GABANELLI INTERVISTA TAJANI, E MI-JENA COLPISCE I VERTICI EUROPEI:

‘INUTILE RECRIMINARE DOPO SULL’EMA, DOVEVAMO OPPORCI PRIMA AL SORTEGGIO’

Milena Gabanelli per il ‘Corriere della Sera’ da www.dagospia.com

‘DENTRO ALL'UE ABBIAMO IL LUSSEMBURGO, L'IRLANDA, L'OLANDA, MALTA E A CAPO DELLA COMMISSIONE C'È JUNKER, CHE PROVIENE DA UN PARADISO FISCALE, E LÌ TORNERÀ A FINE MANDATO’ - IL PRESIDENTE DELL'EUROPARLAMENTO: ‘CHIUDIAMO I PARADISI FISCALI, O L’EUROPA FINIRÀ MALE…MA SERVE L’UNANIMITÀ’ - ‘INUTILE RECRIMINARE DOPO SULL’EMA, DOVEVAMO OPPORCI PRIMA AL SORTEGGIO’.

Nella sala gremita dell' emiciclo ci sono tutti: dal commissario per gli Affari esteri Mogherini, al presidente della Banca europea degli investimenti, dal presidente del Bilancio Ue, ai rappresentanti dei Paesi del Centro Africa. La Conferenza è in preparazione del summit di mercoledì prossimo ad Abidjan, dove l' Europa cercherà di portare a casa accordi di sviluppo con i Paesi africani.

 Si prende atto che il modello di cooperazione fin qui attuato sono stati soldi regalati ai dittatori, che la Cina, India e Singapore stanno rafforzando la loro influenza in cambio di materie prime strategiche, e che questo ci dovrebbe preoccupare. Il presidente del Parlamento Tajani snocciola numeri: sull' aumento demografico, sull' incremento dei conflitti, i milioni di africani che emigreranno verso l' Europa e propone di mettere sul piatto un investimento di 40 miliardi.

Per fare cosa in concreto?

«Interventi mirati, in una strategia complessiva di lotta alla povertà».

Il modello cinese andrebbe bene? Loro stanno dislocando l' industria manifatturiera che sta dando lavoro agli africani.

«No, quello è soltanto un modello di business, loro non hanno interesse alla stabilità del Paese, perché la Cina è lontano dall' Africa».

Ma se l' imprenditore non ha un tornaconto, dopo aver costruito la diga con i soldi dell' Europa, viene via, e resta la diga nel nulla.

«Il nostro interesse più che mandare gli imprenditori è quello di formare i loro, in modo da poterli anche accogliere in futuro nel nostro tessuto produttivo, e non per mandarli a fare gli schiavi nelle campagne del Sud a 3 euro al giorno».

Ci serve anche la manodopera, perché non riaprire le quote? Si metterebbe anche fine a questi orrori del Mediterraneo .

«Lo faremo, ma in un quadro regolato dove le persone hanno gli stessi diritti, ma per gestire i flussi l' Europa deve parlare con una voce sola, mentre adesso ogni Paese pensa ai fatti suoi».

Cosa impedisce all' Europa di parlare con una voce sola?

«I troppi interessi di ogni singolo Paese e oggi, in un contesto dove la Germania ha i suoi problemi interni e la Francia un nuovo presidente, l' Italia deve e può svolgere un ruolo più importante».

In che modo, se perfino con la sede dell' Ema ha deciso una monetina?

«Quella è stata una decisione degli Stati membri, dovevamo opporci prima al sorteggio, inutile recriminare dopo».

Nei lunghi corridoi del Parlamento si dice questo : «La Merkel la chiama su ogni singola norma e fa pressioni, noi invece andiamo a Bruxelles mentre pensiamo alla Sicilia. Che al posto dei ministri mandiamo il numero due dell' Ambasciata a confrontarsi con la Cancelliera, e lei lo fa nero. Che il presidente del Consiglio non è andato ai funerali di Kohl e ai tedeschi non è piaciuto. E agli spagnoli non è piaciuto non essere invitati al vertice di Ventotene, e se avessimo promesso una solidarietà più decisa sulla Catalogna, mai avrebbero votato per l' Olanda. Che il sottosegretario Gozi dovrebbe stare a Bruxelles tutto il tempo, a negoziare, come fanno i francesi e i tedeschi, e non ogni tanto». Insomma abbiamo pagato le nostre incapacità di fare sistema. È vero?

«Non intendo criticare singole persone, dico soltanto che noi non ci rendiamo conto che le grandi decisioni si prendono sempre di più a Bruxelles, e meno a Roma. Siamo sempre troppo preoccupati di quello che succede a Casalecchio di Reno o a Velletri, mentre qui non abbiamo una vera presenza organizzata, e questo si riflette su tutto, non solo sull' Ema. I deputati europei invece di stare qua, si preoccupano del loro collegio, le pare normale? I tedeschi comandano perché sono più presenti, più efficaci, combattono sullo zero virgola, cosa che noi italiani non facciamo. Lo spazio bisogna conquistarselo».

Parliamo di Bce, che ha emanato un regolamento che obbligava le banche ad accantonare in 2 anni il 100% del valore dei crediti deteriorati. Una stretta al credito che ci avrebbe strangolati. Lei si è opposto e bisogna darle atto che ha ottenuto risultato.

«È la politica che deve decidere dove dobbiamo andare, non la Bce. Quando la vigilanza della Banca centrale europea ha avviato un' iniziativa normativa, gli ho detto "signori spetta al Parlamento legiferare e gli atti sono illegittimi". Il giurì con un parere di 13 pagine mi ha dato ragione».

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