Figli di Putin. La gioventù putiniana e il nuovo fascismo russo. Un libro indaga sulla miscela tossica di nazionalismo, messianesimo

machismo, oltranzismo ortodosso, sovietismo d’accatto, antinazismo di facciata, omofobia e diffidenza per l’Occidente con cui il Cremlino ha addestrato per vent’anni i giovani fascisti russi

16-2-2024 , Ian Garner, linkiesta.it lettura5’

Questo è un estratto di “Figli di Putin – Indagine sul nuovo fascismo russo” di Ian Garner (traduzione di Anna Zafesova), edito da Linkiesta Books, già ordinabile online

Vesyolaya Lopan è un piccolo paese polveroso che si trova sulla strada tra Belgorod, in Russia, e Kharkiv, in Ucraina. Non c’è altro che una stazione ferroviaria decrepita e una manciata di case di campagna sbilenche, affiancate da piccoli orti. Eppure il villaggio è finito al centro dell’attenzione dell’intera nazione, dopo aver dato i natali a un giovane santo che incarna la speranza del futuro russo.

Quando un elicottero ucraino ha attaccato un deposito di carburante a Belgorod, nell’aprile del 2022, nei gruppi Telegram russi è scoppiato il panico. E se Kyjiv avesse lanciato un assalto sul territorio russo? Gli abitanti delle regioni di confine erano davvero in pericolo? Per la prima volta dall’inizio del conflitto, i Z-fanatici si erano resi conto all’improvviso che avrebbero potuto essere in pericolo a casa loro. E i propagandisti statali hanno inventato subito un antidoto per calmare i nervi.

All’inizio di maggio, nei gruppi VK e Telegram è apparso il filmato sgranato di un bambino biondo con una faccia da cherubino che indossa una mimetica e un elmetto da comandante di un carro armato. Nel video il bambino saltella e corre felice lungo uno sterrato polveroso che dalla sua casa porta alla statale per Kharkiv, agitando furiosamente la mano per salutare le colonne di truppe che marciano al fronte. Si tratta di Alyosha, otto anni, residente a Vesyolaya Lopan. La didascalia afferma che Alyosha esegue questo rituale di saluto tutti i giorni. Gli utenti dei social si sono inteneriti di fronte a una manifestazione così esemplare di patriottismo: «Questa scena scalda il cuore!». I like e le condivisioni sono schizzati, e nel giro di un giorno Alyosha è diventato un eroe.

I giornalisti delle testate nazionali si sono presentati a Vesyolaya Lopan per intervistare il bambino e i suoi genitori. Politici importanti come l’ex presidente del Consiglio federale e deputato della Duma Sergey Mironov hanno condiviso la notizia sul ragazzino, descrivendolo come il soldato del futuro: «Lui è il futuro della NOSTRA Russia! […] I nostri guerrieri non ti deluderanno! Vinceremo!».

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Poi sono arrivati altri video. Alcuni soldati gentili che interrompono la loro marcia verso l’Ucraina per riempire Alyosha di regali. Alyosha che rimane impalato sulla strada, sorridendo deliziato ed euforico. Alyosha in visita al quartier generale della polizia stradale di Belgorod, dove gli viene regalata un’uniforme militare da parata confezionata apposta per lui. Alyosha che visita un gruppo di cadetti locali, che lo invitano a unirsi a loro. Alyosha che incontra i veterani della Seconda guerra mondiale. Alyosha che viene accolto perfino nei ranghi dell’Armata dei Giovanissimi. Vestito con l’uniforme dell’Armata, Alyosha è stato fotografato accanto al sorridente Nikita Nagorny [che dell’Armata dei Giovanissimi è il capo, ndr] mentre leggeva convinto il testo che gli era stato affidato: «Voglio soltanto fare felici i soldati. Sono così lontani da casa e diventano tristi». Alyosha era ovunque.

