Lettere al Direttore Il Foglio 25.9.2015

Categoria: Rubriche

La famiglia Sgarbi contro Marina è proprio quella famiglia Sgarbi? Negli “anni di piombo”, la Cgil di Luciano Lama fu alla testa della lotta contro il terrorismo delle Br e dei gruppuscoli neofascisti. Oggi la Cgil di Susanna Camusso è alla coda della lotta contro il terrorismo islamista

1-Al direttore - Ho letto numerosi articoli sulla nuova editrice-rifugio per intellettuali e scrittori choosy, che preferiscono distaccarsi da Mondazzoli e da Marina Berlusconi per incompatibilità antropologica, pezzulli corredati da foto ricordo alla “zio Vale”. Mi può dire per favore se la famiglia Sgarbi raccontata come fulcro della nuova impresa è proprio dessa, cioè la famiglia di Vittorio Sgarbi?

Giuliano Ferrara

Quando si dice una critica ad arte.

2-Al direttore - Fa bene Renzo Rosati (Il Foglio del 24 novembre) a dubitare che le Fondazioni di origine bancaria si siano incamminate verso un declino. In effetti, bisogna evitare di confondere quest’ultimo con una riforma voluta innanzitutto da questo stesso mondo (con la proposta di Giuseppe Guzzetti e del Tesoro), che invece ha rilanciato il ruolo di questi enti – non cordone con lo Stato, ma soggetti privati di utilità sociale – nei settori istituzionali di competenza, calibrando le loro partecipazioni nelle banche. Le Fondazioni hanno svolto e, sia pure con una presenza ridimensionata, continueranno a svolgere nel settore bancario le funzioni classiche di un investitore istituzionale, fondamentale per la stabilità e per l’autonomia del sistema. Ma dovranno agire più intensamente e estesamente nei comparti tipici della loro ragion d’essere. Il non verificarsi più, nei limitati casi richiamati, di uno sconfinamento nel merito delle gestioni bancarie costituisce un aspetto positivo, non certamente negativo. Rientra in tali casi il ruolo passato della Fondazione Montepaschi, da considerare proprio come insegnamento di ciò che tali enti non debbono fare. La riforma Tremonti, a suo tempo sonoramente bocciata “in toto” dalla Consulta, che avrebbe voluto dare alle Fondazioni un ruolo alla fin fine politico e di collegamento a doppio filo con i governi locali è ormai una storia che segnala gli errori gravi da non ripetere. Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

3-Al direttore - Negli “anni di piombo”, la Cgil di Luciano Lama fu alla testa della lotta contro il terrorismo delle Br e dei gruppuscoli neofascisti. Oggi la Cgil di Susanna Camusso è alla coda della lotta contro il terrorismo islamista. Non un’iniziativa di massa, non una manifestazione significativa sul piano nazionale (quella della Fiom era già stata decisa per obiettivi sindacali), non un’ora di sciopero, non un’assemblea nei luoghi di lavoro dopo i fatti di Parigi. Solo qualche insulso balbettio sulle colpe dell’occidente e qualche stanco anatema contro coloro che parlano di conflitto di civiltà. A me sfugge quale delitto essi commettano. Come ha osservato Giovanni Sartori, due civiltà possono coesistere non solo pacificamente, ma anche ignorandosi tra loro. Ma se non si ignorano e se si contrappongono e si contrastano, allora il termine conflitto è appropriato. Perché conflitto non è guerra, almeno finché non diventa armato. Caro direttore, quando quella che resta la più grande organizzazione di massa del nostro paese si preoccupa, in un momento in cui il mondo è una polveriera, più di promuovere una raffica di referendum contro il Jobs Act che di mobilitare e orientare i lavoratori contro il fondamentalismo sunnita, delle due l’una: o si è definitivamente trasformata in una gretta corporazione d’interessi, con buona pace di Lama; o ha una leadership culturalmente inadeguata, con buona pace di Bruno Trentin. Ma tra le migliaia di dirigenti e funzionari della confederazione di Corso d’Italia, ancora non se ne è accorto nessuno?

Michele Magno

O forse perché, sotto sotto, si pensa che l’islamista che bombarda l’occidente in fondo è solo un compagno musulmano che sbaglia, e nulla di più.

4-Al direttore - Segnali per favore all’ottimo Lanfranco Pace che ormai in tanti siamo convinti che ci vorrebbe un “ Vallo” tra noi tifosi umiliati ed offesi e questa squadretta del Milan senza gambe,senza fiato, senza giuoco, senza cuore e dove anche il nulla è troppo poco! Dopo tre campionati di malinconia ,il quarto non è più tifosamente e sportivamente sopportabile! Difficile comprendere questa inarrestabile parabola discendente degli storici intuiti del Cavaliere, sia in politica dove alberga solo tanta indecisione e confusione, ma sopratutto nel calcio, stadio nuovo sì poi no, vendo le quote ma… non ancora…! Che malinconia!

Bortolo Mainardi

5-Al direttore - Non per mancare di rispetto alla povera Valeria Solesin e all’immensa tragedia della sua famiglia, ma mi chiedo cosa ha impedito che – e ricordo solo una delle ultime vittime italiane del terrorismo islamista in ordine di tempo – fossero tributati altrettanti onori e funerali di stato al cooperante veterinario Cesare Tavella, ucciso in un agguato terrorista in Bangladesh, e scelto proprio per la sua attività di aiuto ai più poveri di quel Paese. L’attacco al Bataclan è stato certamente impressionate per l’Europa, e la sola (per fortuna) vittima italiana rappresenta qui tutti quei giovani morti in un momento di svago. Morire assassinati ad un concerto e mentre si fa jogging, mi sembrano però situazioni simili. L’impegno di Tavella, non meritava tanto quanto gli studi parigini della giovane Valeria?

Paola Ceva

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