Renzi alla Borsa di Milano dice che "il capitalismo di relazione è morto"

Il premier chiede alle società quotate un cambiamento di mentalità e maggiore trasparenza. E sul jobs act rivendica: "Lo rifarei ancora"

di Redazione | 04 Maggio 2015 ore 11:19  Foglio

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è arrivato stamattina a Palazzo Mezzanotte a Milano, sede della Borsa, per incontrare i manager delle società quotate. Ad accogliere il premier il presidente della Borsa italiana, Massimo Tononi, e l'amministratore delegato, Raffaele Jerusalmi. Renzi è stato accolto dal parterre di Palazzo Mezzanotte da un lungo applauso rivolto dai rappresentanti delle maggiori società quotate presenti in sala.

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 "Ritengo che in Italia il capitalismo di relazione abbia prodotto anche effetti negativi. È arrivato il momento di mettere fine a un sistema basato più sulle relazioni che non sulla trasparenza come chiede l'Italia. È questo il motivo per il quale sono davanti a voi", ha affermato il presidente del Consiglio. La politica "è fuori" dal sistema del capitalismo di relazione. "L'impresa ci dia una mano", ma perché accada occorre andare in Borsa con "un cambio di mentalità. Se ai figli non arriva il 100 per cento dell'azienda, ma il sentimento" della necessità di cambiare, "alla fine il paese sarà migliore", ha aggiunto Renzi.

Il premier ha poi commentato il ruolo di primo piano di Milano, soprattutto ora che è sotto i riflettori per l'Expo. Milano, ha detto Renzi, "deve solo togliersi di dosso un po' di polvere", ma resta "la locomotiva d'Italia" e "io sono molto ottimista sul suo futuro".

Inevitabile il riferimento alla riforma delle popolari, uno dei provvedimenti su cui Renzi ha puntato di più. "E' un'assoluta priorità del governo la modifica del sistema delle banche. Sulle popolari siamo passati dopo decenni dalle parole ai fatti. Nelle prossime settimane, anche sulle sofferenze, troveremo concretizzazione con un intervento che metterà l'Italia sullo stesso livello degli altri paesi", ha dichiarato il premier, prima di ribadire i suoi buoni auspici sugli effetti positivi del jobs act che, dice "rifarei domattina".

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