LIST il Foglio 24.11.2015 Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Categoria: Rubriche

"Politica estera" e "guerra", le parole che il Pd non pronuncia mai. Un caccia russo abbattuto dagli F-16 turchi al confine con la Siria, mentre tra Parigi e Londra riprende vita un nuovo patto militare

di Mario Sechi | 24 Novembre 2015 ore 10:31

Titoli. Guerra. Tanto la parola è impaginata dai giornali e tanto sparisce dai discorsi dei parlamentari, senza grande distinzione tra maggioranza e opposizione. Sono gli effetti della politica estera al cloroformio, fatta con la linea del “vediamo cosa fanno gli altri”, tipica del giornalista che dà la notizia il giorno dopo, quando l’hanno pubblicata tutti gli altri. Primo caffè, Corriere della Sera: “Parigi-Londra, patto di guerra”. Altro, no o quasi, tutto il resto della giornata è nel taglio basso: “Le nozze miliardarie tra Viagra e Botox”. Titolo pop-rock per dare la notizia di Pfizer che acquista Allergan. E Bassolino che tira qualche sassolino a Renzi? Un titolino, forse meritava di più. Apro Repubblica, si respira aria di cosmopolitismo e illuminismo: “Francia, la portaerei contro Is. Trovata a Parigi cintura esplosiva”. Tutti nella War Room. Sulla nobile spalla di Repubblica c’è l’Eco (Umberto) che racconta l’impresa fuori da Mondazzoli. Tanti auguri e voltiamo pagina. Anzi, facciamo un giro di titoli. Il Giornale in fase detective di guerra: “Chi aiuta il killer di Parigi”. Libero indaga sull’autodifesa: “La guerra italiana al terrore: libero chi progetta attentati”. Carlino-Giorno-Nazione a reti unificate: “Il barcone dei kamikaze”. Il Messaggero sulla stessa onda: “I kamikaze arrivati sui barconi”. La Stampa è in fase docu-fiction: “Raid e tank, scene di guerra in Siria”. Qualcosa fuori dalla guerra di carta? Una vagonata di soldi (forse) nel titolo del Sole 24Ore: “In Borsa il 40% di Fs nel 2016”. Catenaccio che spiega tutto: “Operazione da 3-4 miliardi - Resta il nodo della proprietà della rete”. Di chi è il binario? Buona giornata.

Guerra 1. Jet russo abbattuto. Un caccia russo Sukhoi 24 è stato abbattuto dagli F-16 di Ankara. La Turchia sostiene di aver agito per la violazione dello spazio aereo. Il ministro della Difesa di Mosca conferma l’abbattimento ma sostiene di poter dimostrare che il caccia non ha mai sconfinato nei cieli turchi. I piloti sono riusciti a salvarsi. Il caso tra Turchia e Russia ora è più che mai aperto.

Guerra 2. Francia-Inghilterra. Hollande va da Cameron. Hollande va da Obama. Cameron stanzia 12 miliardi di sterline in più per la Difesa del Regno Unito, isola che non sta al centro del Mediterraneo, ma tra Atlantico e Mare del Nord. Il Corriere della Sera titola: “Parigi-Londra, patto di guerra”. Ecco, io non dico che dobbiamo per forza imitarli, non abbiamo mai avuto spirito bellico e in chi governa predomina “l’armatevi e partite”. Però, sarebbe interessante capire qual è la linea italiana. Quella di Alfano la conosciamo: è tutto tranquillo, garantisco io. Figuriamoci. Ma quella del partito di maggioranza è talmente inconsistente che – sparita dalla discussione pubblica e dalle labbra del premier la sola parola “guerra” - la direzione del Pd di ieri ha fatto notizia per lo sbarramento a Bassolino, anzi, l’unico termine simil-diplomatico Renzi l’ha usato per Napoli: “moratoria”. Non militare, per le primarie.

Export. Quello tedesco cresce solo dello 0,2 per cento nel terzo trimestre. Dato molto povero che segnala come la ripresa europea sia debole. Che fare? C’è una riunione della Banca centrale europea per il 2 dicembre, in quella data dovrebbe essere deciso un ampliamento del quantitative easing. Più denaro per tutti.