Migranti,"in Africa un miliardo di bestie.Non sanno che non si può violentare"

La gaffe dell'avvocato del Comitato pari opportunità della Corte d’Appello di Salerno

di Antonio Amorosi, 15.9.2017 da www.affaritaliani.it

«Non possiamo pretendere che un africano sappia che in Italia, sulla spiaggia, non si può violentare una persona, perché lui probabilmente non lo sa nemmeno, non lo sa proprio». Parola di Carmen Di Genio, avvocato del Comitato pari opportunità della Corte d’Appello di Salerno.

E’ proprio il caso di dire ironicamente «nomen omen», come gli antichi romani: «il nome è un presagio». Infatti molti la stanno attaccando su facebook infuocando il social network. Nicoletta: «Genio proprio non direi...». Lucia: «Non ho parole.... Cercasi forma di vita intelligente su un altro pianeta». Mario: «Ecco perché defecano nelle fontane, non sanno, sono gnorri....».

Adriano: «Come se questa avvocatessa avesse detto che un africano è privo di senso morale, è per sua natura un delinquente. Non poteva lanciare un'offesa più infamante al popolo africano. Per trovare qualcosa di simile occorre risalire ai tempi in cui si pensava che i negri non fossero esseri umani o non avessero l'anima».

Di Genio ha fatto la sua considerazione il 13 settembre a Salerno intervenendo al convegno nazionale sulla sicurezza e la legalità organizzato dall’Associazione Street Kali, al cospetto di tutte le autorità locali, sindaco e assessori compresi. E nessuno la contraddice. L’avvocato Di Genio parla per venti lunghi minuti. Sembra il solito discorso ritrito. Al tavolo dei relatori siede anche il Questore di Salerno Pasquale Errico.

Di Genio: «In uno Stato di diritto solo l’attuazione del principio di legalità garantisce condizioni democratiche, rispetto delle regole che si ricollega al problema che sta per affliggerci: il terrorismo». In sostanza: se si decide di accogliere gli immigrati bisogna integrarli ed educarli ai nostri valori. Poi l’accelerazione: «Non possiamo pretendere che un africano sappia che in Italia, sulla spiaggia, non si può violentare una persona, perché lui probabilmente non lo sa nemmeno, non lo sa proprio».

Infine alcune considerazioni sull’accoglienza e i diritti. Poi si rivolge al Questore Errico: «Lei sa dove sono gli oltre cinquemila migranti sbarcati a Salerno? Io no ma so che, potenzialmente, sono arruolabili da associazioni criminali… educando al nostro principio di legalità gli extracomunitari che sono in mezzo a noi li allontaniamo dai fondamentalismi, li de-radicalizziamo. Altrimenti siamo a forte rischio».

Applausi.

Non credendo alle nostre orecchie, che cioè tutti gli africani siano quasi naturalmente votati alla violenza sessuale e che non sanno non si possa violentare un donna in Italia chiamiamo l’avvocato Di Genio e le chiediamo spiegazioni.

Di Genio: «Sono senza parole, ma lei ha sentito tutto il mio discorso? Mi stanno accusando di tutto, dicono cose orribili».

Mi spiace per questo, ma io l’ho sentita e non ho capito. Cosa intendeva dire con quella frase?

«Io parlavo di quelle bestie che hanno fatto le violenze a Rimini. Sono molto sensibile ai temi delle donne».

Capisco la sua intenzione ma forse si è espressa male. E’ stata fraintesa? E’ una gaffe la sua?

«No, ma quale gaffe. Il mio intervento va ascoltato nei venti minuti nell’ambito di un discorso sulla sicurezza e sulla legalità e va capito. Io sono contraria ai muri. Ma gli immigrati se vogliono entrare vanno educati».

Si ma anche in Africa sanno cos’è una violenza sessuale. Lei l’ha generalizzata a tutti. Non crede di doversi forse scusare perché si è espressa male?

«Mi scuso e di cosa? Ho detto solo che vanno educati».

Ma guardi che lei ha detto una cosa diversa (e le ripeto la sua affermazione).

«Ho detto solo che vanno educati ai nostri valori altrimenti non possono entrare».

Quindi in sostanza abbiamo un miliardo di bestie in Africa, praticamente…!?

«Si, esattamente. Se vogliono entrare devono essere educati ai valori della nostra civiltà»

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata