Lettere al Direttore Il Foglio 5.12.2015

Categoria: Rubriche

I confini che non ci sono più. Roger Waters? Meglio se cantava. Quando scrive che la presidente Boldrini “sfugge a Giachetti che le vorrebbe imporre un bando pubblico”

1-Al direttore - Aiutati che Draghi ti aiuta, così si potrebbe osservare riflettendo sulle parziali delusioni seguite alle decisioni del Consiglio direttivo della Bce di giovedì scorso. Il fatto è che molti non vogliono capire che l’obbligo cogente per l’Istituto è quello di mantenere la stabilità dei prezzi contrastando i rischi di deflazione. Dall’ottemperanza a esso scaturiscono più ampie conseguenze sui debiti sovrani, sul cambio, in generale sulla politica economica. Ma alla Bce non si può chiedere ciò che non può dare e, dunque, di surrogare le deficienze gravi nelle politiche economiche nazionali ed europea. Confidiamo in Draghi, l’espressione in bocca al ministro dell’Economia nei giorni scorsi non può affatto significare l’attesa messianica di un risolutore di problemi che spetta al governo affrontare con ben maggiore decisione promuovendo un vero rilancio della domanda interna. Quanto alle ulteriori “munizioni” di Draghi per allontanare lo spettro della deflazione non andrebbe finalmente escluso l’utilizzo di strumenti di Vigilanza bancaria anche per finalità di politica monetaria: così ha insegnato, ed efficacemente, la Banca d’Italia da Carli a Fazio. Sarebbe, questa, l’arma letale.

Angelo De Mattia

2-Al direttore - Sulle simpatie e le antipatie è inutile discutere, essendo per definizione soggettive. I fatti, invece, sono più oggettivi, e andrebbero rispettati almeno quanto le opinioni. Nel pezzo di ieri (“Laura Boldrini Channel”), Salvatore Merlo si occupa dell’avvicendamento al vertice dell’Ufficio Stampa della Camera allontanandosi parecchio dalla verità delle cose. Quando scrive che la presidente Boldrini “sfugge a Giachetti che le vorrebbe imporre un bando pubblico”, Merlo evidentemente non sa che è stata Laura Boldrini a voler introdurre una procedura di selezione mai attivata prima a Montecitorio. Nulla fin qui, se non le illazioni messe in giro, autorizza a pensare che abbia cambiato idea in materia di trasparenza. E sarebbe bastata qualche rapida verifica per accertare che l’intento di “portare Montecitorio sui social” è proprio della presidente Boldrini, considerata la sua insistenza nel volere dall’inizio della legislatura che “la Camera sbarchi nel digitale”, come la responsabile dell’Ufficio Stampa Anna Masera ha saputo fare egregiamente, per giudizio unanime.

Roberto Natale, portavoce di Laura Boldrini

3-Al direttore - Ho letto l’estratto di un intervento dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano pubblicato ieri dal Foglio sul sito e pur non essendo un fan di Napolitano mi sono trovato d’accordo con lui. Due passaggi. Il primo: “Mi sembra di dover osservare che ci sono alcuni punti, molto delicati e molto critici, come è ovvio. Nel vertice Nato – cui si è riferito il ministro Gentiloni – ritengo si debba fare molta attenzione, perché non è possibile che qualche paese ritenga di poter chiedere solidarietà alla Nato, dopo aver creato dei problemi alla Nato, perché questo è il caso del nostro partner nell’Alleanza atlantica, il governo turco. Dopo aver creato sicuramente un problema molto serio, in questa fase, non soltanto alla Nato, ma alla comunità internazionale c’è un appello alla solidarietà, che mi pare francamente un po’ impudente e troppo comodo: penso dunque che su questo versante si debba essere molto attenti”. Il secondo: “Voi ricorderete che abbiamo discusso di ciò agli inizi di febbraio di quest’anno in un ampio dibattito e io mi permisi allora di osservare che l’errore grave è consistito in una sorta di disimpegno di larga parte della comunità internazionale nella fase successiva a quella dell’intervento militare e della caduta del colonnello Gheddafi. Non che non si vedesse la necessità di un approccio costruttivo al Governo di una Libia liberata dalla dittatura del colonnello Gheddafi, ma ci fu in realtà – lo ripeto – una sorta di vero e proprio disimpegno di larga parte della comunità internazionale”. Finalmente un po’ di saggezza, dopo anni di errori e pasticci.

Mario Martini

Napolitano ha ragione quando dice che è il non interventismo dell’occidente che genera mostri in medio oriente, e non il contrario. Ma ha ancora più ragione quando infila il dito dentro una ferita della Nato. Il problema lo ha centrato bene ieri Sechi su questo giornale: come è conciliabile con la guerra allo Stato islamico il fatto che la Nato sia costretta a difendere paesi come la Turchia che non considerano una priorità la guerra contro lo Stato islamico? L’espansione dell’Isis non ha rimesso in discussione solo i fragili confini tracciati sulle mappe del medio oriente ma ha rimesso in discussione i confini delle alleanze dell’occidente. E all’interno di questi confini, è un dato di fatto che nella lotta contro il fondamentalismo di matrice islamica l’Europa percepisca una maggiore vicinanza con un paese come la Russia che è fuori dalla Nato che con un paese come la Turchia, che della Nato è un pilastro.

4-Al direttore - L’altra sera Roger Waters, leggendario fondatore dei Pink Floyd, era ospite a “Piazzapulita” su La7 – secondo il Fatto quotidiano, è il segno che “la squadra di giovani giornalisti del programma ha scelto di battere strade inesplorate” (Roger Waters, 72 anni). Waters è lo stesso personaggio che aveva chiesto a Jesse Hughes, il cantante degli Eagles of Death Metal sul palco del Bataclan il 13 novembre scorso, di unirsi al boicottaggio contro Israele. Allora Hughes gli aveva risposto con un dito medio. Ma non è questo il punto. Il punto è che Formigli ha invitato Waters per parlare di equilibri internazionali, di lotta al terrorismo e di occidente. Waters ha detto quello che va dicendo da anni, sfoderando il solito copione complottista: bravo Obama, grazie a lui non c’è stata la guerra nucleare con l’Iran, la campagna in Iraq è stato un complotto con fini economici, il terrorismo l’abbiamo inventato noi. Infine si è detto molto preoccupato per i bambini di tutto il mondo. E dunque mi chiedo: ma non era meglio farlo cantare?

Francesco Bortone