Meno tasse sulla casa? Ce lo chiede (anche) l’Europa

Tra i principali paesi europei, l’Italia è caratterizzata da una imposizione sulla proprietà immobiliare che risulta al confronto particolarmente bassa

11 Luglio 2015 Foglio

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Tra i principali paesi europei, l’Italia è caratterizzata da una imposizione sulla proprietà immobiliare che risulta al confronto particolarmente bassa”. Così parlò Mario Monti alla fine del 2011 quando, con l’Italia al centro del ciclone finanziario, anticipò al 2012 l’applicazione dell’Imu (doveva entrare in vigore nel 2014) e la estese alle abitazioni principali. Effettivamente nel 2009 il gettito delle imposte patrimoniali sugli immobili era pari allo 0,6 per cento del pil italiano; nei paesi dell’area Ocse, cioè quelli maggiormente sviluppati, era di poco superiore all’1 per cento. Poi però la media dei paesi Ocse è rimasta sempre attorno all’1 per cento del pil, mentre nel 2012 le imposte patrimoniali italiane sono salite fino al record dell’1,47 per cento del pil, poi nel 2013 all’1,25 per cento del pil, sempre più del doppio dal 2009, complici anche le rivalutazioni delle rendite catastali. E oggi la stessa Ocse, come si evince da questo grafico, rileva che la tassazione patrimoniale sugli immobili nell’Unione europea pesa meno dell’1 per cento del pil e che l’Italia ha superato quella soglia non di poco. Il governo Renzi starà forse pensando che è arrivato il momento di adeguarsi a standard europei di tassazione sulle abitazioni?

Categoria Economia

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