Lega al congresso PDL da congresso

30.5.2011. Comunque vadano i ballottaggi, la corsa interna all'eredità di Bossi e Berlusconi non si fermerà. La lega deve celebrare fra poco il congresso Regionale. Treviso è la pancia della prima Liga, identitaria della resistenza non xenofoba ma  veneta  alle tentazioni  delle alchimie governative centrali e portata a risolversi i problemi in casa. Perde alle elezioni  recenti nonostante la lista "Razza Piave" e la politica localistica cieca alle problematiche del più vasto terrirorio, viene messa in discussione. Maroni scende in provincia e presenta il montebellunese Marzio Favero iniziando così la guerra per capovolgere gli assetti esistenti (Gobbo Gentilini?) I gruppi si spartiscono le poltrone del potere per non acuire i contrasti, venendo così ad assomigliare sempre più alla partitocrazia che si vorrebbe combattere. Nulla cambia. Zaia si mantiene per il momento al di sopra delle parti, ma Tosi, sindaco di Verona, con Maroni incalzano e Bossi ha il suo da fare a Varese. La lega di San Pietro da che parte sta? Si renderà conto che c'è una politica amministrativa nella quale eccelle il suo capogruppo e una politica generale che informa la vita? Nel PDL continua la pace (guerreggiata) fra Sacconi e Galan. Il partito chiede più democrazia interna, poter scegliere i propri dirigenti, poter discutere, prepararsi al dopo Berlusconi. Si discute o discuteva sulla forma partito più adatta a cogliere le istanze dei cittadini, per ancorarsi al terrirorio, e uscire dal contingente.  Finirà la dittatura dei dirigenti calati dall'alto che rispondono solo a se stessi? Qui a San Pietro c'è l'intelligenza per cominciare ma occorre umiltà e capacità di iniziativa politica. O PDL e Lega cambiano o l'attuale maggioranza Dalto sarà premiata ancora per molto e non senza motivo.

 

Walter Cadorin

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