ALL'ECOFIN La ricetta Draghi per l'Ue comprende un fondo di debito comune

500 miliardi anno, l'interrogativo è come finanziare queste esigenze. La Germania si oppone all'idea di nuovi Eurobond

26 FEB 2024 lettera David Carretta ilfoglio.it lettura2’

All'Ecofin l'ex presidente della Bce ha discussio con i ministri delle Finanze europei. La transizione, la difesa e gli investimenti produttivi costano più di 500 miliardi l'anno: l'interrogativo è come finanziare queste esigenze. La Germania si oppone all'idea di nuovi Eurobond

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Sabato mattina, all'Ecofin informale di Ghent, Mario Draghi ha discusso con i ministri delle Finanze dell'Ue del rapporto che dovrebbe presentare entro la fine del secondo semestre. L'ex presidente della Bce ed ex premier italiano, non ha usato un linguaggio diplomatico. “Quando guardiamo ai nostri principali concorrenti e agli Stati Uniti in particolare, il divario è ovunque: produttività, crescita del pil, pil pro capite, eccetera”, ha detto Draghi. Ci sono tre ragioni. Primo, l’ordine economico globale in cui l’Europa ha prosperato (facendo affidamento sull’energia russa, sulle esportazioni cinesi e sulla difesa degli Stati Uniti) è scosso. Secondo, la velocità nell’intraprendere la transizione verde che rimette in gioco le catene di approvvigionamento. Terzo, la velocità di cambiamento impressa dall'intelligenza artificiale.

Secondo Mario Draghi, il fabbisogno finanziario della doppia transizione verde è stimato ad almeno 500 miliardi l'anno, a cui occorre aggiungere le risorse per la difesa e gli investimenti produttivi. L'interrogativo è come finanziare queste esigenze. Corre “mobilitare il risparmio in Europa come è stato mobilitato negli Stati Uniti”, ha spiegato Draghi, sottolineando che “il denaro pubblico non sarà mai abbastanza”. Tuttavia serve anche la politica fiscale. A livello nazionale, lo spazio fiscale è limitato dalle regole del Patto di stabilità e crescita o dall'elevato livello di debito. A livello di Ue, invece, Draghi ha proposto “un fondo dedicato, o un prestito (comune), o partenariati pubblici e privati in cui la Bei avrà un ruolo”. Secondo Draghi, finanziare queste esigenze a livello dell’Ue permette “un approccio unificato a qualunque cosa intraprendiamo”

  

La Germania si oppone a un debito comune per la difesa

Durante il dibattito all'Ecofin, “è emerso un forte accordo tra i ministri sulla diagnosi presentata da Draghi e un sentimento condiviso sul senso di urgenza di agire”, ci ha detto una fonte a conoscenza delle discussioni. Ci sarebbe convergenza sulla necessità di ridurre i prezzi dell'energia e gli oneri normativi e avere un mercato unico forte per ripristinare la competitività. Per contro “sono emersi diversi punti di vista su come affrontare la questione degli investimenti pubblici”, ci ha detto la fonte. Sull'idea di Eurobond per gli investimenti nella difesa, rilanciata dal premier estone, Kaja Kallas, il tedesco Christian Lindner è stato esplicito. "Non penso che ne abbiamo bisogno". I ministri delle Finanze invieranno i loro contributi a Draghi, che ha chiesto “azioni coraggiose se vogliamo finanziare i costi della doppia transizione e della difesa e mantenere i nostri modelli sociali e la coesione sociale”.

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