Polizia libica collusa con i boss. La verità sul traffico di migranti

Gli 007: coinvolte anche alcune ong

 Articolo da Affaritaliani.it , 10.5.2017

Tre gruppi di trafficanti di essere umani, che operano in Libia, sono nel mirino degli 007 europei. Fonti dell'intelligence di Vienna contattate da Il Mattino spiegano che il flusso di migranti verso l'Italia gode della complicità del guardia coste delle autorità di Tripoli. E sono queste ultime, più che le ong, ad aver fatto aumentare esponenzialmente il numero di sbarchi.

I contatti tra le ong e gli scafisti sono stati diverse volte documentati dalla Marina italiana e dalle agenzie di sicurezza Ue, ma si tratta di un fenomeno che ha un impatto nettamente inferiore sugli arrivi di migranti rispetto ai loschi rapporti che avvengono sulla terraferma con il business tra traffianti e guardie libiche compiacenti.

Un repoprt dell'Hna- una delle tre agenzie di intelligence austriache - fa chiarezza sull'enorme giro di denaro che intercorre tra i mercanti di uomini e i delegati del governo libico che, solo in teoria, sarebbero preposti a tenere sotto controllo il flusso in partenza dalle coste nord-africane.

A Sabratah, città a 80 km da Tripoli e da cui partono gran parte dei barconi, il numero uno del Dipartimento locale anti-immigrazione irregolare appartiene ad una potentissima tribù ed è lui che decide, con un lauto compenso, chi e quando deve partire in accordo con i trafficanti. In questa città esistono due organizzazioni che gestiscono il traffico dei migranti. La prima fa capo ad Ahmed Dabbashi, uomo che lotto contro il regime di Gheddafi. Dabbashi ha messo in piedi una delle più potenti milizie con cui depreda e schiavizza i migranti prima di lasciarli partire verso l'Italia.

L'altra organizzazione leader nella gestione dei trafficanti è guidata da Mussab Abu Ghrein e si occupa prevalentemente di sudanesi e di tanti migranti provenienti dal SubSahara. Ghrein per i propri traffici ha sfruttato in pieno i rapporti anche di sangue tra la sua tribù e quelle al confine con il Niger. Un giro d'affari e connivenze documentato da informative di 007 di diversi paesi Ue che mostra come i delegati del governo libico e i trafficanti non sono affatto in conflitto ma hanno organizzato un business collaudato.

Lo stesso fenomeno avviene a 30 km a est di Sabratah nella città di Ez Zaula, dove c'è un altro hub del Mediterraneo. Anche qui i delgati del governo che dovrebbero controllare i confini occidentali fanno affari d'oro con i trafficanti e, se non trovano un'intesa, passano alle maniere forti. Ad Ez Zaula le organizzazioni degli scafisti sono obbligate a pagare tangenti ai leader della marina libica altrimenti gli uomini in divisa fermano in mare i barconi e spesso si impossessano dei motori per rivenderli al mercato nero.

Ad Ez Zaula si trova un campo dove vengono rinchiusi i migranti, quello di Abu Aissa, direttamente sotto la gestione del governo di Tripoli. Ma qui gli uomini delle milizie di Nasser, ha portato con raid militari alla chiusura della struttura per accaparrarsi il maggior numero di migranti. Sparatorie ed esecuzioni anche tra le due potenti organizzazioni di Sabratah e quella di Ez Zula spesso in guerra per chi deve controllare i flussi di migranti.

Stando al dossier degli 007 austriaci, la maggior parte di richiedenti asilo arriva da Nigeria, Gambia, Somalia ed Eritrea. I migranti vogliono arrivare fino in Libia perché con Gheddafi al potere era un paese ricco e ottimale per preparare il viaggio verso l'Italia. Oggi invece la Libia è in piena guerra civile e il potere politico è esercitato quasi esclusivamente da milizie e capi tribù.

Chi non muore prima e riesce a partire viene salvato dalle navi delle ong, le quali - come confermano diversi dossier di intelligence Ue - sono spesso entrate in conflitto con gli scafisti. Contatti che sono certamente avvenuti ma che non sono un fenomeno di collusione così esteso come avviene in modo continuato sulla terraferma tra autorità libiche e trafficanti di esseri umani.

All'attenzione anche alcune pagine di social network che testimoniano come anche attraverso il web è possibile reperire contatti per attraversare il Mediterraneo. Queste pagine e questi siti internet sono comunque monitorati dalle autorità europee per controllare viaggi e sbarchi. Tra le organizzazioni umanitarie maggiormente controllate da intelligence e militari figura la Moas che però, contattata da Il Mattino, respinge ogni accusa. "E' indecente il comportamento a cui stiamo assistendo in questi giorni", afferma la fondatrice della ong maltese Regina Catrambone. "Se le autorità italiane hanno delle prove le mostrino invece di sparare nel mucchio attraverso insinuazioni che stanno alimentando solo xenofobia e cattiverie. Recentemente ho ricevuto persino minacce di morte solo perché in questi anni abbiamo salvate migliaia di vite".

Estero

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