Meteo, il glaciologo Peter Wadhams: "Non ci sarà una nuova normalità"

Invece le ondate di calore diventeranno sempre più frequenti e i record di temperatura continueranno a essere battuti". E a nulla servirà ridurre le emissioni

21 luglio 2022 libero.it lett2’

Troppo caldo? È solo l'inizio. Per Peter Wadhams, glaciologo britannico "non ci sarà una nuova normalità". Questo infatti implicherebbe una stabilizzazione del clima, "invece le ondate di calore diventeranno sempre più frequenti e i record di temperatura continueranno a essere battuti". E a nulla servirà ridurre le emissioni, visto che quella già presente secondo l'esperto basterà a produrre l'effetto serra peri secoli a venire. Intervistato da Repubblica, il docente di "cambiamenti climatici" al Politecnico di Torino e autore nel 2017 di "Addio ai ghiacci" spiega il motivo di tutto questo inaspettato caldo. "Si sommano due effetti. C'è un fiume di calore in cui l'aria molto calda generata nel Sahara viene spinta a nord dal vento attraverso l'Europa occidentale, colpendo Portogallo, Spagna, Francia e Regno Unito".

Da questo fenomeno, nonostante le elevate temperature, l'Italia è stata parzialmente risparmiata. Poi c'è la seconda anomalia nella Corrente del Golfo, "per cui un grande vortice nell'Atlantico orientale forma un sistema rotante chiuso che produce una cupola di aria calda sull'Europa occidentale". Risultato? L'acqua "evapora prima di raggiungere il suolo o subito dopo averlo toccato. Non sopravvive per raffreddare la terra o dare sollievo alla vegetazione".

In tutto ciò però la politica rimane inerme: "Nessuno - perde le staffe - sta prendendo in seria considerazione i danni causati, le probabili tendenze future al peggioramento, gli impatti economici e psicologici. Temo che perché il clima venga considerata una vera crisi ci vorrà un gran numero di morti". Nel mirino di Wadhams ci finisce anche Joe Biden, sì perché "se la defezione di Trump dall'accordo di Parigi è stata un disastro deliberato, la debolezza di Biden sta avendo lo stesso effetto. Nonostante le promesse del presidente, si stanno sviluppando progetti petroliferi nell'Artico: la scusa è sempre la minaccia russa. A mio avviso però, gli accordi di Parigi sono già falliti e non c'è alcuna possibilità di mantenere il riscaldamento al di sotto dei 2°C, per non parlare di 1,5°C".

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