La dottrina “Merkillon”
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Liberalismo e politiche identitarie: c’è una nuova destra in Europa
Merkel e Fillon (foto LaPresse)
di Redazione 9 Dicembre 2016 alle 06:00 Foglio
Mentre la socialdemocrazia europea si atomizza, incapace di scegliere tra populismo anticapitalista e modernità riformatrice, Angela Merkel e François Fillon stanno plasmando una nuova dottrina destinata a fare di un nuovo centrodestra europeo il più solido argine all’estremismo. La cancelliera tedesca e il candidato dei Républicains alle presidenziali francesi dovrebbero vedersi a inizio gennaio, ma i contorni del Merkillon-pensiero sono già visibili: il populismo antisistema deve essere combattuto con le riforme necessarie ad affrontare la globalizzazione economica, ma anche rivendicando la tradizione e la cultura laico-cristiane dell’Europa come linea rossa da non oltrepassare quando nella globalizzazione etnica entra in gioco l’identità. Merkel ne ha dato prova con la proposta di vietare il burqa. Nel suo libro “Vaincre le totalitarisme islamique”, Fillon sostiene che troppi musulmani francesi “denunciano i valori della Repubblica”.
Viste in prospettiva puramente nazionale, le scelte identitarie di Merkel e Fillon possono apparire tattiche elettoralistiche per frenare Alternative für Deutschland e il Front National. Ma se si allarga l’orizzonte, emerge una nuova forma di conservatorismo europeo, fermo ma inclusivo, un patriottismo valoriale alternativo al nazionalismo etnico. Quanto all’economia, il thatcherismo rivendicato da Fillon e l’economia sociale e di mercato di Merkel si incontrano nel XXI secolo: mercati aperti, meno tasse e meno stato, liberalizzazioni, altrimenti non si sopravvive alla Cina. La grande incognita è Vladimir Putin, ma in politica estera i due saranno costretti a convergere per compensare le rispettive fragilità. Più che a Matteo Salvini, Forza Italia farebbe bene a guardare al Merkillon, se non vuole farsi divorare dal populismo antisistema.
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