1. QUINCY JONES: "BEATLES? I PEGGIORI MUSICISTI DEL MONDO. NON SAPEVANO

SUONARE. PAUL ERA IL PEGGIORE BASSISTA CHE ABBIA MAI SENTITO. RINGO STARR? NON PARLIAMONE NEANCHE''

Da www.vulture.com Dagospia

2. ''MICHAEL JACKSON HA RUBATO UN SACCO DI CANZONI. ERA MOLTO AVARO E AVEVA UN PROBLEMA CON LA SUA IMMAGINE: SUO PADRE GLI DICEVA CHE ERA BRUTTO E ABUSAVA DI LUI"

3. ''IL GANGSTER SAM GIANCANA UCCISE KENNEDY CHE ERA LEGATO A SINATRA E ALLA MAFIA''

4. ''12 ANNI FA ANDAI A CENA CON IVANKA TRUMP, AVEVA LE PIÙ BELLE GAMBE CHE AVESSI MAI VISTO, PECCATO AVESSE IL PADRE SBAGLIATO - HILLARY HA TROPPI SEGRETI NASCOSTI"

5. ''MARLON BRANDO SI SCOPAVA QUALUNQUE COSA. DA JAMES BALDWIN A MARVIN GAYE...''

Sia nei modi che nella musica, Quincy Jones è sempre stato considerato da tutti un personaggio raffinato, sofisticato e impeccabilmente ben introdotto (succede, quando si vincono 28 Grammy e si coproduce l’album più venduto nella storia della musica). Ma di persona, il musicista 84enne è molto più spinoso e complicato di quanto sembri da fuori: “Quello che ho fatto è stato solo dire sempre la verità,” dice Jones, seduto su un divano nel suo ‘palazzo’ di Bel Air, poco prima di dare fiato alle trombe del gossip. “Non ho nulla di cui avere paura.”

E parla proprio come se non avesse nulla da perdere, Jones, mentre nella sua tuta scura e larga, avvolto in una sciarpa stilosa, inizia a sciorinare nomi; rimproverando, lodando, raccontando (e riraccontando) storie sui suoi amici e colleghi famosi.

Anche quando usa parole dure, le dice con un tono avvolgente, sporgendosi spesso in avanti per dare il cinque all’intervistatore o battergli una mano sul ginocchio. “Ah, le esperienze che ho avuto! Da non crederci amico.”

Qual è una cosa che le persone non sanno su Michael Jackson?

Detesto doverlo dire in pubblico, ma Michael ha rubato un sacco di canzoni. A partire da “State of Independence” di Donna Summer (composta da Vangelis) in cui il riff centrale del basso è incredibillmente simile (sebbene sia velocizzato) a quello nel suo singolo hit “Billie Jean.” Le note non mentono amico, era un personaggio molto machiavellico.

In che modo?

Era avaro, era molto avaro. Greg Phillinganes - tastierista di varie collaborazioni tra Jones e Michael - gli aveva trovato molti arrangiamenti per il disco “Off the Wall” (1979), tra cui la sezione centrale di “Don’t Stop ’Til You Get Enough.” Michael avrebbe dovuto dargli almeno il 10% per quel pezzo, cosa che non fece mai.

E fuori dalla musica?

Non facevo che mortificarlo per le sue operazioni chirurgiche. Lui si giustificava sempre tirando in causa qualche malattia strana. Cazzate.

Aveva un problema con la sua apparenza perché suo perché suo padre gli diceva sempre che era brutto e abusava di lui. C’è uno strano contrasto tra la gioiosità della musica di Michael e la sua vita sempre più triste.

Ma il suo problema finale fu col Propofoll, un potente sedativo che Michael chiamava il suo “latte” e che il medico continuava a somministrargli per l’insonnia. La polizia confermò che la causa della morte fu un’intossicazione acuta da anestetici, e il medico fu accusato di omicidio colposo.

