Il sesso sarebbe stato liberato ma continua a turbare la gente

Discutiamo da un paio di settimane delle violenze sessuali, o delle molestie, o del sesso consenziente del produttore americano Harvey Weinstein.

 di Goffredo Pistelli 26.10.2017 da www.italiaoggi.it

Discutiamo da un paio di settimane delle violenze sessuali, o delle molestie, o del sesso consenziente del produttore americano Harvey Weinstein. Nel contempo, impazzano sui social network storie, o molto più verosimilmente leggende, a sfondo sessuale, voci che si ripetono, diventando sempre più forti, finché qualche cronista, con la paura di prendere il cosiddetto buco dalla concorrenza, non le scrive come fossero vere. Che si tratti di mature signore in cerca di amori esotici con i profughi dei centri di accoglienza o mamme sbadate che inviano immagini intime al gruppo whatsapp della scuola anziché al consorte. E giù chiose di commentatori ed esperti.

Non solo, basta aprire le homepage dei principali quotidiani italiani, e il sesso tracima da una notizia all'altra della cronaca, nera, bianca o rosa che sia. Curiosamente, a diversi decenni dalla Rivoluzione sessuale, dopo che cinematografia, tv, stampa ci hanno mostrato, descritto, insegnato il sesso, dopo che una generazione è cresciuta con la pornografia a portata di click, i fatti che hanno a che fare con l'Eros turbano milioni di persone e s'è c'è di mezzo anche Tànatos, ossia la morte, non ne parliamo.

Pruriginose attenzioni che, alla fine del secondo decennio del ventunesimo secolo, mostrano in maniera incontrovertibile che l'opera indefessa di normalizzazione cui è stata sottoposta la sessualità, nel tentativo progressista di emanciparla, è miseramente fallita. Questo clamore, questo pathos adolescenziale, documentano che la trasgressione il cui livello si è andato alzando di anno in anno, con una fruizione pornografica così ampia da diventare imposizione, questo scostumarsi progressivo sostenuto dalla motivazione dell'avanzamento dei costumi e di un approccio meno codino al corpo, non ha affatto colto nel segno. La rimozione, psicologicamente violenta, del pudore non ci ha reso più liberi, più equilibrati. Anzi, sembra produrre l'effetto opposto: clamore goffo e un po' malato.

Il tutto mentre la psicoanalisi, che offriva delle chiavi interpretative per capire queste pulsioni, è snobbata da intellettuali e giornalisti che, per decenni, l'avevano ridotta a moda (e solo a libido). Invece questi giganteschi rossori collettivi dicono che nella sfera intima di ogni uomo e di ogni donna lavorano meccanismi complessi e delicati, e che averli messi a nudo, è il caso di dirlo, con scarso senso critico, averli fatti banali pensando di renderli normali, ha prodotto danno. Non ci ha fatto progredire ma, più che altro, non ci ha portati da nessuna parte.

Come per molte rivoluzioni, siamo all'eterogenesi dei fini.

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