L'Italia vista dagli altri. Alla ricerca del denominatore comune della destra italiana

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La rassegna della stampa internazionale a cura di Agenzia Nova sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di New York Times, Stern, Welt, Wall Street Journal

Agenzia Nova, a cura di   | 09 Novembre 2015 ore 08:51

Ministro tedesco Steinmeier in Italia per discutere della crisi migratoria

Berlino, 9 nov -(Agenzia Nova) - Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier sarà oggi in Italia per discutere della crisi migratoria. Secondo i dati ufficiali, quest'anno più di 140 mila migranti sono arrivati in Italia attraversando il Mediterraneo sui barconi. Steinmeier farà visita alla nave della Marina tedesca Berlin per assistere alle operazioni di salvataggio della Bundeswehr. Durante la crisi dei profughi l'Italia si è sentita lasciata sola dai suoi partner europei, ma al contempo è criticata da questi ultimi per non aver adeguatamente identificato i profughi e non aver distinto rigorosamente i rifugiati dai migranti economici.

Padoan: "Il surplus commerciale tedesco danneggia l'eurozona come i debiti"

Berlino, 9 nov - (Agenzia Nova) - In un'intervista al quotidiano tedesco "die Welt", il ministro delle Finanze italiano Pier Carlo Padoan parla della situazione economica dell'Italia e della crisi dei profughi europea. "Dopo anni di paralisi, ci stiamo riprendendo e in tempi rapidi perché stiamo applicando riforme strutturali. Contemporaneamente stiamo risparmiando, per questo stiamo riuscendo a ridurre i debiti e ad aumentare la crescita. La Germania potrebbe aiutarci in questo se sono riducesse il suo avanzo commerciale. Italia e Germania sono parte della stessa unione monetaria, ma forse dimentichiamo un fatto: la Germania registra un avanzo delle partite correnti pari all'8 per cento del Pil. Per la stabilità dell'Unione questo squilibrio rispetto al resto dell'eurozona è tanto dannoso quanto i debiti degli altri Paesi. Per questo mi auguro che la Germania riduca il suo avanzo", afferma il ministro italiano nell'intervista.

Italia, la destra prova a ritrovare un denominatore comune per opporsi a Renzi

New York, 9 nov- (Agenzia Nova) - I principali partiti politici italiani di orientamento conservatore hanno tenuto ieri una manifestazione a Bologna, impegnandosi a lavorare assieme nel tentativo di imbastire una opposizione efficace contro il premer di centrosinistra Matteo Renzi. L'evento, preceduto da tafferugli tra antagonisti di sinistra e forze dell'ordine, è stato organizzato dalla Lega Nord di Matteo Salvini, che si è gradualmente imposta come primo partito politico conservatore a seguito del declino di Forza Italia, partito di centrodestra dell'ex premier Silvio Berlusconi. Questi ha tenuto un basso profilo dopo la condanna per evasione fiscale e l'allontanamento dalle cariche pubbliche nel 2013, ma ha partecipato all'evento di ieri, assieme a Giorgia Meloni, leader del partito di destra Fratelli d'Italia.

L'economia italiana svolta l'angolo

New York, 9 nov- (Agenzia Nova) - L'Italia sta faticosamente trovando la via verso la ripresa, scrive Richard Barley sul “Wall Street Journal”. Il Belpaese ha esibito a ottobre dati econometrici migliori di diversi altri paesi dell'eurozona. L'indice dei direttori agli acquisti per il settore manifatturiero e dei servizi è aumentato, il primo addirittura di 1,4 punti a 54,1. Nel frattempo è aumentata anche la fiducia dei consumatori, ai massimi dal 2002, stando alle stime di Bnp Paribas. Il tasso di disoccupazione resta assai elevato (11,8 per cento a settembre) ma ha esibito una lieve flessione, ed è un punto percentuale inferiore rispetto allo scorso anno. Il governo gode anche dei tassi di interesse ultrabassi garantiti dall'azione calmierante della Banca centrale europea (Bce), tanto che le obbligazioni con scadenza a due anni hanno tassi prossimi allo zero. Dopo anni di stagnazione e decrescita, nei primi due trimestri dell'anno l'economia italiana è tornata a crescere, pur se a ritmi anemici. Le proiezioni di crescita restano modeste: l'Fmi, che ha rivisto marginalmente al rialzo le proprie proiezioni, prevede che il pil italiano crescerà dello 0,8 per cento quest'anno e dell'1,3 per cento il prossimo. Molto resta da fare, ma il premier italiano Mattero Renzi – scrive Barley – ha compiuto progressi sul fronte del mercato del lavoro e a impostato una riforma costituzionale cruciale per incrementare la governabilità del paese, e ha appena portato a termine “la privatizzazione più significativa degli ultimi 16 anni”, ottenendo 3,4 miliardi di euro con la cessione di una quota di Poste Italiane. L'Italia resta una scommessa allettante anche per gli investitori: la Borsa italiana è ancora lontana dal picco pre-crisi, ma in un anno i titoli azionari del paese sono cresciuti mediamente del 17 per cento.