Ma è un problema che riguarda tutti qui in America, come gli oppiacei. Stando intorno alla Casa Bianca con i Clinton per otto anni ho imparato quanto sia grande l’influenza della Big Pharma, non è uno scherzo. Hillary non piace alla genete ha troppi segreti nascosti.

C’è qualcosa che preferirebbe non sapere oggi?

Vorrei non sapere chi ha ucciso Kennedy.

Chi è stato?

Sam Giancana, il gangster di Chicago. C’era una connesssione tra Sinatra, la mafia e i Kennedy. Joe Kennedy era una persone malvagia, venne da Frank per farlo parlare con Giancana per i voti dell’Illionis nel 1960.

Avevo già sentito questa teoria sulla mafia che aiutò i Kennedy coi voti.

Non dovremmo parlarne in pubblico. Di dove sei tu?

Toronto.

Ahh, sono stato al Concerto al Massey Hall. Quella sera del maggio 1953 suonarono Charles Mingus, Bud Powell, Charlie Parker, Max roach e Dizzie Gillespie per la prima e l’ultima volta insieme. La band guadagnò una miseria, era solo un’altra serata per loro. Non potevamo certo immaginare che sarebbe passata alla storia; come Woodstock, chi avrebbe mai detto poi che divenisse ciò che è oggi, con Jimi Hendrix che suonava in quel modo l'inno nazionale. Anche se i festival non sono mai stati il mio genere di cosa, Elon Musk continua a cercare di convincermi ad andare al Burning Man, ma non ci penso nemmeno!

Hendrix non doveva suonare su Gula Matari?

Sì avrebbe dovuto, era il periodo in cui stava espandendo il suo vocabolario musicale e passando dal rock e il blues al Jazz e il funk. Purtroppo morì asfissiato a settembre di quell’anno, svignandosela. Era nervoso all’idea di suonare con figli di puttana paurosi come Toots Thielemans, Herbie Hancock, Hubert Laws e Roland Kirk. Toots era uno migliori solisti mai esistiti. Suonavano solo quelli più tosti sui miei dischi e Hendrix non voleva suinare con loro

Cosa ha pensato la prima volta che ha sentito il rock?

Il rock non è altro che una versione bianca del rhythm & blues, figli di puttana. Sai? Conobbi Paul McCartney quando aveva 21 anni.

Quali furono le sue prime impressioni sui Beatles?

Erano i peggiori musicisti del mondo. Non sapevano suonare. Paul era il peggiore bassista che abbia mai sentito. Ringo Starr? Non parliamone neanche. Ricordo che una volta eravamo in studio insieme a George Martin, e con Ringo arrangiammo una versione di “Love Is a Many-Splendored Thing” per il suo album di debutto da solista: ci mise tre ore e mezzo per aggiustare una sola battuta in quattro quarti per una canzone, ma proprio non ci riusciva. Gli dicemmo: “amico, perché non ti fai una birra e ti prendi un’oretta per cercare di rilassarti un po.” Lui così fece, e nel frattempo chiamammo Ronnie Verrell, un batterista jazz, che in un quarto d’ora chiuse la battuta.

Quando tornò mi chiese di risuonargliela e disse: “Questa non sembra così male?”

E io, tra me e me: “Certo figlio di puttana, non sei tu!” È un’ottima persona però, devo aggiungere.

C’erano musicisti rock che stimava?

Sì, credo che il gruppo di Eric Clapton, i Cream, non fossero male. Ma sai chi suona esattamente come Hendrix? Paul Allen. Sì proprio lui, il cofondatore multimiliardario di Microsoft. Ha una collezione di chitarre e di yacht da fare invidia al mondo, ma fa un ottimo uso di entrambi.

Una volta eravamo in barca insieme a David Crosby, Joe Walsh e Sean Lennon – quei pazzi figli di puttana – e a un certo punto arrivò pure Stevie Wonder col suo gruppo e fece salire Paul sul palco. Da non crederci. È davvero bravo quello, amico.

