Guerra del gas e Ue: comandano gli Usa

Gli Stati Uniti sono riusciti a prendere in mano il comando della politica dell'energia su scala mondiale, con la sola eccezione dei rapporti Russia-Cina

 di Tino Oldani ItaliaOggi 20.5.2016

Gli Stati Uniti sono riusciti a prendere in mano il comando della politica dell'energia su scala mondiale, con la sola eccezione dei rapporti Russia-Cina. Un'imprsa impensabile due anni fa. Manovrando il prezzo del petrolio tramite lo shale-oil e lo shale-gas, hanno messo fuori gioco l'Opec sui mercati. Quanto all'Europa, basta ricordare che quando Alexis Tsipras vinse le elezioni in Grecia, il primo a telefonargli fu Vladimir Putin, che gli promise un ruolo strategico nel Turkish Stream, gasdotto che nelle intenzioni russe doveva prendere il posto del defunto South Stream (boicottato con successo dagli Usa), con lo steso obiettivo: portare il gas russo nel Sud Europa, fino all'Italia, bypassando l'Ucraina. A Tsipras non parve vero di poter giocare un ruolo geopolitico di portata strategica.

In pochi mesi, però, lo scenario è cambiato. Russia e Turchia, complice la guerra in Siria, sono entrate in rotta di collisione, e addio Turkish Stream. Inoltre, l'incaricato della Casa Bianca per l'energia, Amos Hochstein, ha convinto Tsipras a puntare, in alternativa, sul gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline), progettato per portare il gas dall'Azerbaijan fino all'Europa del Sud, passando per Turchia, Grecia e Albania, per approdare in Puglia. Risultato: due giorni fa Tsipras ha inaugurato la posa del Tap, assieme a un vicepresidente della Commissione Ue, a un ministro turco e al ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, per l'Italia. Un successo che Hochstein ha rivendicato sul Corriere della Sera: il Tap non porterà neppure un dollaro a Putin, anzi lo indebolirà.

Per fare filotto, agli Usa manca solo il blocco del Nord Stream 2, raddoppio del gasdotto sottomarino Russia-Germania, che taglierebbe fuori Polonia e Ucraina. La partita non è ancora chiusa, ha precisato Hochstein con tono profetico, poiché manca l'ok della Commissione Ue. L'Italia, in questa partita (come sulla Libia), sta con gli Usa, e Matteo Renzi l'ha detto chiaro e tondo in dicembre ad Angela Merkel, in un vertice europeo: come può conciliare le sanzioni anti-Putin con il raddoppio del Nord Stream 2? Mossa che Hochstein ha elogiato, confermando così che Renzi è un punto di riferimento forte per gli Usa in Europa.

Categoria Economia

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