Preghiera. Spumanti famosi e costosi? Vini addizionati che sanno di funghi

E sono anche sciroppati. Un augurio al lettore di brindare al nuovo anno senza spumanti ma con frizzanti "sur lie", "rifermentati in bottiglia", "ancestrali", come preferite insomma Il vino è lo specchio dell'Italia

CAMILLO LANGONE 31 DIC 2021 lfoglio.it

“Una visione povera” è quella di chi beve spumanti famosi e costosi (champagne, franciacorta, trento eccetera) secondo il vignaiolo Luca Francesconi della cantina Josef di Ponti sul Mincio, in un videino molto divertente in cui con accento molto lombardo, non lontano da Maurizio Milani, parla di vino aggirandosi per la sua campagna. A me piace definire lo spumante famoso e costoso (champagne eccetera) “chardonnay addizionato che sa di funghi”, tralasciando i pochi casi in cui lo chardonnay non c’entra ed evidenziando ciò che disgustosamente viene aggiunto: lo sciroppo. Francesconi evidenzia invece ciò che disastrosamente viene tolto: i lieviti. Per lui lo spumante famoso e costoso (champagne eccetera) è innanzitutto vino impoverito. Per me è innanzitutto vino sciroppato. In effetti è entrambe le cose: vino prima impoverito e poi addizionato, prima castrato e poi ricostruito, insomma snaturato e mostruosamente pasticciato. Auguro all’amico lettore di brindare al nuovo anno senza spumanti ma con frizzanti “sur lie” (come li chiama Francesconi), “rifermentati in bottiglia” (come li chiamo io), “ancestrali” (come li chiamano altri). Auguro dunque, enologicamente parlando e non solo, la verità e la vita.

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