12 anni fa andai pure a cena con Ivanka Trump, aveva le più belle gambe che avessi mai visto, peccato avesse il padre sbagliato.

Da una prospettiva musicale invece, qual è la causa di cui va più fiero?

Del fatto che posso annotare musicalmente qualunque sensazione. Non molte persone ci riescono, è un grande dono. Non lo sostituirei per nulla al mondo.

Sente lo spirito del jazz nel pop di oggi?

No. Quando un musicista pensa ai soldi, Dio esce dalla stanza. Io non ci ho mai pensato, nemmeno facendo ‘Thriller’. Per lo stesso motivo oggi non c’è innovazione e i produttori non hanno conoscenza del passato, quindi non hanno idea di dove stanno andando. Lo stesso vale per i musicisti, a cui manca una conoscenza musicale formale di base. Ma ciò che è peggio è che lo sanno e non gli importa di non averla.

Qual è stata la sua più grande innovazione musicale?

Tutto quello che ho fatto. Ogni mio lavoro è stata una sfida di contrasti tra generi, ho suonato ogni tipo di musica: da quella per bar mitzvah, alle marce militari a quella per gli strip-club. Jazz, pop, tutto.

E chi le piace oggi?

Bruno Mars, Chance the Rapper, Kendrick Lamar, l’ultimo disco di Ed Sheeran è fantastico, Sam Smith pure è un grande. Mark Ronson è uno che sa come produrre.

E per quanto riguarda le colonne sonore?

Sono tutti pigri, anche qui nessuno va a riascoltarsi i lavori di Bernard Hermann. Mi piace Alexande Desplat, il compositore francese che ha vinto l’Oscar per le musiche di ‘Grand Budapest Hotel’. Lui sì che è bravo, siamo fratelli. È stato influenzato anche da me.

Guarda, i princìpi musicali esistono. Oggi i musicisti non riescono a spingersi troppo oltre perché non hanno fatto i loro compiti a casa. La musica è scienza e emozione. Quest’ultima non dev’ essere esercitata, viene naturalmente. Ma per quanto riguarda la tecnica è diverso. Se non riesci a mettere le tue dita tra una terza, una quarta, una settima e un’ottava sul pianoforte, non sai suonare. Puoi spingerti solo fino a un certo punto senza tecnica. Le persone oggi si limitano musicalmente.

Questi musicisti conoscono il tango? La Macumba? La Samba? Il bossa nova? La Salsa? Il Cha-cha?

Con Marlon Brando siamo stati amici una vita. Durante il periodo in cui stavamo sulla sua isola a Tahiti, andavamo a ballare tutte le sere il Cha-cha. Era il figlio di puttana più seducente che conoscessi. Si scopava qualunque cosa. Qualunque! Pure la cassetta della posta, andò a letto con James Baldwin, Richard Pryor e Marvin Gaye...

Ha dormito con tutti loro?

Ma certo! Non gliene fregava un cazzo.

C’è qualcosa di positivo nella musica di oggi?

Una volta vidi una mappa della Terra di com'era un milione e mezzo di anni fa. Le persone si sono mischiate e si sente nella musica. Dove oggi c’è Durban, un tempo si trovava la costa cinese. Ci sono influenze africane nella musica cinese e giapponese, vedi i tamburi Kodo. Tutto viene dall’Africa. È un concetto pesante da realizzare.

Qual'è il progetto più ambizioso a cui sta lavorando adesso?

Un canale tv musicale, si chiamerà Qwest TV dove chiunque voglia sentire la migliore musica da tutto il mondo. Mi considero ancora molto fortunato a poter prendere parte a questi progetti. Ho smesso di bere due anni fa e adesso mi sento ringiovanito, come se ne avessi 19. Lasciamelo dire: che vita amico, che vita!

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