Panorama internazionale

Regno Unito: Cameron minaccerà di lasciare l'Ue se le richieste non saranno soddisfatte

Londra, 9 nov - (Agenzia Nova) - In evidenza sulla stampa britannica le anticipazioni del discorso che il primo ministro del Regno Unito, David Cameron, terrà domani sull'appartenenza all'Unione Europea in vista della rinegoziazione delle condizioni. Il premier dirà che l'eventuale decisione di uscire dall'Ue sarebbe irreversibile e avrebbe conseguenze per la sicurezza economica e nazionale, ma anche che la Gran Bretagna è un grande paese, la quinta potenza economica del mondo, in grado di sopravvivere al di fuori dell'Unione. Il concetto è stato espresso anche dal segretario agli Esteri, Philip Hammond, in un'intervista alla Bbc e dal sindaco di Londra, Boris Johnson, in un articolo sul quotidiano "The Telegraph": senza riforme sostanziali, la Brexit potrebbe diventare realtà. Su "The Independent" Guy Verhofstadt, leader del gruppo liberaldemocratico al Parlamento europeo ed ex primo ministro del Belgio, esorta Cameron a esprimersi con chiarezza sul suo obiettivo: un'Europa a due velocità. Su "The Guardian" John Longworth, direttore generale della British Chambers of Commerce, lo invita a mettere al centro delle trattative gli interessi delle imprese britanniche. Lo stesso giornale riferisce di un'analisi di ex diplomatici, funzionari dell'intelligence e studiosi sulla crisi di fiducia della politica estera britannica alla vigilia del negoziato europeo.

Germania: il personale di bordo Lufthansa ferma più di 900 voli

Berlino, 9 nov - (Agenzia Nova) - Questa mattina il personale di bordo della compagnia aerea Lufthansa ha ripreso a scioperare: dopo l'appello lanciato dal sindacato degli accompagnatori di volo "Ufo", questa mattina è iniziato lo sciopero dei dipendenti di Lufthansa a Francoforte, Duesseldorf e per la prima volta anche a Monaco. Secondo quanto confermato da un portavoce della compagnia, oggi verranno cancellati 929 dei 3 mila voli previsti. La mobilitazione sindacale colpirà circa 113 mila passeggeri. Lo sciopero, che dovrebbe durare per tutta la settimana, era iniziato venerdì, inizialmente però solo a Francoforte e Duesseldorf. Lo scontro tra gli accompagnatori di volo e l'azienda sulla pensione dei lavoratori dura ormai da due anni.

Regno Unito:Cameron minaccerà di lasciare l'Ue se le richieste non saranno soddisfatte

Londra, 9 nov - (Agenzia Nova) - In evidenza sulla stampa britannica le anticipazioni del discorso che il primo ministro del Regno Unito, David Cameron, terrà domani sull'appartenenza all'Unione Europea in vista della rinegoziazione delle condizioni. Il premier dirà che l'eventuale decisione di uscire dall'Ue sarebbe irreversibile e avrebbe conseguenze per la sicurezza economica e nazionale, ma anche che la Gran Bretagna è un grande paese, la quinta potenza economica del mondo, in grado di sopravvivere al di fuori dell'Unione. Il concetto è stato espresso anche dal segretario agli Esteri, Philip Hammond, in un'intervista alla Bbc e dal sindaco di Londra, Boris Johnson, in un articolo sul quotidiano "The Telegraph": senza riforme sostanziali, la Brexit potrebbe diventare realtà. Su "The Independent" Guy Verhofstadt, leader del gruppo liberaldemocratico al Parlamento europeo ed ex primo ministro del Belgio, esorta Cameron a esprimersi con chiarezza sul suo obiettivo: un'Europa a due velocità. Su "The Guardian" John Longworth, direttore generale della British Chambers of Commerce, lo invita a mettere al centro delle trattative gli interessi delle imprese britanniche. Lo stesso giornale riferisce di un'analisi di ex diplomatici, funzionari dell'intelligence e studiosi sulla crisi di fiducia della politica estera britannica alla vigilia del negoziato europeo.

