Lettere al Direttore Il Foglio 23.12.2915

Categoria: Rubriche

Dopo quattro colpi di stato, ora la mimetica. Evviva la mutazione genetica dei partiti. Coalizione sociale proposta ormai tanto tempo fa dall’onnituonante Maurizio Landini. A proposito: chi l’ha vista?

1-Al direttore - Vabbè quattro colpi di stato, ma ora pure la mimetica?

Giuseppe De Filippi

 2-Al direttore - "E’ un momento per meditare, per creare una pausa nella nostra vita", ha detto il non credente Augias. "E’ una celebrazione della vita", gli ha fatto eco il teologo Mancuso. Che ha aggiunto: "Con qualcosa di caloroso che unisce. Ma per alcuni la famiglia è una prigione. E il Natale può quindi portare con sé angoscia, ansia". Apperò, ci mancava questa del Natale a mo’ di pocket coffee e addirittura come fattore ansiogeno. Ma siccome al peggio non c’è mai limite, ecco che sabato scorso, nella scuola frequentata dai miei figli, durante la consueta recita di Natale i bambini delle quinte elementari che ti intonano? Tu scendi dalle stelle? Adeste fideles? Qualche altro canto della tradizione religiosa? Niente di tutto ciò. Gli hanno fatto cantare robe tipo "We are the world" e, udite udite, "Imagine". Che sarà pure un bel brano, ma qualcuno mi spiega cosa c’entra col Natale – che fino a prova contraria è una festa cristiana che celebra la nascita di Gesù di Nazareth, ovvero l’Incarnazione di Dio – una canzone che immagina un mondo senza paradiso e inferno e senza religioni?? Niente, appunto. E allora ti viene da pensare, oltre al fatto che ti girano i maroni come un ventilatore. Ed eccola, la risposta: "…Colui che è generato dal Padre nell’eternità è diventato uomo nella storia grazie a Maria. Il vero figlio di Dio è figlio vero dell’uomo. Oggi nella cristianità questi dogmi non contano più molto...Inoltre ci siamo fatti un’idea tale della tolleranza e del pluralismo, che credere che la verità si sia effettivamente manifestata sembra essere nientemeno che una violazione della tolleranza. Però, se pensiamo in questo modo, cancelliamo la verità, facciamo dell’uomo un essere a cui è definitivamente precluso il vero e costringiamo noi stessi ed il mondo ad aderire ad un vuoto relativismo". Parole tratte da un’omelia dell’allora card. Ratzinger. Era il 25 dicembre 1978.

Luca Del Pozzo

3-Al direttore - In queste ore, in cui non si capisce chi ha vinto e chi ha perso in Francia e in Spagna, chi è di destra e chi è di sinistra in Italia, chi è riformista e chi è conservatore in Europa, chi è populista e chi non lo è nel mondo, sento molto la mancanza di una bussola, di una stella polare, di un faro in grado di orientare e illuminare un passaggio d’epoca così confuso. Per essere chiaro, penso alla coalizione sociale proposta ormai tanto tempo fa dall’onnituonante Maurizio Landini. A proposito: chi l’ha vista?

Michele Magno

4-Al direttore. Il dramma di chi insegue Podemos. Analisi giusta, aderente al reale, la sua. Quello che accantoniamo nella nostra mente, è normale che sia così, è la narrazione millenaria della lotta per il potere. In politica, ma non solo, il potere significa avere la forza d'imporre un tuo modello costruito su tuoi "princìpi" diversi da quelli del modello che vuoi abbattere, meglio, che vuoi sostituire col tuo. In sostanza è sempre stata una lotta tra "principi" che in quanto tali sfuggono, rifiutano di essere valutati con la prevenzione del principio di realtà. "Con le budella dell'ultimo prete impiccheremo l'ultimo re". Si voleva far credere che da lì nascesse un mondo nuovo, più giusto, più libero e che solo il popolo sarebbe stato luce, meta e guida di se stesso. Sono "principi" concettualmente assurdi e fraudolenti: danno per scontato che il popolo possa autogovernarsi senza necessità di gerarchie e strutture e regole. Per democrazia diretta s'intende questo. Il fatto che tanti abbocchino dimostra come le vie per il potere possano travestire il lupo da agnello. In principio di realtà, poi s'impone: ma sempre dopo. Sarà così anche per la Spagna.

Moreno Lupi

Il principio di realtà batte sempre la politica dei princìpi. Ma i partiti che mettono in campo la politica dei princìpi – quelli anti sistema – non li si batte solo con i princìpi di governo. Li si batte trasformando i partiti. Anche a costo di fare quello che per esempio è successo in Italia con il Pd: avviando una radicale mutazione genetica. Cambiare tutto. Oppure Vendola.

5-Al direttore - Max Weber, da lei citato nel pezzo su chi insegue Podemos, è meglio riassunto da Oscar Wilde, per il quale non bisogna mai discutere con un idiota: ti trascina sul suo terreno e poi ti batte con l'esperienza. Resta il problema di stabilire in questo caso quale dei due sia l'idiota, e non solo in base all'altro assunto per il quale non bisogna mai discutere con un idiota perchè la gente potrebbe non notare la differenza: ma anche per l'eventualità che la gente noti che non c'è differenza.

Moreno Lupi