Cosa c'è dietro i due Nobel per l'economia

Probabilmente nessuno studente di economia ha mai sentito il proprio docente citare in aula il nome dei due premi Nobel

di Marcello Gualtieri, 13.10.2018 www.italiaoggi.it

Il Nobel per l'economia per l'anno 2018 è andato a due americani William Nordhaus (77 anni) e Paul Romer (62). Stupisce un po' la doppia assegnazione o, a seconda dei punti di vista, le due mezze assegnazioni; davvero una eccezione quando, come in questo caso, ognuno dei due viene autonomamente insignito. Per Nordhuas la motivazione fa riferimento agli studi sull'effetto del cambiamento climatico sull'economia; per Romer all'inclusione dell'innovazione tecnologica nell'analisi e nei modelli macroeconomici. La lettura nostrana di due premi legati alla sostenibilità dello sviluppo economico mi sembra una forzatura che non trova giustificazione. È passata invece sotto traccia la vicenda che ha coinvolto Romer pochi mesi fa costringendolo alle dimissioni da capo economista della Banca Mondiale a seguito di una confusa dichiarazione sul downgrading della competitività del Cile sotto il governo Bachelet.

Anche questa volta non credo che all'annuncio del nome del vincitore qualcuno in Italia abbia esclamato: l'avevo detto! Probabilmente nessuno studente di economia ha mai sentito il proprio docente (incluso il sottoscritto) citare in aula il nome dei due premi Nobel. Ci sarà un motivo? Credo di si. Nei 49 anni di vita, il premio è andato praticamente sempre ad economisti americani, pochissime volte a qualche inglese, per gli altri solo le briciole. Un dominio scientifico che non sembra aver avvicinato il mondo dell'accademia a quello reale.

Anzi, il Nobel continua a premiare inutili modelli macroeconomici come quelli aspramente contestati proprio da Romer in un articolo del 2016 intitolato «Il problema della macroeconomia». In questo articolo, Romer giudicava questi modelli (simili a quello utilizzati anche dalla Banca d'Italia per l'analisi di politica economica) «basati su postulati inverosimili per giungere a conclusioni sconcertanti».

Nello stesso tempo, l'ennesimo Nobel a due economisti americani, sconosciuti in Italia, segnala i limiti dell'attuale approccio nostrano ai temi macroeconomici fermo ad una lettura della realtà (a partire dal Def) in termini di contrapposizione tra (neo o post) keynesiani e (neo) liberisti. Contrapposizione sterile ed inadeguata.

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