Bestiario. Hanno il radar per gli insetti, volteggiano, impollinano e non sono ciechi: osservando i pipistrelli, le “rondini della notte”

Nel momento in cui il tardo pomeriggio diventa l’imbrunire, sopra la stazione ferroviaria di un paese in collina vola uno stormo di rondini montane.

PAOLA PERESIN 25.10.2022 Qdpn.it lettura2’

Nel momento in cui il tardo pomeriggio diventa l’imbrunire, sopra la stazione ferroviaria di un paese in collina vola uno stormo di rondini montane. Un po’ più piccola della rondine (specie tipicamente migratrice la cui unica osservazione non fa primavera), quello della rondine montana è un volo inequivocabile, un susseguirsi di virate ritmate e di scatti repentini dove i cambiamenti di direzione e di velocità si alternano freneticamente.

In autunno, la quantità di cibo (insetti) comincia a scarseggiare e ci si deve impegnare non poco a pattugliare tutto il cielo disponibile. Nonostante il nome, la rondine montana non vive solo in montagna e l’osservazione dei primi siti di nidificazione in aree urbane padane risale più o meno a quarant’anni fa. La sua identificazione non provoca nessuno stupore quindi, solo la possibilità di apprezzare ancora una volta le acrobazie aeree di questa piccola rondine.

Mentre abbasso lo sguardo sono contenta di vedere che la mia non è l’unica testa rivolta verso l’alto; un gruppo di adolescenti con il naso all’insù guarda lo stormo di rondini che lentamente si allontana, ed è proprio uno di loro che improvvisamente indica un altro tipo di volo. Le rondini sono andate a dormire e lo spazio aereo vuoto mantiene una fonte di cibo e quindi arrivano loro, le rondini della notte, i pipistrelli.

 

Uno dei ragazzi lo identifica e lo mostra agli altri. Avrà 15-16 anni (il ragazzo, non il pipistrello) ed è confortante sentirlo parlare mentre smentisce la presunta cecità (no, i pipistrelli non sono ciechi!) e la voglia (francamente incomprensibile) che avrebbero questi straordinari volatori di impigliarsi nei nostri capelli. Mi chiedo se l’interesse del ragazzo comprenda gli esperimenti dell’abate scienziato Lazzaro Spallanzani, lo scopritore del “radar” che ogni pipistrello usa per catturare gli insetti in volo, e magari anche delle diverse strategie che alcuni insetti hanno evoluto per salvarsi dalla efficacissima tecnica predatoria dei pipistrelli.

Ma mentre mi avvicino sento che la conversazione adolescenziale non si allontana dalle famigerate figure di vampiri succhiasangue e di maldestri pipistrelli parrucchieri. Osservo il mio giovane (presunto) amico che lascia i compagni discutere e con lo sguardo ammirato non molla un attimo i pipistrelli che volteggiano sopra le nostre teste, e mi auguro che questi utilissimi impollinatori (si, i pipistrelli fanno anche questo) abbiano trovato un giovane estimatore che possa aiutare a fermare il declino di questi mammiferi volanti.

(Foto: Wikipedia).

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