BORDIN LINE Foglio 6.11.2015

Categoria: Rubriche

Dubitare di Sinistra italiana, anche se (dicono) non è un'altra Cosa rossa. Dubitare che una prospettiva del genere, tutta interna a un pezzo di ceto politico, possa avere un qualche futuro

di Massimo Bordin | 06 Novembre 2015 ore 06:27

Dunque si chiamerà Sinistra Italiana il gruppo parlamentare che raccoglierà i nuovi usciti dal Pd e Sel. L’ipotesi è quella di portare poi la buona novella della nuova aggregazione in assemblee in varie città d’Italia, preferibilmente in quelle in cui si voterà a breve. “Non chiamateci ‘Cosa Rossa’, non vogliamo ridurci in uno spazio minoritario. Le nostre radici stanno nell’esperienza dell’Ulivo”. Bene. Che possa esserci uno spazio a sinistra del Pd di Renzi, non occorre essere un politologo per capirlo. Quanto grande, o piccolo, questo spazio possa essere, neanche un premio Nobel per la politologia potrebbe definire con certezza. Il richiamo all’Ulivo però evoca gli intendimenti della nuova formazione: la modifica dell’Italicum e un confortevole apparentamento con l’odiato Pd renziano. Si può capire il rifuggire dal minoritarismo e solidarizzare umanamente con chi vuole evitare di avere a che fare con Revelli e Ferrero, ma è lecito dubitare che una prospettiva del genere, tutta interna a un pezzo di ceto politico, possa avere un qualche futuro.

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