Il velo bandito dall’Università del Cairo

Il preside dell’ateneo ha imposto il divieto alle docenti. Insorgono i leader islamici

02/10/2015 MAURIZIO MOLINARI DA GERUSALEMME La Stampa

L’Università del Cairo vietata alle docenti universitarie di indossare il velo. È stato il presidente dell’ateneo Gaber Nassar a far conoscere la decisione di obbligare le insegnanti donne a presentarsi «senza velo» alle lezioni «perché altrimenti si nuoce al rapporto con gli studenti». Il bando del “niqab” islamico - il tradizionale velo indossato dalle donne nel rispetto della Sharia - riguarda «tutto il corpo accademico» e «durerà per l’intero anno di studi» ha spiegato Nassar, facendo presente che il divieto riguarda «docenti ed assistenti, in tutte le facoltà ed istituzioni, impegnati ad insegnare in classi di teoria o di pratica e nei laboratori».

L’intento è di «migliorare la qualità del rapporto fra insegnanti e studenti» con particolare riferimento alla necessità di «facilitare le comunicazioni e perfezionare l’istruzione». La decisione ha sollevato le proteste di alcuni leader islamici egiziani. In particolare, il vicepresidente del gruppo salafita “Dawa”, Yasser Borhami, parla di «decisione in contrasto con la Costituzione e la legge» perché «discrimina contro un certo gruppo di persone in base al loro credo religioso». Per Nassar il numero di docenti universitarie che veste il “niqab” è di 10 su un totale di 22 mila accademici di 24 facoltà. Si tratta di una decisione che fa proprio l’approccio del presidente Abdel Fattah Al-Sisi teso a limitare l’influenza dei gruppi fondamentalisti islamici in Egitto. Hany El-Husseiny, docente al Cairo, plaude alla nuova direttiva «perché il velo è un ostacolo al processo di educazione, allontanando gli studenti da chi insegna».

Categoria Cultura

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