Lettere al Direttore Il Foglio 2.12.2015

Categoria: Rubriche

Che simmetria c’è tra un occidente che arretra e un occidente secolarizzato.  Il preside di Rozzano.Festa Natale no ma una paganeggiante  “Festa d’inverno

1-Al direttore - Nell’indicare i rischi e le opportunità della privatizzazione di Fs, il Foglio del 1° dicembre riferisce correttamente che il governo, per eliminare ogni ambiguità, ha fatto dimettere Messori ed Elia da presidente e da amministratore delegato, perché sulla privatizzazione avevano visioni opposte. Bene. Ma la visione, rectius la posizione, del governo qual è? E’ il “proprietario” che deve stabilire come, quando e quanto si privatizza e farne oggetto di un mandato che non sia niente affatto generico da conferire ai manager responsabili della grande impresa pubblica. Se, poi, questi, stabilita dettagliatamente la missione da parte dell’esecutivo, a essa si opponessero in tutto o in parte, allora sarebbe logico il dimissionamento da parte del potere pubblico. Così, però, nel caso di specie non è avvenuto. E prevedere una delega implicita sul tema quasi in bianco ai manager è del tutto fuori luogo. A maggior ragione se, poi, si utilizza il conflitto di opinioni per la decadenza dall’incarico. A tutt’oggi va registrato che non si sa granché sulla privatizzazione e su come l’esecutivo pensa che debba avvenire. Si persevererà in questa omissione, dopo che non è stato neppure presentato un programma complessivo sui rapporti tra “pubblico” e “privato”? Si seguita nell’evocazione generica della necessità di strategie, guardandosi bene dal menzionarle?

Angelo De Mattia

2-Al direttore - Su una cosa ha ragione il preside di Rozzano: quando dice che non ha vietato la festa di Natale. Infatti l’ha mantenuta, trasformandola in una paganeggiante “Festa d’inverno”, ancora peggio. A lui e alle truppe cammellate che gli hanno espresso solidarietà con tanto di manifestazione, per le vacanze di Natale suggerirei un ripasso di Aristotele, in particolare la teoria sintetizzata nella celebre espressione “la natura rifugge il vuoto”. Forse capirebbero che quella teoria significa che quando una società viene svuotata della sua identità, è gioco forza che quel vuoto venga riempito da qualcosa d’altro. Tradotto: se oggi la Francia, e con essa l’occidente intero, si ritrova l’Isis dentro casa, il problema non si risolve spingendo ancora di più sul pedale della laicizzazione, ad esempio vietando ai bambini delle elementari, come è successo a Firenze, di andare a vedere “La crocifissione bianca” di Chagall, o proibendo l’allestimento del presepe in municipio, come vorrebbe la sindachessa di Madrid. E se c’è una cosa che l’islam radicale vede come il fumo negli occhi è il vuoto delle società secolarizzate e nichiliste. O il preside di Rozzano pensa che il Bataclan sia stato un bersaglio a caso?

Luca Del Pozzo

C’è una tragica simmetria tra l’occidente imbelle che arretra e l’occidente secolarizzato che si preoccupa di più di non offendere gli altri che di difendere se stesso.

3-Al direttore - Penso che essere cattolici sia come essere tifosi di calcio. Hai quella squadra lì, mica puoi cambiarla. Per esempio, se oggi un cattolico a Padova si sente più in sintonia con l’imam che dice “ma dai fatelo, alla fine, il vostro presepe, noi mica ci offendiamo”, o con il rabbino, che è preoccupato perché sa che prima faranno il mazzo ai cattolici e poi, inevitabilmente e con il gusto di sempre, pure a loro, e quindi tifa perché a Natale ci si ricordi di Gesù Bambino, mica puoi dire sono islamico o ebreo. No, sei romano, romanista e pure papalino. Così ti tocca tenere assieme a Garcia pure l’amico Cipolla, che non vuole essere chiamato monsignore. Avesse letto Rodari ricorderebbe il suo Cipollino, reso popolare poi dall’incommensurabile Boldi. Non ci hanno finiti Diocleziano, Lutero, Melantone, Robespierre, la teologia della liberazione e nemmeno Jovanotti. Passerà pure l’amico Cipolla. O Cipollino, così, perché non si offenda, che forse siamo davvero di religioni diverse.

Giampiero Beltotto