Neve finta in 3D

Sopra gli 8.000 fa freddo e si muore (caspita che sceneggiatura). Feste e cene placée, è tornata l’allegria. Un dettaglio rimane fuori dall’elenco dei vivi e dei morti

di Mariarosa Mancuso e di Anselma Dell'Olio | 02 Settembre 2015 ore 20:44 Foglio

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Un dettaglio rimane fuori dall’elenco dei vivi e dei morti alla fine di “Everest”, il film dell’islandese Baltasar Kormákur che ha aperto la Mostra di Venezia. Manca Jon Krakauer, l’unico ad aver tratto profitto dalla disastrosa spedizione del maggio 1996, quando il tetto del mondo era affollatissimo, con quattro spedizioni a disputarsi la cima (e la precedenza su certe scalette che solo a guardarle mettono i brividi). Era un giornalista al seguito degli scalatori dilettanti, aveva già pubblicato “Nelle terre estreme” (Corbaccio): la storia di Christopher McCandless, il giovanotto che volle conquistare le terre selvagge dell’Alaska, smarrì la strada e morì (Sean Penn ne ha tratto un film intitolato “Into The Wild”). Sopravvissuto alla tragedia, la raccontò in “Aria sottile”: per molti mesi il reportage fu in cima alla lista dei bestseller del New York Times, e fu candidato al Pulitzer. Il reporter Krakauer quasi scompare, nel film. La spedizione concorrente, Mountain Madness, ha invece al seguito una giornalista con i capelli sempre freschi di parrucchiere. Il resto dei partecipanti o è sceneggiato al minimo sindacale, oppure affidato a strazianti telefonate con le mogli che presto resteranno vedove. Pare la fiera del cattivo presagio, con certi colpi di tosse da tubercolotici: oltre gli ottomila metri il corpo muore, o va in ipotermia quindi ti strappi i vestiti, e se per caso si distraggono i portatori di bombole sei finito. Per chi ancora non avesse afferrato, arriva la didascalia lampeggiante: “La montagna ha sempre l’ultima parola”.

Dovendola invece mettere noi l’ultima parola, su quel che abbiamo visto sullo schermo giacché l’alpinismo è fuori portata: la neve sembra finta, il freddo non si sente, i movimenti di macchina sono spettacolari, il 3D faticoso, e per capirci qualcosa sarebbe stata utile una cartina, oltre a un bravo sceneggiatore-guida.

Mariarosa Mancuso

Categoria Cultura

Commento.

Tonto. Messner  non ha applaudito al film. Ha detto che manca l’attore principale, la montagna.

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