Obama e Netanyahu provano a ricucire il loro rapporto

New York, 9 nov- (Agenzia Nova) - Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama accoglie oggi alla Casa Bianca il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che non incontra da oltre un anno. I due leader tenteranno di recuperare almeno in parte una relazione compromessa da anni di divergenze, specie in materia di sicurezza e politica geostrategica. Obama e Netanyahu discuteranno la possibilità di incrementare il sostegno militare statunitense a Israele come contropartita per l'accordo internazionale sul nucleare iraniano, che Tel Aviv reputa una grave minaccia alla propria sopravvivenza. Sinora le discussioni tra i funzionari dei due paesi alleati non hanno prodotto risultati apprezzabili, e fonti citate dal quotidiano avvertono che anche la visita di Netanyahu negli Usa dovrebbe concludersi senza annunci di rilievo. I modesti obiettivi fissati da Obama in vista dell'incontro dimostrano quanto le sue aspettative in materia di relazioni con Israele siano diminuite da quando assunse l'incarico. Obama aveva inaugurato la sua permanenza alla Casa Bianca, nel 2009, sperando di riuscire dove il suo successore, George W. Bush, aveva fallito, ovvero negoziare un accordo di pace duraturo tra Israeliani e palestinesi. I tentativi compiuti in tal senso dall'amministrazione Obama, però, sono miseramente falliti, e la scorsa settimana la Casa Bianca ha ammesso pubblicamente che tale obiettivo non potrà essere conseguito prima della conclusione del secondo ed ultimo mandato presidenziale di Obama. L'unica via rimasta al presidente Usa per dimostrare un minimo di attenzione per le istanze dello storico alleato mediorientale – conclude il “Wall Street Journal” - è quello di rinegoziare l'accordo bilaterale di sicurezza, che scade nel 2017. La scorsa estate la Casa Bianca aveva offerto a Israele un incremento degli aiuti militari come contropartita per l'accordo con l'Iran, ma Netanyahu aveva sdegnosamente rifiutato, sperando di convincere il Congresso federale Usa a deragliare l'accordo. Fallito quel tentativo, il premier israeliano è sceso a più miti consigli, e negozierà probabilmente un incremento degli aiuti militari a Israele, che attualmente ammontano a 3 miliardi di dollari. Tra le altre cose, idue paesi potrebbero negoziare la cessione a Israele di nuove bombe anti-bunker e di un maggior numero di cacciabombardieri F-35.

Usa: il processo a Exxon è una “persecuzione giudiziaria del dissenso climatico”

New York, 9nov - (Agenzia Nova) - Il “Wall Street Journal” si scaglia con un editoriale non firmato, e pertanto attribuibile alla direzione, contro la decisione della procura federale di New York di aprire un'indagine a carico della compagnia petrolifera Exxon Mobil con la discutibile accusa di aver “mentito a opinione pubblica e investitori” circa gli effetti dei mutamenti climatici. Il senatore progressista del Rhode Island Sheldon Whitehouse “ha chiesto per anni di incriminare le compagnie petrolifere per i mutamenti climatici”, e “ha finalmente trovato una sponda nel procuratore di New York e attivista progressista Eric Schneiderman”, accusa il quotidiano. Il processo per quello che il “Wall Street Journal” paragona a tutti gli effetti a un reato di opinione costituisce “una pericolosa nuova escalation nei tentativi della sinistra di schiacciare ogni forma di dissenso rispetto alla politica e alle scienze climatiche mainstream sul tema del riscaldamento globale”. I progressisti “hanno perso il dibattito sul piano politico, fallendo l'obiettivo di approvare un sistema cap and trade anche quando godevano di una vasta maggioranza al Congresso”, e così hanno ripiegato sui “diktat esecutivi dell'amministrazione Obama” e ora addirittura “sulle minacce di persecuzione giudiziaria”. Come già anticipato da fonti vicine agli ambienti giudiziari Usa citate da diversi quotidiani, l'inchiesta a carico di Exxon – che peraltro ha finanziato pubblicamente per decenni molti degli studi mainstream sui mutamenti climatici – sarebbe soltanto il primo atto di un'offensiva giudiziaria contro diversi altri attori economici del settore petrolifero: l'unica colpa di queste aziende, peraltro non dimostrata, sarebbe quella di aver finanziato anche associazioni e studi, di orientamento prevalentemente libertario, che invece non sposano il “consenso scientifico” in materia di mutamenti climatici. “Questo assalto – avverte il quotidiano – non si fermerà ad Exxon. Il mutamento climatico è la nuova religione della sinistra, e i progressisti stanno già dimostrando di voler trattare gli eretici come Cromwell fece coi cattolici”.

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