Svizzeri rispettosi della legge, soltanto perché sanno che, se sgarrano, pagano

Obbligo di pagare l'assicurazione auto potrà essere accertato e sanzionato in modo automatico con l'uso delle telecamere e non più unicamente con l'intervento dei vigili

 di Pierluigi Magnaschi Italia Oggi, 16.9.2015

ItaliaOggi è stato l'unico quotidiano che ieri ha dato la notizia, secondo me molto significativa, oltre che dal punto di vista economico anche sul piano del costume nazionale,che nel ddl Concorrenza è stata inserita la norma per cui l'adempimento dell'obbligo di pagare l'assicurazione auto potrà essere accertato e sanzionato in modo automatico con l'uso delle telecamere e non più unicamente con l'intervento dei vigili che, solo fermando l'automobilista, com'è successo sinora, potevano fisicamente riscontrare la gravissima inadempienza che ha sinora punito i cittadini corretti (quelli che, non solo pagano l'assicurazione, ma si assumono anche l'aumento necessario per far fronte, con il fondo di solidarietà per le vittime della strada, ai danni provocati dai non assicurati), mentre, non solo non puniscono, ma addirittura premiano coloro che non fanno il loro dovere non pagando il dovuto.

È una diffusa convinzione che i cittadini svizzeri siano costituzionalmente più civili di quelli italiani. La cosa non è vera ed è dimostrata dai comportamenti concreti dei cittadini svizzeri quando sono nel loro paese, per esempio, a Lugano, e quando invece guidano in Italia, anche solo a Varese che è a pochi chilometri dal confine svizzero. A Lugano, per esempio, i pedoni che attraversano sulle strisce potrebbero permettersi di attraversare senza guardare se arriva un mezzo, perché sono sicuri che i mezzi mai azzarderebbero di non cedergli il passo.

A Milano invece (per non parlare di Roma o più giù) ogni attraversamento sulle strisce viene affrontato dai pedoni in maniera guardinga e, in ogni modo, aprendo una contrattazione silenziosa con l'automobilista(nonparliamo del motociclistao, ultimi arrivati, anche con i ciclisti che sono meno pericolosi solo perché, pedalando, non possono andare a cento all'ora). Questa contrattazione è basata sullo studio delle traiettorie, sulla valutazione della velocità, sul dialogo silenzioso con l'automobilista padrone (Sta telefonando? Ha l'aria distratta? È un duro? Si arrenderà all'ultimo momento o tirerà diritto?). Chi non ha queste doti da lepre o non le sa usare come si deve, finisce spiaccicato sulle strisce che da noi, più che una garanzia, sono diventate un patibolo.

Ma che cosa fa l'automobilista svizzero quando arriva in Italia? Guida subito da italiano, cioè come se fosse nella giungla. Ma non lo fa nemmeno dopo aver percorso mille chilometri in Italia, indotto a questo comportamento antisociale, si potrebbe supporre,dal cattivo esempio che gli forniscono gli automobilisti italiani, ma lo fa a dieci chilometri dal confine svizzero. Perché si comporta cosi? Solo perché sa che in Italia i comportamenti illegali non vengono puniti, o sono puniti raramente, o solo occasionalmente. Per cui prevale subitoil sentimento dell'impunità anchenei cittadini svizzeri, che non sono ligi alla legge perché sono antropologicamente buoni ma solo perché hanno paura di essere puniti in modo quasi certo quando delinquono.

In difesa di chi si comporta non osservando il codice della strada (per non parlare di altre leggi italiane, tutte provviste, fin dalla nascita, della sicura per poter non funzionare)si erge, da noi, la legge stessa. Nel caso dell'obbligo dell'assicurazione Rcauto, il comune di Milano, avendo installato le telecamere per verificare il regolare accesso all'area Ztl (area centrale, a traffico limitato e a pagamento)era in grado, da anni, senza alcun investimento aggiuntivo,di verificare se l'auto in accesso fosse, o no, in regola anche con il pagamento dell'assicurazione ma non poteva usare questo suo dispositivo perché la legge, oggi finalmente corretta dal ddl Concorrenza, anche se con un ritardo mostruoso rispetto alla decenza,gli impediva di accertarlo.

Del resto sarà capitato a molti di essere impedito di uscire dal garage perché bloccato da un'auto indebitamente parcheggiata davanti al passo carraioe di aver interpellato gli ausiliari,che si dicono non legittimati né a chiamare il carro attrezzi, né ad applicare la multa perché loro possono multare solo le auto che non sono in regola nelle aree di sosta. Insomma, gli accertatori dei reati hanno spesso le mani legate. E l'Italia è l'unico paese al mondo dove il controllo di velocità sulle autostrade viene rilevato solo dopo aver adeguatamentee vistosamente informato gli automobilisti,quali sono i due chilometri nei quali, di tanto in tanto,l'eccesso di velocità viene accertato, per cui i guidatori sanno che, dopo aver reso la riverenza al congegno, possono andare come a Indianapolis.

Un grosso comune del Nord aveva acquistato un dispositivo sacrosanto per accertare le soste in seconda fila, che sono degli emboli per la circolazione e la sicurezza dei veicoli. Il dispositivo era montato su un'auto dei vigili che, precedendo a 40 all'ora, accertava automaticamente e senza fermarsi tutti i veicoli che non erano in regola ed emetteva automaticamente le relative multe. L'esperimento però cessò subito. Perché il dispositivo non funzionava? No, solo perché funzionava troppo bene e quindi emetteva troppe multe.Infatti chi non rispetta il codice della strada, da noi, non deve essere disturbato. Anche perché, se si disturba qualche cronista di un grande giornale, scatta subito la campagna a tappeto contro il comune che vuol riempire i buchi del suo bilancio salassando gli automobilisti.  Che li costringa a rispettare la legge al servizio della sicurezza, non passa per la testa a nessuno.

In Italia infatti la multa non è la sanzione per il non rispetto della legge, ma un dispetto. E poi ci lamentiamo dei politici. Vuoi vedere che aveva ragione chi diceva che non solo non è possibile tentare di governare gli italiani ma che è anche inutile. Lo spread più significativo sta tutto qui. Nell'umma umma. Ma almeno con l'accertamento automatico dei renitenti al pagamento della Rcauto, stiamo cercando di ridurre considerevolmente questa inaccettabile evasione. È un primo, facilissimopasso. E senza primi passi nonc'è un cammino.

Categoria Cultura

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