"Estate, tempo di droghe. Ma troppi genitori sono distratti tutto l'anno"

L'esperto Riccardo Gatti: party di gruppo, desiderio di suscitare empatia, spirito di emulazione. Ecco perché in vacanza i giovani rischiano di più

Enza Cusmai - Mar, 11/08/2015 - 09:25 Il Giornale

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Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento dipendenze della Asl di Milano lancia un appello: «Se qualcuno è tornato dalle vacanze dopo una brutta esperienza di droga, vuole ragionarci sopra, sapere perché è stato male e cosa ha preso, può rivolgersi ai Sert, così può capire quali sono i rischi e i problemi da superare».

Direttore, ma d'estate ce ne sono tanti che fanno incontri ravvicinati con la droga?

«Diciamo che ci sono situazioni di divertimento particolari che accentuano il rischio di venire a contatto con sostanze eccitanti o con l'alcol. Basta una festa sulla spiaggia, oppure la solita discoteca o un raduno in terrazza».

Ma il classico bravo ragazzo può cadere in questa spirale anche inconsapevolmente?

«Se la ragazza, o viceversa, incontrata sulla spiaggia di cui è infatuato frequenta un certo giro, lui si trova invischiato e non si tira indietro per vergogna o per non sentirsi a disagio».

Cosa inghiottono oggi i giovani a parte l'ecstasy?

«Circola di tutto. E paradossalmente nemmeno di chi vende le pasticche sa cosa contengono. Ci sono miriadi di sostanze psicostimolanti, ma nessuno sa cosa siano. Il mercato è fuori controllo. La vendita al minuto è gestita anche da singole persone insospettabili che spaccia pasticche fatte in laboratori clandestini con chissà quali sostanze».

Quindi la situazione è più pericolosa?

«Certamente, ogni organismo reagisce in modo diverso ad un certo tipo di sostanze. E se non si è abituati si rischia anche di morire»

Cosa sono disposti a fare alcuni giovani per passare una notte “divertente”?

«Usano una serie di “additivi” che alterano in modo pesante il loro organismo. Innanzitutto c'è l'alcol. Il problema è che la vicinanza tra l'alterazione che piace e il coma etilico è molto vicina».

E poi ci sono le pasticche.

«Sono stimolanti che ti danno alterazioni: non sentire la fatica, sentirsi più empatici verso gli altri, ballare per una notte intera. Queste sostanze provocano stress all'organismo. Inoltre sgretolano i meccanismi termici interni, la temperatura corporea provoca squilibri degli elettroliti che possono portare alla morte».

Quali sono gli ambienti più a rischio d'estate?

«Non c'è un luogo preciso, ed è sbagliato accusare le discoteche. Ci sono determinati ambienti in cui le sostanze si usano. E i ragazzi che ci capitano, provano».

Ma quest'anno si contano i morti...

«Purtroppo sono casi particolari, è un pezzettino di un mondo più ampio che nessuno vuole vedere».

E non lo è?

«E una è piaga che dura tutto l'anno. Di questi che sono morti o sono finiti in ospedale ce ne saranno stati molti altri di cui nessuno sa nulla. Il fatto è che noi stiamo chiedendo ai dei ragazzini di avere un pensiero misurato da adulto».

Li giustifica?

«No, ma sono anche gli adulti che creano queste condizioni e ci sono genitori troppo permissivi o distratti che non li aiutano».

Categiria Cultura

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