Che cos’è la “Città dei 15 minuti”, il modello sostenibile che arriva da Parigi (1929) e attrae l’Italia

Il concetto deriva da quello di “neighborhood unit”, ovvero “unità di vicinato” elaborato per la prima volta nel 1923 in un concorso nazionale di architettura di Chicago

Antonio Lamorte — 25.10. 2021 ilriformista.it lettura2”

È ormai un cult, una tendenza, una specie di ritornello, anche propaganda. Fatto sta che tutti vogliono la cosiddetta “Città dei 15 minuti”. Un modello, che arriva da Parigi, di città sostenibile proposto dall’urbanista franco-colombiano della Sorbona Carlos Moreno. Il progetto è stato inserito nel 2020 nel programma elettorale della sindaca di Parigi Anne Hidalgo e nel frattempo se n’è cominciato a parlare sempre più spesso anche in Italia.

Per esempio è stata citata in campagna elettorale dal sindaco di Milano Giuseppe Sala – uscente e rieletto – e dal nuovo sindaco di Roma ed ex ministro all’Economia Roberto Gualtieri. La “ville du quart d’huere” prevede di riorganizzare gli spazi urbani in modo che il cittadino possa trovare entro 15 minuti a piedi da casa tutto quello di cui ha bisogno: lavoro (anche in co-working), negozi, strutture sanitarie, scuole, impianti sportivi, spazi culturali, bar e ristoranti, luoghi di aggregazione e via dicendo.

Il concetto deriva da quello di “neighborhood unit”, ovvero “unità di vicinato” elaborato per la prima volta nel 1923 in un concorso nazionale di architettura di Chicago. Il dibattito a inizio Novecento in molte metropoli nordamericane verteva proprio su come contrastare la crescita delle grandi città industriali che con la motorizzazione di massa rischiavano di espandersi incontrollatamente generando sacche profondissime di lontane e anonime periferie.

L’alternativa fu inizialmente quella della “città-regione”, del Regional Plan of New York del 1929 e che riguardava soprattutto Manhattan. La “Città dei 15 minuti” è una maniera di pianificare strategicamente, territorialmente, ecologicamente e strutturalmente tutte le dimensioni dei servizi e degli spazi di un’area. Una maniera per ridurre l’uso delle automobili e dei mezzi pubblici, ridurre quindi il traffico e l’inquinamento, valorizzare ogni quartiere, accorciare il gap tra la maggiore efficienza del centro e i disservizi delle periferie.

Una proposta ormai molto popolare, della quale si parla da anni, e che piace agli italiani: secondo un sondaggio Ipsos per Legambiente diffuso nei giorni scorsi, agli italiani piace molto la “Città dei 15 minuti” a piedi, con i servizi di prossimità, e piacciono perfino le politiche di limitazione quasi totale della circolazione di auto e moto. La maggioranza degli intervistati ritiene però al tempo stesso che si tratti di un progetto “non realistico”. La pista è quella giusta insomma, ma il sospetto che si tratti soltanto di uno slogan (almeno al momento) è altrettanto popolare.

Antonio Lamorte

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