-Gli smemorati che non capiscono cosa vuol dire essere uccisi in quanto ebrei

-“Questo mondo accetta solo l'ebreo vittima, non l'ebreo che si difende”. Parla la scrittrice Lia Levi

19.2.2024 Fiamma NIRENSTEIN, Nicola Mirenzi ilfoglio.it lettura2’

-Gli smemorati che non capiscono cosa vuol dire essere uccisi in quanto ebrei

FIAMMA NIRENSTEIN 19 FEB 2024

    

Veri genocidi. La furia di Hamas è odio antisemita e in occidente si nasconde dietro lo slogan “From the river to the sea”. Falsificazione della storia di Israele, estremismo su cui siamo diventati ciechi e resistenze eroiche

La mattina del 7 di ottobre il sole era bellissimo sulla sabbia gialla, sull’erba dei kibbutz, le poltrone a dondolo sotto la loggia, le sculture sbilenche, le biciclette da bambini, le auto elettriche per i nonni, le conchiglie infilate su spaghi che dondolano al vento tintinnando di fronte alle case. Il mare non è lontano. Tutti dormono, sono le sei di mattina di Shabbat. Poco lontano, una folla di migliaia di giovani balla nella musica battente del rave, a una festa chiamata “Nova”, ci si stordisce di gioventù e di pace fino a crollare di sonno.

 

 

-“Questo mondo accetta solo l'ebreo vittima, non l'ebreo che si difende”. Parla la scrittrice Lia Levi

NICOLA MIRENZI 17 FEB 2024

    

Il limite dei critici dello stato ebraico che non sanno indicare una vera via d’uscita. “Perché il Vaticano, l’Onu, ma anche la Schlein e, in parte, la Meloni, quando chiedono a Israele di fermarsi, non esigono che prima Hamas rilasci gli ostaggi?”

Per prima cosa, ha una domanda: “Ma perché il Vaticano, l’Onu, ma anche la Schlein e, in parte, la Meloni, quando chiedono a Israele di fermarsi, non esigono che prima Hamas rilasci gli ostaggi israeliani?”. Scrittrice, fondatrice della rivista ebraica Shalom, da lei diretta per trent’anni, Lia Levi “protesta” contro la consuetudine di tacere il nome dei nemici di Israele, quando si discute della guerra in corso. Da ultimo, il segretario di stato vaticano, Pietro Parolin, ha parlato di una “carneficina” contro la popolazione palestinese di Gaza. Parole che l’ambasciata israeliana presso la Santa Sede ha definito prima “deplorevoli” e poi ha precisato – parlando di una traduzione dall’inglese imprecisa – con il più lieve: “Sfortunate”. Un episodio che comunque segnala il rapporto complicato tra la Santa Sede e Israele. “Quando avevo dodici anni, mi sono salvata dai nazisti grazie alle suore, che mi hanno nascosta in un convento di Roma per nove mesi. Provo un’immensa gratitudine per quello che hanno fatto per me, e per ciò che molti cattolici hanno fatto nei confronti di altri ebrei. E’ un bene che il malinteso con il Vaticano sia sia chiarito o almeno non si sia accentuato. Il clima che si è creato contro gli ebrei nel mondo è preoccupante”.

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