La civiltà in topless e burkini

La messa al bando francese è statalista e soprattutto ipocrita

di Redazione | 17 Agosto 2016 ore 18:42

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Sono comprensibili le preoccupazioni di Manuel Valls sul significato della proliferazione di veli islamici in Francia. E’ fortissima la sfida comunitarista che l’islam politico ha lanciato alla laicità francese e non da oggi. Molto meno solida l’idea di mettere al bando il burkini, il costume da bagno delle timorate donne musulmane. (E qui sorvoliamo sull’idea pazza secondo la quale proibendo il burkini forniremmo pretesti per altri attentati terroristici; caro ministro Alfano, è la nostra stessa esistenza di giudeo-cristiani che gli islamisti vogliono distruggere). Fatto salvo il principio che ognuno al mare si veste come vuole – nudisti, donne in topless e bikini insegnano – c’è qualcosa di ipocrita al fondo della vicenda. Non si può ridurre lo scontro di civiltà, che fermenta dall’11 settembre, a un costume da bagno. Gli stessi che si scandalizzano per il burkini non battono ciglio (e forse godono) quando le chiese sono convertite in moschee, o quando dodici vignettisti sono trucidati per aver ritratto il Profeta dell’islam.

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Inoltre, a nutrire il rigetto islamico dell’Europa è spesso proprio la nostra sciatta mentalità secolarista. Non solo questa laicità coatta non ha risposte al terrorismo islamico, ma lascia anche gli europei dubitare su ciò per cui valga la pena combattere, uccidere e morire. Prima la Francia concede la ghettizzazione delle donne in piscina o in palestra, poi però si irrigidisce e pensa di multare braccia e gambe coperte al mare. Tutto ciò non è un bel vedere. Se si crede, come fanno i laicisti, che i nostri valori siano semplici incidenti della storia e che il bene più alto sia il comfort, allora non è difficile immaginare come possa finire lo scontro fra un mondo che si spoglia, il nostro, e un mondo che si copre, il loro.

Categoria Cultura

efisio loi • un'ora fa

Ho la vaga sensazione che nessuno abbia capito niente. E' sul sesso, cari miei, che si combatte lo scontro di civiltà, è sul sesso. Tanto meno lo ha capito "la nostra sciatta mentalità secolarista" che, però, per una sorta di riflesso condizionato, mette al bando il burkini. Per noi la carne va sciorinata al sole, per gli islamisti, quella, sopratutto, delle donne, va tenuta nascosta.

E non venitemi a dire che il sesso non sia una cosa importante: è la cosa più importante di questo mondo, da quando si è smesso di riprodursi in una delle tante forme di scissione diretta, gemmazione, e via discorrendo e preferendo piuttosto quella per gameti e per copula. Come sovraccarico, aggiungo pure che Gea, la Gran Madre, guarda con occhio benigno dalla parte degli islamisti.

Per quanto mi riguarda, sarei disposto a indossare i mutandoni di lana sottoascellari, se, grazie agli intendimenti e agli sviluppi del credo islamista, potessi ritrovare spiagge e mari come quelli che lascia baluginare la fotografia in testa all'articolo.

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massimo costantini • un'ora fa

Un Topless Vi Seppellirà: Im ready for it.

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