Lettere al Direttore Il Foglio 13.2.2016

Categoria: Rubriche

Boeri, fortissimamente Boeri. Fassina: come podemos ridurci così? - Leggo che per le prossime elezioni capitoline è già pronto il ticket “de sinistra” Marino-Fassina

1-Al direttore - Agente 00,7.

Giuseppe De Filippi

Al direttore - Leggo che per le prossime elezioni capitoline è già pronto il ticket “de sinistra” Marino-Fassina. Io sono un elettore romano ultrasettantenne, a basso reddito e affetto da una grave patologia cardiovascolare. Chiedo al ministro Lorenzin: ho diritto all’esenzione?

Michele Magno

2-Prima o poi Fassina, Marino e Civati si guarderanno allo specchio, conteranno i voti ottenuti e alla fine diranno: ma podemos davvero ridurci così?

3-Al direttore - Giuliano Ferrara, nel Foglio dell’11 febbraio, ha indicato come meglio non si potrebbe tutti gli argomenti che militano contro l’istituzione del ministro europeo del Tesoro. Aggiungo che, pur prescindendo dall’intento che Giuliano, tra l’altro, scorge nell’iniziativa richiamando la lettera Trichet-Draghi dell’agosto 2011,  cioè di svellere il governo Renzi, l’unica motivazione rappresentata dalla proposta è quella di dare un interlocutore alla Bce, superando la zoppìa tra  moneta e politica monetaria uniche, da un lato, e politica economica e di finanza pubblica differenziate per partner dell’Unione o dell’Eurozona. Basta questo? Niente affatto. Quali compiti avrebbe, su quali basi del Trattato si innesterebbe e con quale assetto istituzionale, per quali politiche, con quali collettivizzazioni di rischi e di impegni: nulla di tutto ciò viene detto. Anche Francia e Germania, alla fine, hanno gettato acqua sul fuoco di quest’altra zoppìa riguardante una carica di cui non si sanno o non si dicono il perché e il per come, ma se ne continua intensamente a parlare. Se bisogna intravedere un minimo di razionalità in uno degli originari proponenti, coautore di una nuova lettera del tipo di quella citata, il tedesco Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, allora si può pensare che siano state messe in conto le risposte complessivamente non favorevoli per poi passare a sostenere (altro che collettivizzazione) che bisogna attribuire un rischio ai titoli pubblici e fissare dei limiti all’investimento in essi da parte delle banche, secondo il pensiero che sempre Weidmann ha espresso altre volte. Insomma: un’alternativa siberiana, da rigettare subito. Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

4-Al direttore - Caro Cerasa, credo che Gad Lerner abbia meno voglia di sorridere rispetto a lei di fronte alla possibilità che Tito Boeri, presidente dell’Inps, come raccontato dal Foglio, possa essere, un domani, il nome giusto per succedere a Renzi a Palazzo Chigi in caso di crollo del governo Renzi. Scrive Lerner sul suo sito: “Per chi ha una visione  un po’ più aderente alla realtà rispetto alla visione leggermente deformata dei palazzi romani che seduce le migliori menti della nostra generazione, lo scoppio di una seconda recessione, per certi versi ancora più grave della prima di quella del 2008, aveva provocato la caduta del governo Berlusconi. Il leader di Forza Italia aveva rifiutato a lungo di adottare misure di riduzione del disavanzo per rassicurare i mercati, sempre più inquieti sulla capacità di ripagare il debito dell’Italia nonostante gli acquisti da oltre 100 miliardi della Bce via Smp. Se Renzi dovesse incontrare simili difficoltà, un simile scenario politico si potrebbe anche riproporre, ma non certo per le “fantasie sull’establishment”, quanto per l’eventuale incapacità di risolvere la lunga crisi italiana. Al Foglio va il merito di aver ipotizzato un nome certo credibile come quello di Tito Boeri, visto che negli ultimi due decenni i governi tecnici hanno caratterizzato la storia del nostro Paese nei suoi momenti di maggior difficoltà”. Anche Lerner, mi pare di capire, considera credibile il nome di Boeri come possibile Mario Monti del 2016. C’è da ridere o c’è da piangere?

Luca Maffei

Faccia lei. Intanto maliziosamente segnalo. Primo. Articolo di Tito Boeri due giorni fa sul giornale tedesco Handelsblatt (ma da quando i presidenti dell’Inps scrivono sui giornali tedeschi?) con proposta programmatica per una grande riforma delle pensioni, sul modello Boeri. Secondo. Aiutatemi. Come si chiama l’università francese in cui lavora Enrico Letta? SciensesPo. Indovinate chi apre il working paper di febbraio dell’università SciensesPo? Tito Boeri. Per carità. SciensesPo è grande e Tito Boeri, scrivendo già su Handelsblatt, non ha bisogno di conoscere Enrico Letta. Ma noi siamo maliziosi e sorridiamo. Auguri, e figli spread.

5-Al direttore - La grande caccia è finita, le onde impossibili, quelle gravitazionali, sono state catturate. E’ un grande giorno per la fisica. E Albert Einstein, che le aveva previste, ha avuto ancora una volta ragione. Allo sbarco negli Stati Uniti, alla domanda sul foglio di immigrazione in cui gli si chiedeva la razza, scrisse soltanto “umana’’. Poi dopo la scoperta epocale della teoria della relatività, non dismise lo scetticismo che gli aveva attaccato addosso  la vita e spiegò: “Se verrà dimostrato che la mia teoria della relatività è valida, la Germania dirà che sono tedesco e la Francia che sono cittadino del mondo.  Se la mia teoria dovesse essere sbagliata la Francia dirà che sono un tedesco e la Germania che sono un ebreo’’.

Gino Roca

6-Al direttore - Con una mossa da grande politico il tanto vituperato, da voi, Matteo Salvini ha trovato il candidato ideale per Milano, Stefano Parisi, mettendo d’accordo tutto il centrodestra. E se alla fine del vostro sondaggio, con tutto il rispetto per Nicola Porro, uscisse fuori lui come nuovo leader?

Roberto Alatri

In Lombardia, Salvini, non lo batte nessuno.

7-Al direttore - Non sono d’accordo con il cardinale Bagnasco. Io mi auguro il voto palese. Ognuno di loro deve assumersi le proprie responsabilità, in particolare i cattolici di entrambi gli schieramenti, davanti a Dio. Se il ddl Cirinnà è una “mossa del padre della menzogna per distruggere il Disegno di Dio” come ebbe a scrivere alle suore carmelitane di Buenos Aires anni fa Papa Bergoglio in una simile circostanza, allora chiediamo che scatti per loro una automatica scomunica a partire proprio dal cattolico Renzi. Non vedo come possa essere in comunione con Dio chi vuol distruggerne il Suo Disegno.

Vittorio Colavitto

Quando si vota sui diritti, il voto palese ti costringe spesso a fare non quello che ritieni giusto fare ma quello che gli altri si aspettano che tu faccia. La libertà di coscienza, se davvero la si vuole, su alcuni temi non può che esprimersi con il voto segreto. I voti segreti in questa legislatura, poi, di solito hanno prodotto ottimi risultati. Hanno rottamato Prodi, la vecchia classe dirigente del Pd, confermato Napolitano, promosso Renzi, imposto il garantismo. What else?