BORDIN LINE Foglio 14.2.2016

Categoria: Rubriche

La multa a 5 stelle e l'illusione di risolvere un problema politico con un marchingegno giuridico

di Massimo Bordin | 11 Febbraio 2016 

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La cosa più convincente sulla questione della multa da applicarsi ai candidati comunali del M5s, ma anche ai loro deputati europei, in caso di comportamenti diversi rispetto alle decisioni del vertice del movimento, mi pare l’abbia scritta Andrea Cangini, mettendo in evidenza l’illusione, ricorrente già dagli albori della seconda repubblica, di risolvere un problema politico attraverso un qualche marchingegno di tipo giuridico. Impietosamente Cangini cita il contratto notarile cui Berlusconi costrinse i suoi futuri parlamentari. La fine è nota. Il fenomeno del trasformismo non si riesce a debellare con contratti e relative penali. Occorrono modifiche profonde del sistema politico. Mi spiego con un esempio: il trasformismo non esiste praticamente nei paesi anglosassoni a modello bipartitico ma l’esperienza ci insegna che nel nostro paese quando, sulla base di un referendum, si è tentato di costruirlo il risultato è stato un fallimento. Gli esiti del disastro ci accompagnano tuttora e il M5s ne è in qualche modo figlio, oltre che, con i suoi transfughi ed espulsi, riproduttore; esattamente come la precedente “banda degli onesti”, quella di Di Pietro, che ha portato in Parlamento il mitico Scilipoti, oltre a De Gregorio e Razzi.

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Commenti

matteo di nenno

Il numero dei partiti non c'entra. L'uninominale assegna solo un seggio per collegio, non la maggioranza a una lista e specie negli Usa, dove il Governo non ha bisogno dei numeri in Parlamento per limitarsi a governare, ogni eletto è un partito e non ha senso parlare di trasformismo.

Il senatore della California vota le leggi che meglio crede in nome di tutti i cittadini della California, come il Presidente amministra a propria discrezione in nome di tutto il popolo americano.

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elio

Eleggere, essere eletti. Diritto attivo, diritto passivo. Basterebbe che i detentori del primo fossero così intelligenti da non votare più, da nessuna parte e in nessun modo, i candidati diversamente etici? No che non basterebbe, vengono dallo stesso mazzo. E poi, chi siamo noi (elettori) per giudicare?

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Tepozzino

La stratosferica clausola penale per garantire il rispetto del codice etico del movimento (che dovrebbe essere invero oggetto di spontanea adesione e non di coercizione) è davvero un bel paradosso etico.

Ci rimugino sopra ma non riesco a formarmi una opinione salda. Mi torna solo in mente la fulminante battuta di Woody Allen in Prendi i soldi e scappa:

"gli ho spiegato tutto della religione, gli ho pure insegnato tutto il Vangelo a bastonate e lui niente".

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