Il viso da santino di Alyosha spunta sulle magliette e sui quaderni scolastici, sui barattoli di zuppa conservata e sui siti di fan art su Internet. L’artista diciottenne Vindemiatrix ha firmato un disegno a penna e inchiostro (diventato subito virale) del piccolo Alyosha con il suo elmetto, che guarda verso un futuro pieno di speranza. E in suo onore anche la celebre barretta di cioccolato Alyonka è stata per breve tempo ribattezzata Alyosha: sulla confezione di questa versione la faccia della bambina che vi appare normalmente era stata sostituita da quella del ragazzino di Vesyolaya Lopan, disegnata nello stesso stile sovietico.

È stato proprio in questa versione trasfigurata che nell’agosto 2022 il governatore di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, ha fatto conoscere Alyosha a Vladimir Putin. Il presidente ha annuito con calma, prendendo la cioccolata Alyonka/Alyosha, mentre Gladkov spiegava che il comportamento del bambino non era a beneficio delle telecamere: Alyosha era un autentico patriota che aveva inventato sua sponte quel rituale di saluto. I media statali hanno ripreso l’incontro virtuale del bambino con il presidente commentando con un ingessato linguaggio elogiativo: «L’immagine del bambino ha conquistato i cuori della gente, ricordando a tutti per cosa sta combattendo la Russia in Ucraina!». Toccato dalla santità fin dalla nascita, il piccolo Alyosha ricorda i santi ortodossi e gli eroi bambini del passato sovietico.

Con la sua vicenda impacchettata dalla viralità – è una storia di patriottismo spontaneo, è la fiaba della scintilla che arde nella nazione russa – Alyosha rappresenta l’ideale putinista. Il bambino interpreta diligente il suo ruolo di soldatino del futuro: i suoi genitori esibiscono prontamente il loro entusiasmo per il suo “eroismo”. E il suo faccino con quegli occhioni lo rende una star irresistibile della carineria che funziona su Internet. I suoi video e le sue foto vengono conditi con il linguaggio bellico dello Stato. I russi comuni mettono il loro like e condividono, commentano e riproducono delle immagini sempre più stilizzate e idealizzate del soldato bambino.

È un processo nel quale l’Alyosha reale si perde. Chissà che cosa pensa davvero di tutto questo, chissà chi è, chissà se capisce qualcosa della guerra in generale, per non parlare di quella in Ucraina. Per i fedelissimi, Alyosha è il soldato-bambino perfetto: svuotato della sua identità, esiste come puro ideale. I genitori millennial nei gruppi di mamme su VK lo guardano con un’ammirazione adorante: «Lyosha, sei la speranza della Russia, il futuro della Russia!!!»; «Tu sei il futuro russo!!! La Russia incarnata in un bambino!!!». Molti chiaramente desiderano che i loro figli vengano inseriti nel mito militare dello Stato come Alyosha.

Perfino in epoca sovietica la Russia preferiva parlare con le lacrime agli occhi dei bambini perduti durante la Seconda guerra mondiale. Il film capolavoro del 1962 di Andrey Tarkovsky, L’infanzia di Ivan, esplorava il trauma del protagonista, un angioletto biondo appena più grande di Alyosha. Ivan trovava dei genitori adottivi in un reggimento al fronte, ma, per colpa della guerra, perdeva qualcosa di umano, qualcosa di essenziale per la sua crescita. Il celebre film belarusso del 1985, Va’ e vedi, mostra la devastazione del protagonista, il ragazzino Flyora, che si è unito ai partigiani dopo che il suo villaggio è stato distrutto dai nazisti. Quel film si conclude con un’immagine di Flyora tremante, spezzato, visibilmente invecchiato. I suoi occhi pieni di lacrime guardano folli l’obiettivo, i suoi singhiozzi echeggiano sui titoli di coda, rendendo la guerra futile e inutile.

Oggi, i bambini di campagna come Alyosha vengono invece ridotti a interpretare l’ideale militare russo. Perfettamente vestiti, mentre pronunciano senza errori i testi imparati a memoria, sono gli attori perfetti per questo ruolo. San Alyosha fa ciao con la manina ai soldati mandati in guerra senza sufficiente preparazione, condannati al fronte. È lui il modello perfetto da imitare.

“Figli di Putin –” di Ian Garner (Traduzione di Anna Zafesova) è acquistabile qui online.

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