Trump non vuole più svenarsi con la Nato

Donald Trump non è un isolazionista, in realtà tende all'autonomia degli Stati Uniti, i quali, in un mondo globalizzato e senza più la paura del comunismo, possono giocare da soli la loro partita

 di Carlo Valentini Italia Oggi 23.12.2016

Il cambio di presidenza nel paese più potente del mondo, soprattutto se avviene tra non poche incognite, non può che destare interesse insieme a qualche preoccupazione in vari paesi del mondo. Addirittura qualche perplessità si riscontra anche nell'alleato storico degli Stati Uniti, l'Inghilterra. La Brexit potrebbe rivelarsi più ostica di quanto si prevedesse. Gli inglesi sapevano che col loro voto avrebbero incrinato i rapporti dell'Inghilterra coi principali paesi europei ma contavano sul tradizionale rapporto privilegiato con gli Usa, un paracadute in grado di sorreggere eventuali, difficili momenti.

Donald Trump non è un isolazionista, in realtà tende all'autonomia degli Stati Uniti, i quali, in un mondo globalizzato e senza più la paura del comunismo, possono giocare da soli la loro partita. Quando il neopresidente, almeno in campagna elettorale, ha invitato l'Europa a non pesare più (con la Nato) sulle spalle del bilancio americano, non ha fatto eccezioni. Ed è prevedibile che l'Inghilterra faticherà, come del resto singolarmente tutti i paesi europei, a ritagliarsi un ruolo nei rapporti col nuovo corso degli Stati Uniti e sullo scacchiere mondiale.

Gli Usa hanno sofferto meno dell'Europa la crisi economica, nonostante siano stati gli errori della politica finanziaria ed economica americana a innescarla. Ma nonostante il loro prodotto interno lordo cresca e la disoccupazione sia a livelli quasi fisiologici, il bilancio americano ha un deficit di proporzioni allarmanti (quasi 20 mila miliardi di dollari, pari al 105% del Pil). A differenza dell'Italia, a Washington non si interviene aumentando le tasse bensì cercando di ridurre le spese. Una delle voragini del bilancio sono le spese militari: per questo Trump è dubbioso sull'attuale configurazione della Nato. Peraltro la diplomazia americana ha registrato ben pochi successi. Si è rivelata disastrosa la strategia in Medio Oriente dove non è stato possibile ritirare le truppe di occupazione per evitare che succeda quello che è avvenuto in Libia. Inoltre le relazioni con la Russia sono ai minimi storici, con la Cina sono stati sottoscritti accordi economici che si sono rivelati svantaggiosi, in Africa la sfera d'influenza cinese si è allargata a dismisura.

Di fronte al prevedibile nuovo corso in politica estera degli Stati Uniti, l'Europa si presenta in ordine sparso e quindi senza potere contrattuale. Un'assenza che certifica un declino, col conseguente impoverimento delle condizioni di vita.

Categoria Estero

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