L’islam della bellezza

Arte ecumenica. In Vaticano una collezione di opere musulmane con un rarissimo Corano e oltre mille ceramiche e miniature. Riapre tra pochi giorni il Museo missionario-etnologico

Cavaliere con falco, ceramica del XVIII secolo, Teheran - Collezione Museo missionario-etnologico del Vaticano (photo courtesy)

di Fabiana Giacomotti | 16 Maggio 2016 ore 11:08 Foglio

COMMENTA 1 |   | 

Mi creda, fra cento anni l’Etnologico sarà la grande attrazione dei Musei Vaticani“, dice monsignor Paolo Nicolini con la placida proiezione remota dell’istituzione usa a ragionare per epoche e non per congiuntura, eppure dolorosamente conscia della necessità di tenere conto di ogni minima fibrillazione temporale. Settanta manufatti di questa immensa attrazione semisconosciuta innanzitutto agli italiani, il Museo missionario-etnologico che riaprirà fra pochi giorni dopo due anni di lavori ma davanti al quale tantissimi visitatori passano distrattamente da decenni, obnubilati dai Raffaello e dai Michelangelo, sono rientrati da qualche tempo dal Museo della civiltà islamica di Sharjah (Emirati Arabi Uniti), al termine della prima mostra interculturale e interreligiosa sull’arte islamica conservata in Vaticano e che comprende oltre mille fra libri, manufatti, armature, ceramiche, miniature, espressioni dell’islamismo dal Marocco all’Indonesia, datati dal primo periodo islamico fino alla fine dell’Ottocento, fra cui un rarissimo Corano in miniatura e una serie di maioliche persiane donate negli anni Trenta del Novecento da una famiglia palermitana, i La Farina, spesso richieste dai grandi musei internazionali per la squisita fattura e la policromia brillante. La mostra negli Emirati, del tutto ignorata in Italia, venne aperta alla presenza e grazie al sostegno dell’emiro Sultan bin Mohammed al Qasimi pochi mesi prima che i demolitori del terrore entrassero a Palmira e che il dialogo interculturale si trasformasse nella strategia curatoriale forse di moda, di certo moralmente imprescindibile, dei più importanti musei del mondo.

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Articolo completo su Il Foglio del 16.5.2016

Commento

Fabrizia Lucato • 2 ore fa

"Visione colonialista dell'arte", dunque. Opere musulmane e Corano esposte con ogni cura in Vaticano. Musei in tutto l'Occidente strapieni di opere di ogni luogo, tempo e cultura. Spedizioni archeologiche occidentali in tutto il mondo. Studi su studi e pubblicazioni su pubblicazioni e mostre su mostre su quanto l'ingegno umano abbia prodotto ovunque e comunque. Tutto questo è l'Occidente, adesso. Le distruzioni a Palmira, Ninive, Bamiyan invece no.

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