coraggio per non seguire il mainstream e toccare certi argomenti riguardanti quel che è avvenuto in Italia prima e dopo l’8 settembre 1943. Lo si vede, eccome. “I told you so”, Signora mia.

Giuseppe Giocoli

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