La 15enne idolo dei sovranisti smonta le bufale di Greta &Co

Izabella Nilsson Jarvandi, anche detta "l'anti-Greta", approfondisce la sua visione del mondo e racconta cosa pensa della coetanea

Giuseppe Aloisi , 06/05/2019 - 10:50 www.ilgiornale.it

Da una parte Greta Thunberg, con l'ecologismo ambientalista propagandato in tutto l'Occidente, dall'altra Izabella Nilsson Jarvandi, svedese a sua volta ma, in maniera diversa da quella che definisce una sua "coetanea", identitaria, sovranista e anti - gender.

Dove per "gender" va intesa l'ideologia che caldeggia la non esistenza delle differenze tra generi. Si può sintetizzare così la dialettica mediatica che sta interessando le due giovani.

La storia, il profilo e le istanze portate avanti dalla Jarvandi possono essere approfondite pure su Gli Occhi della Guerra. La stessa ha rilasciato un'intervista al quotidiano La Verità, pubblicata nella giornata odierna, dove parla della battaglia Green della Thunberg alla stregua di un' "arma di distrazione di massa". Vediamo quali altre argomentazioni ha utilizzato.Ha solo quindici anni, ma dimostra subito di avere una discreta consapevolezza delle sfide che il mondo ha davanti a sè. Il suo slogan? Sembra quasi un "prima gli svedesi". Sì, perché il ragionamento di partenza è anche questo: "Certo, perché se abbiamo già tanti problemi e non riusciamo ad aiutare la nostra gente, come possiamo aiutare gli immigrati?".

Difficile, approfondendo il parere di questa giovane militante, non riscontrare analogie profonde con la dottrina politica populista. Esistono - sostiene la Jarvandi - una serie di fattori problematici dal punto di vista sociale. Uno - aggiunge - è dovuto al fatto che molti migranti siano stati concentrati nei luoghi periferici della Svezia contemporanea. Abbiamo già ascoltato questo argomento durante molte campagne elettorali europee. C'è spazio pure per una disamina statistica sul fenomeno delle violenze sessuali che - stando a quello che racconta - sembrano rappresentare qualcosa in più di episodi sporadici.

Che il "modello Svezia" avesse qualche difetto strutturale, del resto, è già emerso con contezza. Izabella Nilsson Jarvandi, almeno per ora, è meno mainstream - lo sottolinea pure nel corso del'intervista al quotidiano diretto da Belpietro - , ma non meno tagliente: "Non ce l'ho con le persone che sono arrivate in Svezia, ma con chi ce le ha portate". La "distorsione", insomma, ha origine in quell' "alto", che i sovranisti intendono contrastare partendo dal "basso", cioè dal recupero della sovranità perduta in favore dei pochi. Si tratta di una narrativa che abbiamo imparato a conoscere. E Greta? "Ho la sensazione che non ne sappia poi granché. Sente di dover fare qualcosa, ma non sa che cosa". La Jarvandi non accusa la sua "coetanea" a testa bassa, ma non si fa troppi problemi a marcare una differenza.

La sfida tra identitari e globalisti, quella che riguarda un po'tutto il Vecchio continente, risiede pure nella dialettica alimentata da queste due adolescenti svedesi.

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