La Spagna non rifornirà la Kuznetsov?

“Ogni nazione ha il sacrosanto diritto di rifornire le navi che attraccano nei propri porti, ma la Spagna non dovrebbe garantire assistenza e supporto al gruppo da battaglia russo”.

OTT 26, 2016  FRANCO IACCH, Il Giornale

La Spagna è nell’occhio del ciclone per l’assistenza che si appresta a fornire al gruppo da battaglia della portaerei Admiral Kuznetsov. Tra poche ore, dopo aver attraversato lo stretto di Gibilterra, la flottiglia russa composta da otto unità, raggiungerà il porto di Ceuta, enclave spagnola in Nord Africa, per fare rifornimento di viveri e carburante. Soltanto le navi logistiche e la petroliera (circa 3.750 tonnellate di combustibile) a supporto del gruppo da battaglia dovrebbero attraccare nel porto di Ceuta. Dopo la sosta, la flottiglia russa riprendere la navigazione fino a raggiungerà la sua posizione d’attacco nel Mediterraneo orientale. I raid dovrebbero iniziare entro la prima settimana di novembre.

“Madrid deve ripensare alle sue prossime azioni – ha affermato Jens Stoltenberg, Segretario Generale della Nato – quel gruppo da battaglia potrebbe essere utilizzato per intensificare i raid aerei sulla città assediata di Aleppo dove sono intrappolate 275.000 persone”.

“È compito delle nazioni che si trovano lungo la rotta per il Mediterraneo orientale garantire o meno viveri e carburante al gruppo da battaglia della Kuznetsov, ma la Nato è preoccupata per il potenziale impiego di tali vettori. Credo che tutti gli alleati siano consapevoli che le unità russe saranno utilizzate per condurre attacchi aerei sulla Siria”.

La questione del porto di Ceuta è particolare. Tecnicamente non rientra nei trattati della Nato. La Spagna rifornisce regolarmente le navi da guerra russe nel porto franco del Nord Africa fin dal 2010, anno in cui è stato aperto al supporto logistico per le navi delle altre nazioni. Sarebbero circa cinquanta le unità russe tra sottomarini, fregate, cacciatorpediniere, navi da assalto anfibio ed ausiliarie che dal 2010 hanno fatto sosta a Ceuta.

Il porto di Ceuta

Dopo la fine della Guerra fredda, Mosca perse l’accesso a molte delle basi straniere e strutture portuali su cui le forze armate russe facevano  affidamento per la proiezione globale. L’accesso al porto spagnolo di Ceuta è vitale per mantenere la presenza navale russa nel Mediterraneo occidentale e nel nord-est dell’Atlantico. Da rilevare il rapporto che lega i due Paesi. Basti pensare, ad esempio, il ruolo delle società spagnole politicamente ben collegate presenti in Russia come Talgo, Iberdrola e Repsol. La questione di Ceuta, quindi, andrebbe letta in chiave tecnica, economica e con evidenti connotazioni politiche.

Un Paese membro della Nato, Organizzazione che ufficialmente considera la Russa come una minaccia che sta affrontando in diversi contesti come nei Paesi baltici, dovrebbe rifornire le navi russe?

I russi, accusati di bombardamenti indiscriminati su Aleppo ed in Siria, dovrebbero ricevere assistenza militare da un Paese, la Spagna, che proprio la scorsa settimana ha riconosciuto i crimini di guerra di Mosca firmando la dichiarazione dell’UE? La Spagna, dovrebbe garantire assistenza ad un paese, la Russia, ancora oggetto di sanzioni?

Secondo la Russia, la sosta delle unità navali, autorizzate caso per caso dal Ministero degli Esteri spagnolo, non violano il regime di sanzioni UE ed avvengono nel rispetto della normativa internazionale e nazionale. Il governo spagnolo rispetta scrupolosamente le sanzioni dell’Unione europea, ma cerca di mantenere le migliori relazioni possibili con la Russia. L’ultima dimostrazione è l’invito di Mosca, esteso a Madrid, per partecipare al gruppo internazionale di mediazione nella guerra siriana. Per Mosca, la sosta di Ceuta è semplice routine, da considerare come una formale questione commerciale. Non è insolito per le navi della marina russa rifornirsi in altri paesi della NATO, come Grecia ed Italia.

Categoria Estero

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